Le vecchie abitudini sono sempre dure a morire e infatti pure questo film l'ho mancato al cinema. Ma qui non centrava (solo) la mia sbadataggine, ma faceva tutto parte di un grande piano. Di sicuro un piano migliore di quello che Lucas ha architettato nel gestirsi questa trilogia prequel sulle gesta del piccolo Dart Vader. Il mio piano, molto semplicemente, a riprova che le cose migliori forse sono proprio quelle semplici, consisteva nel bypassare la prima visione nelle sale per farla direttamente con l'acquisto del dvd. Minchia, che trasgre, eh? Anche perché l'anno in cui uscì questo film era stato uno dei più tormentati della mia vita, quindi durante l'attesa ho avuto diverse magagne alle quali pensare e il tempo è trascorso non privo di contorcimenti mentali che hanno fatto passare questa pellicola in secondo piano. Senza contare poi che questo è stato uno dei pochi dvd, insieme a quello di Watchmen e de Il cavaliere oscuro, che ho acquistato a prezzo pieno (reso ancora più alto dalla presenza di un dvd extra di contenuti speciali), senza sconti temporali o offerte speciali, quindi il ricordo affettivo si fa ancora più grande. Ma ciò che rimane è il rimembrare quel momento, quando ho spento le luci della sala, ho messo il dvd nel lettore e ho sentito il celeberrimo motivetto di John Williams invadere il salotto. Quella sera, per due ore, ho dimenticato i problemi del mondo, la scuola, gli amici che mi deludevano e le ragazze che non c'erano, e mi sono gustato le gesta dei Jedi in quella galassia molto, molto lontana.
Gli ultimi atti sono pronti e il senatore Palpatine riesce sempre più a manipolare la mente del giovane Anakin Skywalker, pericolosamente vicino al lato oscuro. E in nome di questo suo nuovo ideale, compirà azioni sempre più atroci. Le stesse azioni che lo porteranno a diventare Dart Vader...
Ricapitolando, La minaccia fantasma è stata una cosa che, se fossi stata la madre di Lucas, lo avrei disconosciuto dal testamento, mentre La guerra dei cloni, se preso con un cipiglio maggiormente ignorante, poteva anche ritenersi un filmetto godibile. Decisamente un risultato davvero deludente se si pensa a ciò che Star Wars ha significato non solo per il cinema, ma per tutta l'industria dell'intrattenimento in generale, che qui sembra esserglisi rivolta contro usando gli stessi stilemi che ne hanno decretato la grandezza, per certi versi. Fortunatamente è una cosa avvenuta quando ero ancora in un'età ingenua e meno critica di adesso, perché credo che dopo un inizio simile mi sarei rifiutato di vedere gli altri capitoli nonostante le critiche progressivamente più favorevoli - ma a ripensarci, io sono andato a vedermi tutti i film de Lo Hobbit, quindi farei meglio a stare zitto. Questo però è il film che ha saputo creare il miracolo, che ha acceso quella speranza che sembrava essere scomparsa da tutti i fan delle avventure stellari. Gli stessi fan che nonostante tutto andranno a vedersi il nuovo capitolo di "Doppia J" Abrams. Perché è innegabile che, pur con dei difetti non trascurabili, il film riesca finalmente a ingranare la quarta, uscendo vincitore da quella sfida che le prime due pellicole hanno miseramente perso: meravigliare. Cosa che in un qualsiasi film (o libro, fumetto e opera teatrale che dir si voglia, tutto ciò che ha a che fare con il narrare) è d'obbligo. Ci sono però sempre i soliti ma, perché in questa saga non c'è nessun film che ne esca totalmente integro. George Lucas è un bravo guaglione, ma sembra non essersi accorto che dagli anni Settanta sono passati almeno tre decenni e certe cose di allora riproposte sul grande schermo negli Anni Zero non fanno più lo stesso effetto. E' la stessa cosa che succede con alcuni passaggi, soprattutto all'inizio (ma quella sequenza d'apertura prima di mostrare la guerra è un qualcosa di indimenticabile) con la comparsa del generale Grevious e altre cosucce simili, ma tutto il resto è come una secchiata d'acqua fredda in faccia. Persino i dialoghi, vero tasto dolente del Lucas sceneggiatore, qui riescono a farsi carico di tutto il peso che un simile passaggio narrativo comporterebbe, e certi rimangono addirittura impressi - vogliamo parlare di quello fra Anakin e Palpatine a teatro? E soprattutto su Anakin vanno spese due paroline. Perché lui rimane il solito personaggio abbastanza odioso, ma vederlo sprofondare così fa capire perché, ai tempi, questi film avevano colpito così tanto. Ne esce un personaggio ribaltato, col quale è possibile empatizzare e che, col carico di sofferenza che farà alla fine, riuscirà a far provare una certa pena. Il suo sbruffoneggiare ha finalmente senso, così come la sua immaturità che, se nel capitolo precedente riusciva solo a dare un personaggio abbastanza privo di spessore, qui porta alle estreme conseguenze. Ed estremo è quel finale, quello scontro fa il Padawan e il suo maestro Jedi, un combattimento che da solo si mangia tutti quelli dei film precedenti e gli dona quel pathos che era così terribilmente mancato. Sembra quasi che Lucas abbia girato le prime due pellicole solo per contratto, perché la storia che non vedeva l'ora di raccontare era proprio questa, e la cosa si vede. Certo, non possiamo negare che nella fretta di collegarsi a quella che è la Trilogia classica alcuni passaggi siano abbastanza stringati o improbabili (la fine di Yoda mi ha fatto lanciare diversi mannaggia! a qualche figura mitologica), ma i difetti per una volta sono rimpiazzati dai pregi. E quando l'arci-nemico per eccellenza compare sullo schermo, quando ogni audio si azzera per far sentire quel suo respiro ormai entrato nella leggenda... avverti finalmente il peso di un qualcosa che ha segnato la storia. Senti l'importanza che un personaggio simile comporta e odi Hayden Christensen perché, a differenza tua, ha avuto modo di indossare il suo costume. E quando un personaggio simile è affiancato alla colonna sonora che lo ha accompagnato nell'immaginazione di milioni di spettatori, l'orgasmo ha inizio. Forse non è abbastanza per promuovere pienamente un film pieno di difetti, nonostante la grinta che sembra aver riacquistato il suo narratore, ma ti fa capire che la magia può esserci anche in quella che è stata fin dal suo principio una bieca operazione commerciale. E che se ci proviamo un attimo, la Forza serpeggia in ognuno di noi.
Dopo questo resta un senso di vuoto. E vedere una storia che sapevi già come sarebbe andata a concludersi, e scoprirti emozionato dalla cosa, ti fa sentire un po' ebete. Magia del cinema.Voto: ★★★ ½