Se il jazz italiano avesse bisogno di qualche nome per presentarsi, non si potrebbe non fare quello di Paolo Fresu che con Stanley Music!, si mette alla prova in studio per la prima volta con il suo Devil Quartet, composto insieme a lui da Bebo Ferra (chitarre), Paolino Dalla Porta (contrabbasso) e Stefano Bagnoli (batteria).
Un album di impatto e di sonorità ("Another road to Timbuctu"), di dolci attese e atmosfere cinematografiche ("Il tempo del sogno"), dove in una danza perfetta si rincorrono la tromba di Paolo e le chitarre di Ferra, che nell'acustico riesce a risultare assolutamente da brivido, affermando sempre più la sua meravigliosa anima jazz da molti ancora da scoprire.
Un disco di una classe indiscutibile, che potrebbe fare obiettare a molti con un “Niente di nuovo sotto il sole”, obiezione che deve essere accantonata visto il groove inesorabile di questo quartetto che riesce a spolverare anche in brani più “fusion” il jazz di una volta, tipico dei piccoli club e delle jam session più fresche.
La tromba ovviamente è l’elemento portante, incantatrice con la sordina e la chitarra di Bebo si mescola in maniera travolgente a questa creando un unico impasto sonoro da cui difficilmente si può uscire.
Freschissimo il brano “Moto Perpetuo” con il suo sapore mediorientale e con un riff davvero desertico nelle reminescenze, sognante “Giovedì” con panorami europei e plumbei a fare da sfondo ai nostri pensieri.
Dalla Porta e Bagnoli costituiscono da tempo una sezione ritmica affiatata e completa su cui muoversi in ogni direzione, lasciando l’ascoltatore completamente immerso nel tempo immobilizzato dai quattro musicisti italiani.
Non manca poi una piccola sorpresa, una ghost track alla fine dell’album che si deve solo aver la pazienza di attendere.
Un disco intenso, ricco, con brani che verranno spesso riascoltati come la voce di un amico dal quale non ci si vuole separare.
Buona scelta
IBD