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Stasera mi butto (mica di sotto)

Da Miwako

Miele d'acacia.Ho dimenticato di specificare, ma l'ho da poco eletto miele preferito.La consistenza è densa al punto giusto, il sapore riesce ad essere delicato e deciso al tempo stesso e, al palato, sembra una carezza fatta con un velo di seta d'alveare.Anche quello di castagno ha il suo perché, a mio parere.Yogurt greco, un cucchiaino di miele d'acacia, e non ne potrete più fare a meno.Scoperta dell'acqua calda? Può darsi. Ma per un'avventuriera delle colazioni come me che cambia completamente alimenti e sapori ogni volta che muta il vento, aver trovato un'accoppiata che faccia pensare ad un sodalizio eterno e inesauribile, è di sicuro degno di nota.Immagino si capisca leggendomi, ca va sans dire, che il mio rapporto con il cibo è viscerale, emozionale, emozionato e soggetto a variazioni, in tema e non. Quindi pure un po' deviato, me ne rendo conto.Non saprei rispondere alla domanda "Qual è il tuo piatto preferito?". Non con un criterio assoluto, per lo meno. Le variabili di pasto, tipologia, periodo sono troppo determinanti per riuscire ad indicarne uno.Ora, in questo momento, risponderei yogurt greco e miele. Eccheppalle, lo so.
Uno pseudosconosciuto mi ha fatto notare, per la prima volta, che non avere un piatto preferito in assoluto, saper seguire l'evolversi dei gusti, è indice di elasticità mentale. Non ci avevo mai pensato. Potrebbe essere vero.
C'è da dire che non ho più fame. Come un automa, mi fermo all'una e mezzo e mangio un panino senza sentirne minimamente il bisogno. Stessa cosa per la cena. Alle nove, a volte le dieci, il bene che mi voglio mi sussurra "Su, stacca e mangia che, anche se non hai fame, anche se al momento non ti sembra, è questo che mantiene il cervello vigile". E allora mangio. Non solo, cucino, con un po' di calma e tanta verdura. E nonostante abbia la sensazione che lo stomaco me l'abbiano levato, sento che mi sto facendo un favore.
E stasera me ne faccio un altro.Spengo il computer, il telefono, il cervello, le ansie, ed esco.Per fortuna che mi voglio bene.

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