Quella delle remastered è una pratica che coinvolge, nella stragrande maggioranza dei casi, titoli tripla A che hanno avuto un discreto successo. Ad invertire questa tendenza ci pensa Microsoft, che propone un’edizione ritoccata sia dal punto di vista tecnico che del gameplay di State of Decay, interessantissimo titolo survival dei ragazzi di Undead Labs uscito in esclusiva PC Windows e Xbox 360 nel corso del 2013. Grazie ad un codice fornito da Microsoft abbiamo avuto modo di rigiocare l’avventura principale e le due espansioni, Lifeline e Breakdown. Ecco la nostra recensione.
State of Decay è sostanzialmente un action in terza persona con elementi survival e ruolistici. Il nostro ruolo sarà quello di sopravvivere nel corso di un’apocalisse zombi, ma con il termine sopravvivere non si intende il semplice massacrare non morti a colpi di armi da fuoco, bensì bisognerà raccogliere provviste, gestire le scorte e provvedere al benessere della comunità. Non esiste infatti un protagonista, potremo in ogni momento cambiare personaggio tra quelli appartenenti al gruppo e, in caso di morte, semplicemente passeremo ad utilizzarne un altro. Ogni sopravvissuto ha delle caratteristiche uniche e delle abilità che miglioreranno nel tempo, ma l’utilizzo intenso dello stesso personaggio porterà ad un abbassamento delle sue difese fisiche e della sua stamina, fondamentale per combattere i numerosi zombi sparsi per la vasta area di gioco.
Oltre alle missioni, utili per proseguire con la trama, il nostro scopo è, come accennato sopra, quello di raccogliere quante più provviste possibile, ampliando sempre più il nostro raggio d’azione. Potremo accumulare scorte di vario tipo, ma quelle di primaria importanza sono rappresentate dalle unità di farmaci, proiettili, materiali e benzina. Grazie a queste risorse sarà possibile espandere la base con dormitori, laboratori, torri di guardia e altri elementi utili alla sopravvivenza, tra i quali quelli visti in Lifeline, una delle due espansioni. Non avere a disposizione la giusta quantità di risorse potrebbe essere fatale per noi e per i nostri compagni, poiché una carenza di farmaci potrebbe far ammalare qualcuno e la mancanza di cibo potrebbe addirittura portare alla morte i nostri alleati. Avendo poi a disposizione una mappa liberamente esplorabile, potremo imbatterci in alcune missioni secondarie che ci vedono aiutare altre piccole comunità o sopravvissuti in pericolo, tutti potenziali nuovi elementi per la nostra squadra.
Per quello che riguarda il gameplay, il sistema di combattimento corpo a corpo ha subito qualche ritocco e può vantare adesso una migliore risposta ai comandi. A parte questo non ci sono stati stravolgimenti nel combat system, che continua a basarsi sul colpire gli zombi con attacchi normali e poi finirli, quando in ginocchio, con un colpo più pesante. C’è ancora margine di miglioramento sia per l’utilizzo di armi da fuoco che per quelle corpo a corpo, ma è comunque da apprezzare lo sforzo fatto nel limare alcuni difetti. Altra novità è la presenza di nuove armi e veicoli non presenti nel titolo originale, in particolare i SUV, molto utili per eliminare le orde di zombi.
BRAINS!Ad arricchire il pacchetto base ci pensano le due espansioni: Breakdown e Lifeline. Nella prima potremo avventurarci in una partita potenzialmente infinita, dove il nostro scopo è quello di sopravvivere il più a lungo e completare un elevato numero di incarichi secondari. In questo caso non solo troviamo una nuova tipologia di missione, ma avremo a che fare con provviste aeree circondate da numerosi non morti. Ogni volta che inizieremo una partita, potremo scegliere tra vari personaggi che sbloccheremo progredendo nel gioco. Questa modalità è davvero molto interessante, soprattutto perché permette a chi ha apprezzato le meccaniche di gioco di mettere alla prova le proprie capacità di sopravvivenza. A disposizione in questa versione ci sono sia personaggi inediti che altri presi direttamente da Lifeline. Parlando invece della seconda espansione, Lifeline, ci ritroveremo a controllare un gruppo di militari che cercano una via di fuga in seguito all’apocalisse. La particolarità di questa mini-storia sta nel fatto che le risorse iniziali saranno particolarmente corpose, ma bisognerà razionarle in maniera molto saggia fino alla fine.
Dal punto di vista tecnico c’è stato un notevole miglioramento del titolo, che utilizza il CryEngine 3. Sebbene il framerate sia fermo sui 30 fotogrammi con qualche incertezza durante gli spostamenti veloci e nelle situazioni più concitate, la resa visiva è nettamente migliorata grazie ad un utilizzo di texture in alta definizione e ad un sistema di illuminazione il cui risultato è notevole. Ovviamente non siamo di fronte ad un titolo particolarmente complesso dal punto di vista grafico, ma rispetto alla versione precedente possiamo comunque ritenerci soddisfatti. Buono anche il comparto sonoro, che oltre al doppiaggio inglese può ora vantare musiche composte dal celebre Jesper Kyd. Una nota positiva per i possessori della versione originale del titolo, che potranno acquistare acquistarlo con uno sconto del 33% e trasferire il proprio salvataggio dalla 360 a One.