La carriera di Stanley Kubrick ebbe inizio negli anni Cinquanta, con una serie di documentari e due produzioni indipendenti, ad oggi non semplici da reperire. Per tutta la sua attività cinematografica, questo regista è riuscito a spaccare in due l’opinione pubblica con i suoi film, che spesso non erano compresi a pieno dal pubblico. La sua indipendenza nelle scelte riguardanti le sue pellicole, hanno fatto sì che si creasse ben presto un seguito appassionato alle sue produzioni, che ha sempre difeso i suoi film da critiche e da attacchi. Al contrario, invece, i critici cinematografici hanno espresso opinioni negative ed aspre in diverse occasioni, all’uscita dei film più importanti del regista.
La questione, per quanto riguarda Kubrick, è che i suoi film tendono ad essere stroncati dalla critica e da parte del pubblico, ma poi rivalutati nel corso degli anni, come è successo ai suoi più grandi capolavori. Per questo, si era soliti dire che l’affluenza nelle sale e le opinioni di pubblico e critici subito dopo l’uscita del film non erano un metro di giudizio affidabile per i film di Kubrick, perchè il loro vero valore non veniva mai colto nell’immediato.
In un’intervista del 1960, Stanley Kubrick disse: “Non ho idee fisse sul voler fare film che rientrino in una determinata categoria – western, film di guerra e così via. Mi piacerebbe fare un film che trasmetta il senso del periodo – una storia contemporanea che riesca realmente a riprodurre le sensazioni di un’epoca, a livello psicologico, sessuale, politico, personale. Mi piacerebbe riuscire a far ciò, più di ogni altra cosa. E quello sarà probabilmente il film più difficile da girare”.
Ad oggi, guardando la sua produzione cinematografica si può dire che a suo modo, ciascuno dei film di Kubrick rappresentava il periodo in cui fu rappresentato, anche se forse non nel modo in cui il regista avrebbe voluto. Un film come 2001: Odissea nello spazio, pur inserendo temi decisamente futuristici (come l’intelligenza artificiale), è un film che rispecchia gli anni in cui fu girato, con la corsa allo spazio da parte di America e Russia. Lo stesso si può dire de “Il dottor Stranamore, ovvero come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba”, che offre una visione satirica della distruzione mutua assicurata, strategia ideata negli anni Sessanta, nel bel mezzo della Guerra Fredda, riguardante l’uso di armi atomiche.
Ciò che spesso accadeva, quando i film di Kubrick uscivano nelle sale, era che il vero senso della pellicola non veniva compreso e quindi il lavoro del regista subiva pesanti critiche. Questo si può attribuire in parte anche alla sbagliata concezione che Kubrick aveva degli spettatori: egli era convinto che il pubblico avrebbe seguito con interesse una storia che trattava con serietà argomenti come la morte e l’amore, offrendo spunti di riflessione. Per questo cercava sempre di unire l’intrattenimento all’arte, o meglio: di celare la sua arte sotto uno strato di intrattenimento, di modo che i suoi film si prestassero a diversi livelli di lettura e comprensione, e che fossero fruibili da un pubblico variegato. Ciò non sempre funzionava. Spesso i film di Kubrick venivano accolti con perplessità, come accadde per film come “Barry Lyndon”, “Shining”, e lo stesso “2001: Odissea nello spazio”, che saranno poi rivalutati nel tempo.
- Stanley Kubrick con gli attori Jack Nicholson e Shelley Duvall sul set di Shining
Una situazione analoga si era andata a creare al momento dell’uscita dell’ultima pellicola di Kubrick, “Eyes Wide Shut”, che fu presentata nelle sale cinematografiche quattro mesi dopo la morte del regista. C’era una grande aspettativa verso questo film, in quanto il pubblico era molto curioso di vedere in che modo un regista così particolare avrebbe affrontato il tema della crisi matrimoniale di un dottore e di sua moglie. Il risultato è un film ben più impegnativo di quanto non sembri a prima vista, che alterna ciò che è visibile a ciò che è nascosto e che lo spettatore deve percepire da sè, stando attento alle sfumature e agli indizi che il regista propone tra una sequenza e l’altra. Nonostante il pubblico si aspettasse di vedere scene sensuali tra i due protagonisti (Tom Cruise e Nicole Kidman, ai tempi della loro unione), e sperasse ci fossero degli elementi di erotismo nella pellicola, in realtà Kubrick non eccede in questo senso, preferendo affidare a sguardi e piccoli gesti le sensazioni e le impressioni di una storia d’amore che va avanti da anni e che sembra aver perso intensità. Lo sguardo, e più in generale gli occhi e la vista, sono motivi ricorrenti nel film, quasi come se Kubrick giocasse con lo spettatore, sfidandolo a notare e a cogliere quegli elementi celati nella trama.
Il continuo passaggio tra il visibile e il non visibile, il mostrato e il celato, il pubblico e il privato, fa sì che il vero significato del film “Eyes Wide Shut” sia in ciò che viene definito il sottinteso.
Nel corso di una carriera di quasi cinquant’anni, Stanley Kubrick ha spaziato molto nel campo della cinematografia, esplorando vari generi e portando il suo stile in produzioni che sono diventate dei veri e propri capolavori del cinema a livello internazionale.
Nei suoi film, Kubrick mostra la continua lotta dell’uomo alle prese con l’ambiente circostante, con gli imprevisti, con i pericoli che ne insidiano la tranquillità, che portano a rivalutare e a mettere in discussione ogni certezza, attraverso situazioni talmente diverse tra loro che non è sempre semplice riuscire a cogliere quel filo che unisce molte delle sue opere. Eppure queste avversità sono il vero leit motif, ed uno dei punti di forza della cinematografia di questo regista.