Estendere i benefici della ripresa alla classe media: questo l'intento principale che è emerso dal consueto discorso sullo stato dell'Unione (SOTU) che lunedì Barack Obama ha rivolto al Congresso e, in diretta tv, a tutti gli americani. Il presidente ha esordito ricordando i successi economici degli ultimi mesi, come la ripresa della crescita, i progressi nell'autosufficienza energetica e il basso tasso di disoccupazione. " L'ombra della crisi è passata" - assicura Obama - " e lo stato della nostra Unione è solido". Attraverso l'esempio di una giovane coppia, Rebekah e Ben Erler di Minneapolis, il presidente rende subito chiaro il target del suo discorso, che coincide con quella classe media che più di altre ha sofferto i postumi della crisi del 2008. La definizione che dà di middle-class economics è emblematica e riassume bene gli ideali del democratico Obama: " l'idea che questo Stato dia il meglio di sé quando ognuno riceve la sua giusta paga, ognuno dà il suo giusto contributo e ognuno si comporta secondo le medesime regole". Le proposte per aiutare la classe media sono molteplici, a partire da uno sgravio fiscale di 3000$ per il mantenimento di ogni figlio. Non mancano permessi di malattia retribuiti, una retribuzione equa per uomini e donne, aumento degli stipendi minimi. Anche l'educazione ha un ruolo importante nel progetto di Obama, con college gratuiti per gli studenti meritevoli e opportunità di riformazione professionale per i veterani. " Gli affari del ventunesimo secolo richiedono infrastrutture del ventunesimo secolo", ricorda infine l'inquilino della Casa Bianca, proponendo un piano di edilizia pubblica di ampio respiro. Questi investimenti, assicura, saranno finanziati attraverso una nuova normativa fiscale che abolisca " le scappatoie attraverso le quali l'uno per cento al vertice [i miliardari] evita di pagare le tasse sulla sua ricchezza accumulata". " Noi possiamo usare quel denaro per aiutare più famiglie a pagare le cure ai bambini e mandare i loro figli al college ", argomenta.
La seconda parte del discorso è invece dedicata alla politica estera. Il Commander-in-chief fa mostra di credere in " tipo più intelligente di leadership americana", che combini diplomazia e uso della forza solo quando necessario, ma è determinato a sradicare la minaccia jihadista dell'Isil. " Chiedo a questo Congresso di autorizzare l'uso della forza contro l'Isil" - annuncia - " ci riserviamo il diritto di agire unilateralmente". Tra i passaggi del discorso affiora anche un riferimento a papa Francesco e alla sua " diplomazia per piccoli passi", mentre l'intera aula tributa una standing ovation ad Alan Gross, il contractor americano liberato dall'Avana in seguito alla riapertura delle relazioni diplomatiche con Cuba. Barack Obama, che in più momenti del discorso ha teso una mano ai Repubblicani, consapevole che solo con il supporto del Congresso la sua azione può essere veramente incisiva, non transige però sulla diplomazia. " Porrò il veto su qualsiasi nuova sanzione all'Iran ", dichiara, spiegando che le nuove misure, votate recentemente dal Congresso, minerebbero la trattativa in corso sul nucleare.
Tra le sfide del futuro il presidente riserva un posto importante al controllo del cambiamento climatico, uno dei temi delle sue campagne elettorali. Lo storico accordo sul clima con la Cina, sottolinea, è " un ultimo pilastro per la nostra leadership ed un esempio dei nostri valori". Sul versante della trasparenza e dei diritti, Obama promette la chiusura definitiva di Guantanamo, per concludere il suo discorso con un accorato appello all'unità nazionale e alla collaborazione tra Repubblicani - che controllano entrambi i rami del Parlamento - e Democratici. " Non ho più campagne elettorali da fare...lo so perché le ho vinte entrambe", scherza il presidente, ma le parole finali sono in crescendo e ricordano da vicino quelle, ormai iconiche, della sua prima campagna: " I have a dream". " Amici americani, siamo una famiglia forte e affiatata. [...] Abbiamo stabilito un nuovo inizio. Abbiamo un futuro più splendente da scrivere. Cominciamo questo nuovo capitolo - insieme - e cominciamo a lavorare proprio ora ".
Un invito alla coesione nazionale che giunge da un Obama che ha davanti a sé ancora due anni di mandato, in cui, con o senza l'appoggio del Congresso, pare voglia portare avanti le battaglie storiche della sua presidenza. Gli americani sembrano apprezzare la sua determinazione e la sua popolarità nelle ultime settimane è risalita dal 42 al 50%, ma, a dispetto dei buoni propositi e degli applausi, ora lo attende un 2015 pieno di insidie e ostacoli dentro e fuori Capitol Hill.
Il testo dello State of Union 2015.