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Stalker texas ranger

Da Miwako

 Ecco,questa è una di quelle cose che ho sempre voluto fare. Trovarmi casualmente adinciampare in una connessione, munita di portatile, nel bel mezzo di unaneddoto succoso. Certo, non mi sarei esattamente auspicata questa particolarecircostanza, ma mica si può sempre scegliere, no? Facciamoche ve la racconto e basta, così, in estemporanea. 
C’èla fila davanti al bancomat. E c’è pure una bella panchina che sembra aspettareme. Mi siedo e, mentre mangio un panino, risistemo l’introduzione e ciarlo altelefono (si, tutto insieme; di questi tempi mica ci si può andare tanto per ilsottile), mi accorgo che c’è un losco figuro, in coda, che mi osserva. Continuoa farmi i fattacci miei, come sempre. Poi inizia a piovere, io invoco divinitàafferenti ad ogni religione conosciuta mentre cerco di trasportare tutto alloscalino riparato più prossimo a me; il tutto, ovviamente, al telefono. Ad uncerto punto realizzo che la fila per la cassa continua si è esaurita, ma iltizio è sempre lì. Non solo; al passaggio di una signora lui si blocca, ed iorealizzo che lui spera ardentemente che lei debba prelevare, così da farlapassare avanti. Finta nonchalance come il caso richiede, continuo a parlare,raccolgo la mia roba e me ne vado. Mi eclisso sotto un arco di pietra sotto cuisi trova un pub che frequento spesso, fumo una sigaretta, vicino all’ingressoe, tempo cinque minuti, eccolo là, in un angolo, vicino ad un vinaino, intentoa ”leggere un giornale”. Riattacco, finisco la sigaretta e, mentre sono copertada uno stuolo di turisti di passaggio, entro nel pub, ordino un caffè americanoe mi siedo nella saletta interna. Riavvio il portatile, riapro i (milioni di)file della tesi, e mi rimetto a lavorare. Il caffè è incandescente. Certo,avrei evitato di ustionarmi se, alzando lo sguardo davanti a me mentre cercavodi indovinare la temperatura del suddetto, non avessi visto lo stalker con l’ariainnocente e un caffè in mano far capolino dalla stanza principale. 
Orase n’è andato, mi dice la barista. Tra 5 minuti devo uscire, ho unappuntamento. Nel caso mi trovino a brandelli in un vicoletto, sappiate che era un incrocio tra Lorenzo Lamas e Magalli;aveva una coda brizzolata, basso, corporatura medio-robusta. E, sempre nelcaso, è stato un piacere conoscervi.

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