L’open beta di Star Wars Battlefront, che si concluderà nella giornata di oggi, ha suscitato pareri discordanti sul titolo di Electronic Arts in uscita il 17 novembre
L’uscita di un nuovo FPS competitivo, si sa, suscita sempre forti discussioni nel pubblico: basti vedere ogni Call of Duty o Battlefield uscito negli ultimi anni. E proprio dalla software house storica di quest’ultima serie, i Digital Illusions o DICE, arriva Star Wars Battlefront, reboot della serie sparatutto sviluppata da Pandemic Studios. Ne abbiamo già parlato in un precedente articolo, in cui ci abbiamo trattato la storia del franchise Battlefront. Ora che la beta è online già da diversi giorni, tuttavia, i giocatori hanno potuto farsi un’idea del nuovo titolo provando le modalità disponibili in quella che rimane comunque, è bene ribadirlo, una versione non definitiva.
È possibile giocare la beta in multiplayer o in singleplayer/co-op: la modalità Mission può infatti essere affrontata con un amico e consiste nel resistere a sei ondate di nemici su Tatooine. Il comparto multigiocatore presenta invece due modalità disponibili in beta, Drop Zone e Walker Assault. Come detto, le polemiche sul gioco non sono tardate ad arrivare, tant’è che molti giocatori hanno annullato (o minacciato di annullare) il preorder. Ma si tratta di una reazione a caldo del pubblico o c’è un fondo di verità?
Partiamo dagli aspetti positivi, che riguardano la presentazione e l’aspetto tecnico. Il gioco parte bene, ha un ottimo matchmaking e non richiede l’uso di Battlelog (che costringeva ogni volta ad aprire il browser per iniziare a giocare). Graficamente è straordinario: costruito sul Frostbite 3, Star Wars Battlefront è una vera gioia per le pupille grazie a texture in alta definizione, animazioni curatissime ed immersivi effetti particellari. A fronte di un impatto grafico così convincente il gioco si mantiene comunque fluido e non particolarmente esoso in termini di richieste hardware, evidenziando un gran lavoro di ottimizzazione.
Giudizio più che positivo anche per il comparto audio, con effetti sonori inconfondibili e le musiche di John Williams ad accompagnare i momenti salienti delle partite. Battlefront, insomma, ha il merito di cogliere al meglio l’atmosfera della saga di George Lucas grazie a citazioni continue e un lavoro artisticamente impeccabile. È evidente che DICE ha riposto molta attenzione al comparto tecnico dopo le critiche ricevute con Battlefield 4: Star Wars Battlefront infatti mostra anche una certa stabilità a livello di codice, con pochi bug e nessun problema di lag. Cos’è che non va allora? Purtroppo, buona parte del resto.
Le lacune di Star Wars Battlefront…
Dopo una prova un po’ più approfondita, infatti, molte mancanze di questa beta vengono a galla. Parliamo del multiplayer, dal momento che la missione su Tatooine è sì una modalità simpatica, ma che dopo un paio di partite ha esaurito ciò che ha da dire. Prima di scendere in campo bisogna scegliere il loadout del proprio soldato, attraverso un sistema diverso da quanto visto nei vari Battlefield: in Battlefront si ha infatti una sola arma più un mazzo composto da tre carte che definisce i nostri perk secondari, attivabili dietro cooldown, come scudi e granate. Non ci sono classi né specializzazioni di alcun tipo: se da una parte questa scelta rende tutto più immediato, dall’altra riduce di gran lunga le opzioni possibili sul campo di battaglia. Si pensi ad esempio al medico, professione divertentissima di Battlefield che in Battlefront non esiste, semplicemente perchè non c’è modo per rianimare i compagni caduti. DICE ha controbilanciato la cosa annullando i tempi di respawn, permettendo ai giocatori di rinascere immediatamente. Peccato che proprio la gestione dei respawn mostri il fianco a diverse critiche: spesso la posizione in cui si respawna pare casuale, e non è raro essere uccisi da un nemico alle spalle appena spawnati o, al contrario, risorgere in un punto della mappa lontano dalla battaglia. La situazione migliora leggermente dopo aver sbloccato il Jump pack, che aumenta la mobilità verticale del personaggio e consente di cavarsi d’impiccio nelle situazioni più scomode, ma il problema permane.
Il feeling delle armi inoltre non convince a fondo, a causa di una componente balistica estremamente impoverita che sembra ignorare il rinculo e non calcolare affatto la traiettoria dei proiettili. I colpi delle armi da fuoco vanno dritti senza scendere, e se questo può avere un senso per i blaster, non lo ha per le armi che sparano proiettili (e che, paradossalmente, in Battlefront svolgono la funzione di veri fucili da cecchino): col Cycle rifle è possibile colpire nemici lontani centinaia di metri semplicemente sparandogli addosso. Questa meccanica porta talvolta le partite a diventare dei furiosi mischioni senza tattica, in cui si rischia di essere seccati all’istante appena si mette la testa fuori dall’uscio.
