E' apparso su Il Fatto Quotidiano, un bell'articolo a firma di Lorenzo Vendemiale che fa il punto sul nuovo stadio dell'Udinese, i cui lavori sono iniziati la scorsa settimanae dovrebbero concludersi (senza interruzione dell'attività sportiva) nel Settembre 2014.
L'Udinese ha partecipato e vinto al bando per la concessione dell'impianto per 99 anni, mediante una gara che prevedeva un canone contenuto (4,5 milioni di Euro, divisi in rate annuali) e l'assorbimento di onere di ristrutturazione per un minimo di 21 milioni di Euro (le stime parlano di un costo effettivo che dovrebbe avvicinarsi ai 25 milioni).
Molto interessanti, perché ci fanno capire la filosofia sana e sportiva del progetto, alcune delle risposte date dal Direttore Amministrativo dell'Udinese, Alberto Rigotto, al giornalista. Ve ne riportiamo alcune, rimandandovi all'articolo complessivo, che merita una lettura:
Basandoci sulle statistiche europee, ci aspettiamo un aumento generalizzato degli introiti. L’obiettivo minimo è rientrare dell’investimento. Ma la nostra operazione parte da un principio di fondo: dare una casa alla nostra squadra e al nostro pubblico. E questa esigenza viene prima di discorsi di carattere economico. Anche perché uno stadio tutto tuo può farti fare il salto di qualità anche dal punto di vista sportivo.
Per avere un nuovo stadio basta un buon rapporto con l’amministrazione locale, una società con i conti in ordine e dei dirigenti capaci. Non servono investimenti folli.
(sulla legge sugli stadi) Quella proposta era pasticciata e troppo legata ad interessi specifici. Ben venga una legge sugli stadi, ma con la normativa vigente è assolutamente possibile ristrutturare gli impianti.
“I presidenti devono capire che non c’è bisogno di speculare: uno stadio moderno e accogliente porta da sé degli introiti. Più spettatori, più pubblicità, più iniziative: è un circolo virtuoso. E noi speriamo di riceverne presto i benefici.
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