(Star Trek)
Regia di J. J. Abrams
con Chris Pine (James T. Kirk), Zachary Quinto (Spock), Eric Bana (Capitano Nero), Zoë Saldaña (Nyota Uhura), Karl Urban (Dottor Leonard McCoy), Simon Pegg (Montgomery Scott), John Cho (Hikaru Sulu), Anton Yelchin (Pavel Chekov), Bruce Greenwood (capitano Christopher Pike), Winona Ryder (Amanda Grayson), Leonard Nimoy (Spock anziano).
PAESE: USA 2009
GENERE: Fantascienza
DURATA: 127’
Anno 2258. James T. Kirk, giovine allo sbando, si arruola nella Flotta Stellare, organismo interuniversale che veglia sulla pace del cosmo ed esplora nuovi mondi. Durante l’addestramento, si imbarca sull’USS Enterprise per affrontare le minacce del capitano Nero, in cerca di vendetta in seguito alla distruzione del proprio pianeta. A bordo della nave spaziale, Kirk dovrà mettere da parte i propri attriti col vulcaniano Spock per affrontare un nemico viaggiatore del tempo che rischia di far collassare l’intero universo…
Undicesimo film tratto da una delle serie tv più popolari e longeve al mondo, che andò in onda dal 1966 al 1969 (serie classica) e poi, ininterrottamente, dal 1987 al 2005, con una parentesi a cartoni animati nella stagione ’73 – ’74. Il secondo film del produttore sceneggiatore Abrams, ebro del trionfo di Lost, è un prequel della serie classica (o sarebbe meglio utilizzare il tanto di moda termine reboot) che racconta l’inizio dell’amicizia tra il coraggioso capitano Kirk e il vulcaniano dall’orecchio adunco Spock. Una delle carte vincenti di questo blockbuster da 150 milioni di dollari è la sceneggiatura di Alex Kurtzman e Roberto Orci, già creatori (con Abrams) della serie tv Fringe: coerenza narrativa rispettata (finalmente! Sembra che non esista più nella sci fi odierna), personaggi interessanti e ben disegnati (compreso il “cattivo” di turno), dialoghi “cazzuti”, tanta ironia e una serie infinita di trovate azzeccate che spingono avanti la vicenda come pattini sull’asfalto, in modo avvincente e senza alcuna macchinosità. Il punto in cui compare il vecchio Spock (interpretato ovviamente da Nimoy) è un colpo di genio, oltre che il fulcro narrativo del film. Spesso accade che in questi film la seconda parte lasci il posto ad un’azione forsennata che stufa. Qui non capita, e arriviamo così alla seconda carta vincente del film: la regia di Abrams, capace di virtuosismi alla Spielberg dei tempi d’oro (non caso, la critica parla di allievo e maestro) e di coreografare perfettamente l’azione, crea belle immagini, non allenta mai il ritmo e si lancia in strade raramente percorse. Si veda la sequenza in cui Kirk e Sulu si lanciano sulla “trivella” dei cattivi: un pezzo di grande cinema d’azione. Suspense, emozioni, parecchie risate.
La formula per rivitalizzare un prodotto divenuto ormai ufficialmente invendibile è quella giusta, e pubblico e critica l’hanno premiato. File di fans storici, come spesso accade in questi casi, hanno storto il naso per alcune scelte – che noia, ma reboot non vuol dire rinascita? – ma i rimandi alla serie classica non mancano, e le novità sono tutte azzeccate. E lo spirito cosmopolita e “politico” voluto da Gene Rodenberry (1921 – 1991), creatore della serie cui è dedicato il film, è ampliamente rispettato. Un film godibilissimo, che suggerisce la via giusta per coniugare intrattenimento di massa e cinema d’autore. Va preso per quello che è – un blockbuster d’azione fantascientifica, fracassone e ironico – ma se lo guardate con lo spirito giusto non vi pentirete del tempo e dei soldi spesi. Nonostante sia ufficialmente l’undicesimo, è in realtà il primo vero film tratto dalla serie, il primo a distaccarsi da un modello piattamente televisivo (a guardare i dieci film precedenti si ha l’impressione di “episodi allungati”) e ad aspirare ad altro. Che ancora non sappiamo cos’è, ma sicuramente ci piace assai. Seguito da Into Darkness.