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Stefania Boleso: Riflessioni sparse di una markettara “old school” sul mondo dell’on e offline

Creato il 05 ottobre 2011 da Giorgiofontana

Stefania Boleso: Riflessioni sparse di una markettara “old school” sul mondo dell’on e offlineMi sono sempre occupata di marketing tradizionale: sviluppo prodotto, ricerche di mercato, advertising classico, attività di street marketing ed eventi.
Ho cominciato a interessarmi del web 2.0 perché mi incuriosiva la sua democraticità, il superamento dei vecchi paradigmi della comunicazione.
Ho osservato, e ascoltato.
E lo sto ancora facendo, in un processo di learning by doing che credo non finirà mai.

Vengo da un’azienda che meno di dieci anni fa non voleva investire su un sito web istituzionale per marcare ancora di più il suo non conformismo, la sua volontà di differenziarsi a tutti i costi.
A distanza di pochi anni, questa affermazione appare come un’eresia (e la stessa azienda, nel frattempo, ha cambiato radicalmente idea).

Cosa mi piace? Nel mondo dell’online 2.0 secondo me si realizza appieno la definizione di marketing che si studia sui libri di testo: l’arte di creare valore per il mercato.
Parole come “ascolto attivo” finalmente si riempiono di significato.
Non più semplicemente focus group o un tracking periodico, quanto piuttosto flussi di conversazioni continui. Un’opportunità immensa.
Questo però presuppone un bagno di umiltà dell’uomo d’azienda, che se davvero vuole dialogare con il suo consumatore deve scendere dal piedistallo.
Capite che si tratta di una rivoluzione culturale non da poco. E non da tutti.
Perché ascoltare significa saper accettare anche le critiche e avere il coraggio di cambiare.

Il web 2.0 è una parte sempre più importante del marketing communication mix, cioè della leva promozionale all’interno del marketing mix, eppure non credo, almeno nel breve periodo e almeno in Italia, che sarà l’online a dettare la strategia di marketing anche per l’offline, come ho letto qualche giorno fa in un post scritto evidentemente da qualcuno molto ottimista.
Diciamo che il web parla ai “pionieri” e ai cosiddetti early adopter, un po’ come faceva MTV 10/15 anni fa.

Aree di miglioramento? Da markettara “old school”, come mi sono definita sopra, ho una richiesta da fare ai guru del 2.0: poiché la forza del web sta nel dialogo, perché non trovate modalità innovative di coinvolgere l’offline nelle vostre conversazioni? Aiuterebbe sapere che il marketing della “transazione” e quello della “relazione” non proseguono su binari paralleli senza mai incontrarsi, ma al contrario a un certo punto convergono.

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L'autore
Stefania Boleso Marketing and communication consultant a Milano Docente/formatore in ambito marketing a Milano Columnist presso Subvertising a Milano Blogger a Milano [email protected]

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