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State solo giocando - Bangkok, Thailandia

Da Pulfabio
State solo giocando - Bangkok, ThailandiaLi osservo mentre si esercitano sul prato del parchetto. La massificazione priva di gusto del codice che regola la loro immagine, immune ad aggiornamenti e cambi di stagione. Li guardo mentre lanciano in aria birilli, diabolo e palline di gomma, due, tre, a volte perfino quattro. Fanno ruotare aste, hula hoop, catene con stoppini collegati alle estremità, spenti ovviamente, perché cambiarli costa e il loro budget è limitato, o magari dei brandelli di stoffa per simulare le fiamme. Le loro espressioni serie sono ciò che più mi turba. Non ce l'ho di certo con loro perché stanno giocando. Ricordo bene le dolci giornate in spiaggia, nei parchi o nelle strade di quartiere, impegnato con gli amici o da solo a sudare dietro a qualunque di tipo di sport. Le ore trascorse a friggermi il cervello pensando a una insignificante ma fondamentale mossa di scacchi. Persino i giochini dei computer si sono portati via fette preziose della mia adolescenza. Conosco l'importanza che ha il divertimento per l'equilibrio mentale dell'essere umano, forse la conosco anche troppo bene. L'unico esame universitario il cui nome mi sembrava avesse un certo valore letterario si intitola "Teoria dei giochi": decisi di non seguire quel corso soltanto dopo aver scoperto che non trattava esattamente di giochi, per lo meno non così come li intendevo io. Era semplicemente l'ennesimo trucco da ingegnere.
Comunque sia stavo semplicemente giocando, esattamente quello che stanno facendo questi individui davanti a me. Era un semplice fatto di cui ero perfettamente conscio. Questi ragazzi, le loro rigide espressioni, i loro piedi scalzi, i loro pantaloni svolazzanti che potrebbero anche essere gonne, le magliette strappate ad arte, le capigliature, le barbe e le basette apparentemente trasandate frutto di ore passate davanti allo specchio, alle volte persino quelle agghiaccianti sopracciglia ritoccate, i piercing standardizzati, gli accessori appariscenti che penzolano rumorosamente sui loro petti, polsi e caviglie, quei tatuaggi sciocchi e ridicoli con cui si sono marchiati la pelle e di cui probabilmente si pentiranno fra qualche anno, tutto ciò comunica profondo impegno sociale, azioni severe in difesa dell'ambiente in pericolo e delle popolazioni oppresse, di vegetarianismo e veganismo nel nome del diritto alla vita di tutti gli animali, di lotte estenuanti e pacifiche resistenze passive contro dittatori terzomondisti, depravate democrazie occidentali, oscuri gruppi massonici che controllano la finanza mondiale, religioni monoteiste e qualsiasi altra forma che il male possa assumere. Tutti nobili intenti, lo ammetto. Il problema è che queste persone si ingannano pensando che stanno realizzando tutto ciò semplicemente facendo ruotare dei pezzi di plastica in aria o per mezzo di inutili dibattiti carburati da birra, erba o peggio. Perché in fondo le droghe sono i vizi dei buoni e sono soltanto un mezzo per raggiungere una sorta di nirvana, uno stato di armonia tra le persone e la natura circostante, non certo scorciatoie per un divertimento un po' frivolo (a cui tra l'altro non ho nulla in contrario, basta che non sia mescolato con delle dosi tossiche di ipocrisia).Immagino che gli uomini lo facciano per facilitare le manovre d'abbordaggio. Potrebbe essere decisamente il caso di quel nerd che cerca di guidare una di quelle biciclettine mono-ruota, appoggiandosi a una ringhiera ogni cinque metri, sbuffando e ansimando, cercando nel frattempo persino di maneggiare tre palline di gomma. Palline che tiene premute contro gli inguini facendole così sembrare enormi testicoli fluorescenti e rasati. Assomiglia un po' a Napoleon Dynamite, con i capelli oleosi di Kurt Cobain e gli occhiali da vista del giovane Bill Gates. Ha decisamente bisogno di una mano se vuole trombare prima dell'arrivo della prossima era glaciale. E le ragazze, che non hanno certo bisogno di aggiungere questo tipo di prestazioni alla sequenza di passi della loro procedura standard di accoppiamento, prendono probabilmente la cosa per una forma di esibizionismo poetico, non del tipo da maschio alfa però, più di quello della farfalla, della gazzella o del pavone. Nelle vicinanze un gruppo di thailandesi si esibisce in una serie di mosse di street dance con un atteggiamento diretto, arrogante, infantile, animalesco e assolutamente naturale. Anni luce di distanza dal vergognarsene, urlando, ridendo, spingendo, applaudendo, esultando e sfottendo. I turisti occidentali, o viaggiatori come loro stessi preferiscono farsi chiamare, sentono invece la necessità di avvolgere il loro umano desiderio di divertirsi in un sudario a prova di sensi di colpa dalle radici puramente cristiane. Il silenzio, le facce serie, le urla trattenute di incoraggiamento e disapprovazione sono i segnali dell'intenzione di mettere in scena un rituale sacro. Non hanno assolutamente l'aria di chi sta dando sfogo al bisogno di divertirsi del proprio lato fanciullesco. Sembrano piuttosto in preda a un'esaltazione di tipo mistico, la trance da cerimonia propiziatoria di un sacerdote tribale. Proprio loro, i campioni delle crociate anti-chiesa, coloro che si adoperano per svelare il grande bluff delle religioni, smascherati con una mano di carte balorde, o meglio con un mucchio di giocattoli da quattro soldi. Il loro stesso bluff fallito miseramente.
Non puoi nemmeno dar la colpa alla loro giovane età quando vedi che molti di loro hanno più di cinquanta o sessant'anni.
Ma alla fine poi è sempre la solita storia: un sacco di gente ha bisogno di una scusa per godersi quello che sta facendo. Il concerto in piazza si fa per i diritti dei lavoratori, la festa in spiaggia è organizzata per la luna piena, birilli, aste e bastoni si lanciano in aria per fare di questo mondo un posto migliore.
Divertirsi e basta sembra non andare mai bene.
Foto di Johan J.Ingles-Le Nobel (CC)

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