Per quando riguarda l'assegnazione delle tanto ambite licenze l'UCI ha come sempre utilizzato parametri non del tutto chiari. In linea di massima si è tenuto conto dei punteggi ottenuti negli ultimi due anni nel circuito Pro Tour dai corridori facenti parte della squadra. Per assurdo in questo modo il neonato Team Leopard si è classificato al primo posto, visto i tanti campioni acquistati nei mesi recenti. Giusto quindi attribuire le licenze sulla base dei risultati dei singoli piuttosto che su quelli di squadra? I dubbi rimangono. I team per poter ottenere questo pass-partout valido per tutto l'anno devono anche essere in grado di fornire garanzie economiche, in termini di sponsor e fideiussioni bancarie. Insomma più soldi hai e più corridori vincenti hai sotto contratto più sei forte. Anche se hai appena ingaggianto tali corridori, e anche se i risultati ottenuti si aggira l'ombra del doping. Troppi numeri, poca etica, scarso riconoscimento al merito e al lavoro dei team, nonchè alla morale sportiva.
Critiche doverose a parte ecco la lista dei 18 team, tra cui non figurano le retrocesse Geox e Cofidis, ma compaiono la BMC di Evans, la Radioshack di Armstrong e la Vacansoleil di Riccò, che l'anno scorso militavano nel Continental:
- AG2R
- Garmin-Cervélo
- Katusha
- Lampre-ISD
- Omega Pharma-Lotto
- Quick Step
- Rabobank
- Saxo Bank SunGard
- Sky
- RadioShack
- BMC
- Euskaltel-Euskadi
- HTC-Highroad
- Liquigas-Cannondale
- Luxembourg Pro Cycling Project
- Movistar
- Astana
- Vacansoleil-DCM