Negli ultimi mesi le Agenzie di rating hanno tenuto banco nel sistema finanziario internazionale. I loro continui declassamenti dei titoli di Stato nonchè di aziende e banche dei vari Paesi dell’Eurozona, ultimi quelli dell’Italia, hanno comportato dei disastri, con crolli di Borsa e dei prezzi delle obbligazioni (con correlativo aumento dei rendimenti) molto pesanti.
Le Agenzie di rating esistono da un secolo, ma in effetti le loro attività sono conosciute dalla massa dei risparmiatori da circa dieci anni a questa parte. Nel mondo ne esistono oltre cento, ma quelle che contano e che hanno peso sono solo tre: Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings. Le prime due coprono il 40% circa ciascuna del mercato, la terza il 15%. Per dare meglio l’idea del loro potere, possiamo dire che i giudizi che esprimono ogni anno riguardano titoli per un ammontare superiore a 30mila miliardi di dollari. I loro guadagni sono enormi: Standard & Poor’s e Moody’s fatturano una media annua di circa 8 miliardi di dollari.
Ma cosa sono i rating? Sono giudizi che queste Agenzie esprimono sulle capacità di un emittente (Azienda o Stato) di ripagare il debito contratto con il mercato. Alle obbligazioni
di una Azienda o ai titoli di uno Stato, assegnano un voto espresso attraverso lettere dell’alfabeto: dalla tripla A (il massimo) a scendere fino alla D (default). Ciascun livello esprime l’affidabilità dell’emittente e di conseguenza un diverso grado di rischio che l’investitore ha di non ricevere indietro alla scadenza il denaro impiegato e/o di non percepire gli interessi a lui spettanti.
Per avere un rating, una società (o uno Stato) deve fare una richiesta ad un’agenzia, pagando il servizio. L’agenzia esamina la società studiandone i bilanci e i fondamentali economici e finanziari e incontrando anche i manager. Finito l’iter, il rating viene pubblicato e diventa noto al mercato. Ed ecco che insorge un problema di conflitto di interessi: essere pagati da una società per fornire un giudizio sulla società medesima. Inoltre succede anche che le agenzie spesso fanno da consulenti, a pagamento chiaramente, per valutare i titoli emessi dalla stessa società.
Il potere delle Agenzie di rating è enorme ed anche incontrollato. Nonostante le intenzioni della comunità europea e degli americani di regolamentare l’operato delle agenzie, poco e nulla è stato fatto in questo senso, lasciando dunque il mercato alla loro dipendenza. In questo momento, poi, è praticamente impossibile. Per cui i mercati sono in balìa delle tre “sorelle” Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings, il cui parere vale di più di quello dell’Fmi (Fondo monetario internazionale), della Bce (Banca centrale europea) e di altri enti a livello mondiale.
In passato sono stati commessi errori clamorosi dalle Agenzie di rating, ma nonostante ciò gli investitori sono “costretti” a prendere in considerazione i rating da loro emessi nella scelta dei titoli su cui puntare. E questo perchè è il mercato che vuole i rating, ne è influenzato e ne ha bisogno per operare.
Moody’s Standard & Poor’s Fitch Ratings Descrizione
Lungo termine Breve termine Lungo Termine Breve termine Lungo termine Breve termine
Aaa P-1 AAA A-1+ AAA F1+ “Prime”. Massima sicurezza del capitale.
Aa1
AA+
AA+
Rating alto. Qualità
più che buona
Aa2 AA AA
Aa3 AA- AA-
A1
A+
A-1
A+
F1
Rating medio-alto.
Qualità media
A2 A A
A3 P-2 A- A-2 A- F2
Baa1
BBB+
BBB+
Rating medio-basso.
Qualità medio-bassa
Baa2 P-3 BBB A-3 BBB F3
Baa3 BBB- BBB-
Ba1
Not Prime
BB+
B
BB+
B
Area di non-investimento.
Speculativo
Ba2 BB BB
Ba3 BB- BB-
B1 B+ B+ Altamente speculativo
B2 B B
B3 B- B-
Caa CCC+ C CCC C Rischio considerevole
Ca CCC Estremamente speculativo
C CCC- Rischio di perdere il capitale
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