Squali? Squelli!

Da Scriptomanti

Colonna sonora consigliata: Jaws.

Buio in sala. Pop-corn. Verso metà pellicola l'eroe cade in mare. Blu. Tanto blu. Blu profondo. Immagini subacquee. Paura. Musichetta inquietante. È in momenti come questo il buon Benny maledice la magia del cinema. Il nostro pelosone preferito diventa un tuttuno con la poltrona di velluto rosso e, dopo aver agguantato il cappotto (o il suo berrettino, o qualsiasi cosa dietro alla quale si possa riparare), non guarda più lo schermo e suda freddo.

Perché il buon Benny è selacofobico.

Domanda ricorrente n. 1: Come scusa?

A questo mondo c'è classismo anche quando si parla di fobie. Tutti sanno che una persona terrorizzata dai ragni assume il titolo altisonante di aracnofobico, così come chi ha paura di stare in spazi aperti è un agorafobico. E così via con il claustrofobico, il cinofobico, l'omofobico, eccetera. E chi ha paura degli squali? Niente. Nessuno conosce l'esistenza del nostro intimo terrore, figuriamoci il nome.

Domanda ricorrente n. 2: Come fai ad avere paura degli squali?

Ha paura degli squali. Squali, ok? Di recente ho sentito di una persona che ha paura dei gatti (ailurofobia). Gattini, ok? Teneri cuccioli. Io parlo di mostri marini dentati lunghi più di tre metri che staccano le gambe ai surfisti. Macchine che l'evoluzione ha assemblato per uccidere e per terrorizzare. A me sembra un terrore più che giustificato, anche se di recente ho scoperto che gli squali ammazzano pochissime persone. Sono più pericolose le mucche. A me le mucche non fanno paura, non le mangio nemmeno. Se tu, caro lettore, hai paura delle mucche, non guardare il video sottostante. Un video simile con gli squali come protagonisti potrebbe distruggere la mia già precaria sanità mentale.

Inoltre, vi ricordo che esistono individui che temono conigli rosa ed elefanti invisibili, ma non mi dilungherò ... dato che su questo blog è già presente un lungo articolo che riguarda questi strani soggetti. Ah, vedi come funziona? Che cosa? Il classismo. Va bene, ma i conigli rosa non esistono.

Domanda ricorrente n. 3: Ma di cosa hai paura esattamente?

Prima di tutto delle immagini e delle fotografie (a volte anche dei disegni). Dei video non ne parliamo (odiavo gli stacchi pubblicitari di Discovery Channel; sempre squali su quel cavolo di canale!). Ho paura dei film che li riguardano, ma ancora di più dei film in cui non ci si aspetta che saltino fuori e invece arrivano a bocca spalancata nel momento di massima calma. Mi fa paura il loro habitat, la loro pinna, la loro sagoma sotto alle onde, i libri su di loro (e fatela una copertina diversa... sempre le fauci di un grande bianco, quanta fantasia!). Mi fa paura l'idea che alcune persone si chiudano in delle gabbie per vederli da vicino. Temo i loro salti fuori dall'acqua (ma scherziamo?), l'idea di fare il bagno in Sud Africa, Australia, Caraibi, California, Florida. Però mi prende il panico anche quando guardo le onde del Mar Ligure. Da piccolo mi è capitato di uscire dalla piscina del parco acquatico perché temevo che ci potesse essere uno squalo in agguato. Quel giorno capii che mi sarei portato dietro questo problema per tutta la vita.

Domanda ricorrente n. 4: Uno squalo mica lo incontri facilmente, no?

Utilizzerò un elenco per informarvi di tutte le esperienze a cui ho dovuto rinunciare per via del mio profondo disturbo psicologico (chiamiamo le cose con il loro nome).

  • Gustare capolavori del cinema mondiale. Non guarderò mai Jaws di Spielberg.
  • Gustare con leggerezza capolavori del cinema di serie B. Sharknado in primis (e relative recensioni).
  • Gustare in santa pace ogni film avente a che fare con il mare.
  • Gustare il video del brano My Own Summer dei Deftones.
  • Seguire un corso di biologia marina durante il mio percorso di studi universitari.
  • Essere animalista fino in fondo cercando informazioni online sull'orrenda pratica chiamata "shark finning".
  • Gustare la scena di Ritorno al futuro 2 in cui appare l'ologramma dello squalo. Vi invito a notare che anche Marty McFly ne è (giustamente) terrorizzato a morte.
  • Visitare l'acquario di Genova senza rischiare l'infarto. Parenti non troppo simpatici ricordano come alla vasca degli squali accelerai il passo in modo considerevole per passare oltre e come fui l'unico che non si buttò contro il vetro per vedere da vicino i killer degli abissi. Forever alone.

Domanda ricorrente n. 5: Ma non puoi farci niente?

Una volta tentai di curarmi. Lessi un libro sulle paure. I pazienti di questo psicologo soffrivano di tantissimi tipi di fobie diversi (la selacofobia, ovviamente, non era fra queste). Alcuni avevano paura dei piccioni. Il dottore - sostenitore della terapia d'urto in piccole dosi - li accompagnava nelle piazze invase dai volatili, costringendoli a passarci in mezzo. Non essendo possibile per me avventurarsi in acque infestate da selaci, optai per le fotografie (utilizzare i video mi parve troppo audace). Ogni giorno aprivo le mie enciclopedie sugli animali e andavo alla pagina degli squali. Durò qualche giorno, poi lasciai perdere. Non sono mai stato forte in matematica, ma calcolai che tanti infarti multipli al giorno sono più pericolosi di un infarto singolo al mese.
Ma non tutto è inferno.

Per esempio ricordo con piacere i tempi del liceo in cui leggevo sulla mia Comix le strisce di Pasqualo lo squalo, personaggio ideato e disegnato da Carlo Maria Lux. Grazie Carlo, mi hai dato la possibilità di godere anch'io di una forma d'intrattenimento riguardante i selaci. Mi hai fatto sentire completo e normale. Lacrimuccia.

E poi non finirò mai di adorare i creatori di questa scena fantastica, forse la migliore di sempre riguardante gli squali (dico questo solo perché le altre non le ho mai viste, ahhah!).

Chiudo ringraziando quei geni di Wikipedia Spagna che di fianco al breve articolo sulla Selacofobia - che, lo ricordiamo, è la PAURA DEGLI SQUALI! - inseriscono la tipica immagine in grado di fare secco il povero selacofobico mentre tenta di capire le origini e le caratteristiche del suo male. Per la serie: se non possiamo curarli, uccidiamoli.

Finisco l'articolo lanciando una petizione. Istituiamo lo shark-alert, almeno online. Se vuoi bene a un selacofobico, sarai d'accordo. Sarebbe d'accordo anche Brad Pitt, ne sono sicuro. A quanto pare anche lui condivide la mia fobia. Esorto il pubblico femminile a fare le debite equivalenze.

Io voglio bene agli squali.


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