A peggiorare la situazione arrivano i problemi di bilanciamento, che in questa beta riguardano la mappa su Hoth, dove i soldati imperiali paiono nettamente avvantaggiati rispetto alla controparte ribelle. Al momento la fazione che attacca (l’Impero appunto) tende a prevalere nove volte su dieci, ma bisogna anche dire che essendo in beta molti giocatori non hanno ancora assimilato le strategie più efficaci per far vincere il proprio team: per il momento è dunque opportuno sospendere il giudizio.
Il gameplay incentiva il movimento disseminando la mappa di power-up, che vanno raccolti per essere attivati. Così facendo è possibile trovare tre tipi di power-up, riguardanti armi, veicoli e personaggi: è infatti possibile impersonare Jedi e Sith per un periodo limitato (disponibili nella beta Darth Vader e Luke Skywalker). Per quanto questa meccanica non sia di per sé disprezzabile, il problema dei power-up è che non rispondono a una logica meritocratica, come succedeva in Star Wars Battlefront II, e il più delle volte vengono trovati per caso mentre si gira per la mappa. Dal momento che questi potenziamenti, se usati bene, possono anche influenzare il corso di una partita, sarebbe stato più auspicabile che gli sviluppatori ideassero un metodo di assegnazione meno aleatorio. Se davvero l’intento di DICE era rendere il gioco più semplice e comprensibile per tutti, inoltre, ha poco senso l’assenza di una minimappa, che avrebbe reso più facile orientarsi nelle mappe. Per quanto riguarda invece i velivoli, mettersi alla guida di X-Wing e TIE-Fighter mette in evidenza comandi semplici e una guidabilità arcade.
Oltre alle problematiche già citate, DICE dovrà infine fugare i dubbi circa la ricchezza dell’offerta di gioco: al lancio Battlefront presenterà dodici mappe e sette modalità. Contando che il titolo non dispone di una campagna a giocatore singolo, e che modalità come Drop Zone sembrano non avere molto da offrire, bisognerà valutare attentamente la validità delle missioni co-op, la rigiocabilità delle mappe multiplayer e l’eventuale divertimento sul lungo periodo.
… E la sua anima giocosa
Dietro a Star Wars Battlefront è evidente un preciso disegno, la volontà di allargare la base d’utenza a un pubblico potenzialmente più vasto di quello dei Battlefield. Questa operazione va vista all’interno di una più ampia operazione di rebranding di Star Wars attuata dopo l’acquisizione del marchio da parte di Disney. Disney, è risaputo, tende a offrire un intrattenimento rivolto a un pubblico più giovane, come dimostra anche la recente serie animata Star Wars Rebels. Battlefront sembra seguire questa filosofia e presenta un approccio molto “giocoso”, che si prende meno sul serio rispetto a Battlefield: ne sono un esempio i power-up, la guidabilità dei mezzi, i tempi di respawn nulli.
Qualcuno ha maliziosamente paragonato Battlefront a un Battlefield con le skin di Star Wars, ma a onor del vero Battlefront non pare godere della profondità e complessità del gameplay di Battlefield. Di per sè non ci sarebbe nulla di male nel voler proporre un titolo più casual e immediato per il pubblico, ma a tratti Battlefront sembra un gioco poco meritocratico, che invece di premiare i giocatori più abili o collaborativi preferisce dare un contentino a tutti, e questo è un difetto non secondario per un titolo che basa la sua forza sul multiplayer competitivo.
Ovviamente queste sono impressioni dettate dalla prova della beta, che potrebbero essere ribaltate nel caso in cui nella versione finale DICE risolvesse parte (o la totalità) dei problemi citati. Quel che è certo è che Electronic Arts programma piani a lungo termine per il prodotto: il primo DLC, Battle of Jakku, uscirà gratuitamente l’8 dicembre e una settimana prima per chi ha preordinato il gioco. Non pago, il publisher americano ha appena annunciato l’arrivo di un season pass da 49.90 euro, che darà accesso ai quattro DLC previsti, e Star Wars Battlefront Edizione Definitiva, che includerà tutti i contenuti disponibili per il gioco.
Le tempistiche di questi annunci sono discutibili, ma non stupiscono molto: d’altronde a maggio Electronic Arts ha dichiarato di aspettarsi vendite superiori ai nove milioni di copie per il gioco. Comunque vada, Star Wars Battlefront uscirà il 17 novembre su PC, PlayStation 4 e Xbox One. Di seguito il sito ufficiale.
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