Per il senso comune, Stato e Nazione vengono considerati concetti omologhi, ma in realtà hanno delle differenze sostanziali. Lo Stato è un’entità geopolitica che si riconosce in un sistema amministrativo e giuridico comune, all’interno di un territorio ben delimitato. Differentemente, la Nazione è composta da un popolo accomunato da valori culturali condivisi, come la lingua, le tradizioni popolari, la storia, la cultura materiale e artistica. La confusione tra i due termini deriva dal fatto che il concetto di nazione (il quale, nonostante rispecchi sentimenti ed esigenze ancestrali, ha iniziato ad essere teorizzato solo dopo la Rivoluzione francese) è stato da subito attratto dal concetto di stato, particolarmente nell’ottica dei processi d’indipendenza e di unificazione nazionale (sarebbe meglio dire statuale) compiutisi in Europa nel corso dell’ottocento. Più o meno arbitrariamente, si è voluta creare una nazionalità comune per tenere unite popolazioni con differenti particolarità culturali, fisiche e territoriali; popolazioni alle quali, se mancava qualcosa per essere considerate nazioni, era la coscienza di esserlo. Ma non voglio abbandonarmi al tanto praticato, ma sterile, revanscismo antiunitario, anche perché quella forzatura ha comunque creato indubbiamente una nazione italiana, anche se non sempre dimostra di averne coscienza. D’altra parte, lo Stato-Nazione non ha cancellato le specificità territoriali, spesso con tutti i crismi della nazionalità, esistenti all’interno dei confini dello Stato; piuttosto, la conflittualità generatasi tra questo e le nazionalità tradizionali, spesso sfociata in lotta armata, ha portato a una riscoperta dei vincoli spirituali che legano queste ultime alle comunità di appartenenza.
A ben vedere, gli stati moderni, in buona parte, più che nazionali sono sovra-nazionali, dato che contengono popolazioni differentemente accomunate per specificità culturali e territoriali, spesso aventi un tale patrimonio unico e unificante da essersi reso indispensabile il riconoscimento, da parte dello Stato centrale, dello status di Nazione. La Gran Bretagna unifica sotto la corona inglese altre tre nazioni (Scozia, Galles e Irlanda, quest’ultima divisa dall’Eire, Stato-Nazione irlandese indipendente dal Regno Unito). La monarchia spagnola, a sua volta, contiene entità aventi tutte le caratteristiche della Nazione, come la Catalogna e i Paesi Baschi, e altre (Navarra, Andalusia, Asturie) con una tradizione culturale autonoma. In Francia, corsi, bretoni, normanni, alsaziani e provenzali, pur essendo integrati nello Stato francese, rivendicano orgogliosamente la loro autonomia culturale. In Belgio, lo Stato si è generato dalla fusione di due nazioni distinte, la fiamminga germanofona e la vallona francofona, con una costante tensione separatista, in particolare dei fiamminghi. Separazione pacificamente avvenuta nell’ex Cecoslovacchia tra le due nazioni Ceca e Slovacca, all’indomani della caduta dell’Unione Sovietica. Nella piccola Svizzera, addirittura, la Federazione contempla quattro lingue nazionali distinte – tedesca, francese, italiana e romanda -, le cui comunità di riferimento hanno conservato l’autonomia, nonostante il secolare percorso comune nella confederazione. All’opposto, la Nazione Kurda è divisa tra quattro stati differenti – Iran, Irak, Turchia e Siria -, dai quali è stata fatta oggetto a più riprese di repressione dell’identità.
L’elenco potrebbe continuare a lungo, specie se si prendessero in considerazione grandi stati come la Russia, la Cina, l’India, il Brasile e gli Stati Uniti o regionalismi e localismi che, pur non avanzando particolari rivendicazioni nazionaliste, mostrano profonde differenziazioni nei confronti dello Stato-Nazione in cui sono compresi. E’ il caso dei bavaresi in Germania o dei sardi e dei sud-tirolesi in Italia; il caso italiano, poi, con le sue molteplici specificità territoriali e culturali, offre un vasto panorama di particolarismi che hanno, se non tutte, diverse caratteristiche riportabili al concetto di Nazione: la napoletanità, la romanità, la sicialianità, i francofoni valdostani, i ladini, i friulani, tanto per citarne alcuni. Ma lo Stato-Nazione non solo può comprendere nazioni altre all’interno dei suoi confini, che siano o meno riconosciute; può anche consentire che, sulla base di un’identità nazionale o semplicemente territoriale, le autonomie locali si organizzino in modo da assumere una connotazione statuale: è il caso, ad esempio, degli Stati Uniti, dove ognuno degli stati federati ha una tale autonomia legislativa da consentire che ci siano notevoli differenze, anche su aspetti fondamentali del diritto come la pena di morte.