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Stasera alle 21.05 su TV 2000 La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo

Creato il 08 maggio 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
  • Anno: 1966
  • Durata: 121'
  • Genere: Drammatico, Guerra, Storico
  • Nazionalita: Italia, Algeria
  • Regia: Gillo Pontecorvo

La battaglia di Algeri è un film del 1966 diretto da Gillo Pontecorvo, che ha acquisito il valore di un’opera di testimonianza e di rivisitazione dei fatti storici contemporanei.

Il film, interamente ambientato nella città di Algeri durante la guerra d’Algeria, ha vinto il Leone d’Oro alla 27ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ed è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare.

Algeri, 7 ottobre 1957. I parà del colonnello Mathieu circondano il nascondiglio dell’unico superstite del Fronte di Liberazione Nazionale algerino, Alì La Pointe, e minacciano di far saltare con la dinamite la casa. Questi, in attesa della morte, ripercorre con la memoria gli avvenimenti nei quali, da sfruttatore di donne e pregiudicato comune, è maturato in uomo cosciente del suo diritto alla libertà. Tre anni prima, nel novembre ’54, la lotta era cominciata liberando la Casbah dai germi della malavita per fare della cittadella araba la roccaforte della rivoluzione: poi era esplosa con scontri individuali ed azioni terroristiche che avevano provocato reazioni da parte della popolazione francese. Nel gennaio del ’57 erano giunti il colonnello Mathieu ed i paracadutisti che, con un’azione militare e poliziesca non priva d’intelligente organizzazione e non aliena da sistemi di tortura, avevano progressivamente smantellato l’organizzazione algerina e risalita la piramide dei collegamenti fino ad isolare La Pointe e scoprirne il nascondiglio. Morto Alì La Pointe, la rivoluzione appare sedata. Ma nel dicembre del ’60 tutto ricomincia quasi per incanto e due anni dopo l’Algeria ottiene l’indipendenza.

Con la sola eccezione di Jean Martin, tutti gli attori che recitano nella pellicola sono improvvisati. Lo stesso Yacef Saadi ha realmente combattuto durante la resistenza, e ha perciò interpretato un personaggio dalla natura autobiografica.

In virtù dei buoni rapporti instauratisi (anche in chiave petrolifera) tra i governi di Italia ed Algeria all’indomani dell’indipendenza del paese, il regista ottenne il sostegno del governo locale per la realizzazione del film e, in forza di questo spirito collaborativo, tutte le riprese hanno potuto avere luogo ad Algeri.

Il tamburo militare solista, che si ascolta durante tutto il film, è suonato dal batterista Pierino Munari.

Nella versione italiana del film Lucien, il membro dell’OAS che fa esplodere una bomba nella casbah, sembra essere un giornalista (ed è così che si qualifica ai soldati di guardia all’ingresso della casbah), mentre, nella versione originale in lingua francese, si tratta di un commissario di polizia.

Nella versione italiana uno degli attentati compiuti dalle donne risulta essere alla sede della compagnia aerea francese, mentre nella versione originale in lingua francese viene effettuato all’aeroporto di Algeri.

Nella versione italiana la compagna di lotta di Ali che muore insieme a lui è chiamata Halima mentre nella versione in lingua francese ha il suo vero nome, Hassiba (nome completo Hassiba Ben Bouali).

Nella versione italiana durante la scena finale del film il comandante dei gendarmi francesi ordina con un megafono ai manifestanti di disperdersi, chiedendo loro “cosa sperate di ottenere?” e la risposta sono le grida indistinte dei manifestanti, mentre nella versione in lingua francese egli chiede “cosa volete?” e la risposta, prima dell’unirsi delle voci, è “l’indipendenza”.

All’ESMA, in Argentina, nel periodo tra gli anni sessanta e gli ottanta e nelle scuole militari statunitensi ci si servì del film di Gillo Pontecorvo per l’addestramento alle tecniche antisovversive. La proiezione fu preceduta da una presentazione in chiave religiosa ad opera del cappellano della Marina.

La proiezione del film in Francia fu proibita fino al 1971.

Ecco il trailer:



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