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Starbucks apre a Milano: berremo frappuccino dal 2017

Da Lilimadeleine
Starbucks apre a Milano: berremo frappuccino dal 2017

Sapete, non so come prendere la notizia che Starbucks aprirà a Milano nel 2017.

Se ne parlava già da tanto e ora l'azienda ha confermato con un comunicato stampa ufficiale: nel giro di un anno, potremo bere il frappuccino nel centro di Milano.

Considerato che già possiamo mangiare la pizza di Domino's ...

Insomma, c'è di che essere contenti oppure no?

Da un lato, il fatto che una multinazionale americana consideri Milano una città dal potenziale interessante fa piacere. Tanto più che l'idea di creare Starbucks è venuta al suo fondatore, Howard Schultz, proprio dopo aver fatto un viaggio in Italia nel 1980.

Tornato a casa, il manager di Seattle ha pensato che fosse ora di importare la cultura dell'espresso anche negli States: lanciò così la sua startup, che in origine si occupava solo del business della tostatura del caffè e oggi è diventata un'azienda con numeri da capogiro.

Facciamo in conti: solo in Europa, Africa e Medio Oriente Starbucks ha 2.400 punti vendita. E tutti insieme, questi rappresentano solo il 10 per cento del fatturato globale.

Parliamo di miliardi...

Starbucks apre a Milano: berremo frappuccino dal 2017

Ora una parte, seppure infinitesimale, di questi soldi arriveranno anche da Milano: città cosmopolita per eccellenza, che dopo il trionfo di Expo ha avuto un forse balzo in avanti come destinazione turistica e non più solo in quanto grigia città d'affari.

Un punto a favore dell'apertura di Starbucks è la possibilità di avere finalmente locali dove il wifi è garantito e si può stazionare con pc, libri o giornali come da anni vediamo fare nei film americani e tentiamo di replicare - senza successo causa penuria di location - anche in Italia.

Quello di Milano, poi, sarà un punto vendita che renderà omaggio alla cultura italiana: bancone da bar classico, cibo italiano nel menù e una miscela di caffè appositamente creata per soddisfare le papille meneghine.

E l'Italia al fondatore Schultz era l'unico mercato che mancava: un paese non facile, dove la cultura della moka impera, il caffè di beve al volo al bar o lo si ordina con mille varianti e comunque rimane un'istituzione.

Eccolo qui il sassolino nella scarpa che mi dà un po' fastidio: arriva Starbucks con i suoi miliardi e si compra un negozio nella Milano più vecchia, quella delle Cinque Vie. L'hanno fatto tutti, lì in zona c'è persino la Patisserie des Reves oltre ai grandi marchi del lusso (che italiano ormai lo sono poco).

Forse a urtarmi un po', lasciando da parte la retorica contro le grandi multinazionali che ammazzano il sistema blablabla, è questo voler inseguire a ogni costo lo stile italiano.

Avrei preferito che Starbucks arrivasse per quello che è: una catena americana che serve, tra l'altro, anche il frappuccino, che in Italia non si trova e magari ne andremo pazzi.

Senza la miscela tostata apposta per far felici i milanesi, che magari l'espresso continueranno a prenderlo al bar e poi affollerrano Starbucks per il frappuccino, il wifi, quell'aria internazionale che piace sempre tanto.

[Credits: foto @Starbucks]

Starbucks apre a Milano: berremo frappuccino dal 2017

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