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Stadi di proprietà: siamo tifosi, ma anche cittadini italiani che hanno diritto di essere rispettati

Creato il 08 maggio 2013 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

Si è tenuto a Roma il convegno "Uno stadio per amico: stadi e impianti sportivi, risorse per la collettività", che avrebbe dovuto fare il punto della situazione relativamente al tema dell'impiantistica sportiva.

Ecco qualche dichiarazione, presa dal sito della Lega di Serie B e da Lazio News 24:

Giovanni Malagò (Presidente del Coni)

La cosiddetta legge sugli stadi e' solo la punta dell'iceberg. In quella rete, quel tramaglio, quella fitta situazione di gangli e complicazioni burocratiche, amministrative e legislative, purtroppo ci sono finiti dentro anche i pesci piccoli, non solo la serie A

Dario Nardella (deputato PD)

La legge sugli stadi  non e' la panacea di tutti i mali, sbaglieremmo se la considerassimo la soluzione a tutti i problemi di impiantistica sportiva.

Uno legge queste prime dichiariazioni e dice: "Beh, poverini, ma allora sono in buona fede quando sollecitano l'approvazione della legge sull'impiantistica sportiva". 

Certamente. Siamo noi ottusi ed in malafede.

Alessandro Cochi (delegato allo sport di Roma Capitale)

E' vero, lo stadio si puo' fare anche senza legge ma è la proporzione che blocca tutto, tra cubatura sportiva e cubatura commerciale.

Michele UVA (Direttore Centro Studi FIGC)

Tempistica certa e meccanismi di compensazione 

Claudio Lotito (Presidente SS Lazio)

Deve essere come Disneyland, al posto dei pupazzi ci sono i giocatori. Ci sarebbe lavoro fisso per tanta gente. Il Flaminio non rappresenta questi parametri, se si investono 300 milioni la società deve avere un riscontro e il Flaminio non te li porta. La politica deve avere il coraggio di prendere decisioni , deve creare condizioni dove il calcio porti ricavi e lavoro

Quindi vediamo se ho capito il concetto:

  1. le squadre di calcio italiane, nell'ultimo ventennio, si sono adagiate sui ricavi da diritti TV, dimenticandosi di investire su tutto ciò che avrebbe potuto portare un riscontro nel medio periodo (settore giovanile, merchandising, ecc.);
  2. nello stesso periodo abbiamo fatto la gara a chi pagava di più i giocatori (questo in tutta Europa) e ci ritroviamo con un monte ingaggi che in molti casi supera addirittura il fatturato delle squadre al netto del calciomercato;
  3. un giorno ci siamo svegliati di soprassalto al grido: "Ohibò … e adesso come facciamo"?

Ecco arrivare in soccorso il modello straniero (noi Italiani siamo bravi a guardare sempre all'estero, salvo poi dimenticarci che le esperienze internazionali devono essere localizzate sul nostro territorio e nella nostra cultura): lo stadio di proprietà. 

Mettiamo in evidenza gli incrementi di fatturato, senza chiederci come questo fatturato arriva (e ad esempio, come possono raccontare i tifosi della Juventus, arriva anche attraverso un aumento medio del 40% dei costi di biglietti ed abbonamenti) e senza chiederci quali costi comporta costruire uno stadio.

Ma la soluzione è pronta, sul tavolo: si chiama "meccanismo di compensazione".

Peccato che il meccanismo di compensazione nasca per rendere economicamente e finanziariamente sostenibile un investimento che riveste carattere di pubblica utilità (strade, ospedali, parcheggi, ecc.), non per finanziare l'inefficienza e l'incapacità di programmazione di un'azienda privata scaricandone i costi sul cittadino.

Ora, io sono tifoso ed abbonato alla mia squadra, ma sono anche cittadino italiano: fatico a comprendere come un investimento privato, su un impianto sportivo, da parte di soggetti che muovono qualche miliardo di Euro all'anno di fatturato e si permettono investimenti su giocatori per 30-40 milioni, possa rivestire carattere di pubblica utilità.

Vediamo un paio di articoli del testo della legge sugli stadi che era nella fase finale di approvazione nella scorsa sessione del Parlamento:

Art. 1. (Finalità)

1. La presente legge ha lo scopo di favorire e di incentivare la realizzazione di nuovi impianti sportivi ovvero la ristrutturazione di quelli già esistenti, secondo criteri di sicurezza, fruibilità e redditività dell’intervento e della gestione economico-finanziaria, attraverso la semplificazione e l’accelerazione delle procedure amministrative, in modo che sia garantita, nell’interesse della collettività, la sicurezza degli impianti sportivi, anche al fine di prevenire i fenomeni di violenza all’interno e all’esterno dei medesimi, e sia migliorata, a livello internazionale, l’immagine dello sport in vista della candidatura dell’Italia per l’organizzazione di manifestazioni sportive di rilievo europeo o internazionale.

Art. 3. (Individuazione di aree per la realizzazione di nuovi  impianti sportivi o di nuovi complessi multifunzionali)

3. La giunta comunale competente entro novanta giorni dalla data di presentazione del progetto definitivo, assolto l’onere di pubblicità-notizia entro i successivi sessanta giorni, nel rispetto della normativa regionale in materia, promuove, anche al fine di approvare le necessarie varianti urbanistiche e commerciali e per conseguire l’effetto di dichiarazione di pubblica utilità e di indifferibilità ed urgenza delle opere, una conferenza di servizi ai sensi degli articoli 14 e 14-quinquies della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, che deve concludersi entro centottanta giorni dalla data di presentazione del progetto definitivo. 

Quindi il nostro Parlamento stava discutendo un disegno di legge in base al quale la "pubblica utilità" di uno stadio di calcio deriva da due effetti che lo stesso produce:

  • la sicurezza degli impianti sportivi
  • il miglioramento dell'immagine internazionale dell'Italia ai fini di una sua candidatura ad ospitare manifestazioni sportive

Nobili obiettivi, indubbiamente.

Ma siamo sicuri che siano sufficienti a giustificare la seconda parte, cioè il fatto che in virtù di questa presunzione si creino delle procedure accelerate non già per il processo autorizzativo (lo stesso Sindaco di Roma ha recentemente dichiarato che il risparmio temporale sarebbe quantificabile il 3-4 mesi!), quanto per consentire alle Giunte Comunali di attivare delle procedure alternative a quelle tradizionali per la modifica dei Piani Urbanistici Comunali vigenti, cioè di quei documenti che normalmente sono condivisi e lungamente discussi perché pianificano le strategie di sviluppo urbanistico delle Città?

Se un investimento da 100, 200 o 300 milioni non è sostenibile, un'azienda normale non lo fa. Oppure il Consiglio di amministrazione predispone un piano industriale per dimostrare la bontà dell'investimento e lo sottopone all'Assemblea degli Azionisti per chiedere un aumento di capitale e supporto dell'operazione.

Se un investimento da 100, 200 o 300 milioni è fatto per il 30% dallo stadio e per il restante 70% da opere di carattere commerciale e/o residenziale che servono ad ammortizzare il costo dello stadio cheda solo non starebbe in piedi, non ci potete vendere un pacchetto di questo tipo facendocelo passare come "investimento sportivo".

Gli stadi nuovi sono un'opportunità importante. In taluni casi forse anche una necessità. Però rappresentateci le cose come stanno realmente.

 

Siamo tifosi. Quindi per definizione passionali ed irrazionali. Pronti ad ogni cosa per la nostra squadra del cuore.


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