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Stefano Bollani: "Parliamo di musica" per capire la musica anche senza conoscerla
Creato il 03 ottobre 2013 da EmercataliTra una puntata a l'altra di
"Sostiene Bollani"
"Parliamo di musica" per capire la musica anche senza conoscerla
Stefano Bollani
usando nel suo libro soltanto parole trasmette con semplicità un entusiasmo da grande interprete del suo tempo
Nel corso della sua fulminante carriera di pianista e di compositore Stefano Bollani è ora riuscito a trovare il tempo per scrivere un libro, forse perchè desideroso di rendere universalmente condiviso il suo entusiasmo per quell'arte che fin da bambino lo ha visto accostato al pianoforte, e forse perchè ha pensato che la sola musica, sia pure nella multiformità dei generei da lui praticati e nelle varie modalità di proporla, più non bastasse a perfezionare la sua comunicatività con il rersto del mondo. Questo però non sarebbe esatto, visto che la sua musica è capacissima di dialogare con chiunque, e che questo suo recente bisogno di scrivere non è certamente un tentativo di approfondirsi ma di convincere chi lo legge a meglio approfondire soprattutto se stesso, attraverso l'ascolto della musica, ma anche attraverso una maggiore attenzione ad ogni altra cosa che possa accadere attorno alla musica (trasversalità tra i generi, approcci estemporanei tra musicisti di diversissima estrazione, forme di dialogo tra chi sta sul palco con chi vi sta davanti, ecc.), rendendosi disponibile ad una costante ricerca di quanto la musica muova dentro di lui. E' infatti dalle parole che Bollani usa per raccontarsi, descrivendo episodi della sua vorticosa vita di musicista, che traspare quanto lo ha avvicinato al mondo della sua arte, ed alle persone che quel mondo popolano, attraverso l'idea del vivere con intensa partecipazione ogni attimo che renda più prossimo ciascuno alle persone che incontra, e di quanto sia utile ciò alla causa d'un miglioramento in senso lato della comunicazione. E la musica giova, forse più di ogni altro linguaggio, proprio a tal fine.
Il Maestro Riccardo Chailly e Stefano Bollani (1 giugno del 2013) eseguono in piazza del Duomo a Milano, con la Filarmonica del Teatro alla Scala di Milano, la Rhapsody in Blu di George Gershwin per piano e orchestra, davanti a 50.000 spettatori (in questo filmato eseguito per intero, 16,15 min.'). La grandezza dell'avvenimento musicale dell'anno era dovuto principalmente alla presenza al piano di Stefano Bollani, noto al grande pubblico come jazzista verstile e poliedrico, ed ancora sconosciuto nella sua veste di esecutore classico. L'evento, diffuso nel mondo non solo attraverso i circuiti televisivi, fu accompagnato anche dall'uscita in contemporanea su cd per DECCA, che ne seppe garantire il grande successo. Qui in video in versione integrale. Nella prima foto della serie qui sotto, il Maestro Riccardo Chailly assieme a Stefano Bollani.
Qui sopra e sotto una carrellata di immagini di Stefano Bollani e di musicisti che con lui hanno condiviso il palcoscenico, o ai quali egli si è fortemente ispirato, nell'interpretare e comporre, tra cui Riccardo Chailly, Renato Carosone, Chick Corea, Caetano Veloso, Joao Gilberto, Antonio Carlos Jobim, Frank Zappa, Enrico Rava, Vinicio de Moraes, Lee Konitz, Bill Evans. Di tutti loro ne fa, all'interno del suo libro, ampi ritratti, collocandoli, a seconda dei generi musicali di ciascuno, o del carattere che sprizza dalle loro personalità quando sono sulla scena, nei diversi capitoli del libro. Questi ultimi non sono affatto distinti per generi o periodi della storia musicale, bensì secondo una selezione tutta particolare che nasce dalla multiforme personalità dell'autore: "Humor e comicità", "La musica non esiste senza l'empatia", "Amare, copiare, omaggiare", "Ma che vuole il pubblico?", "Effetti, trucchi, convenzioni". Di ciascun personaggio viene sviscerato il mondo stesso nel quale si alimentata la musica, e si comprende assai bene come in questo modo tutto speciale avviene l'approccio col pubblico, ed i motivi per i quali il pubblico se ne esalta.
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In effetti, se quello che appare dalla lettura del solo titolo annuncia un libro ("Parliamo di musica") piuttosto didascalico, quanto invece suscita la sua lettura è un gioioso racconto biografico, che affianca gli episodi che hanno lasciato un segno nella sua versatile personalità ai ritratti dei personaggi famosi coi quali Bollani ha collaborato professionalmente o dai quali ha tratto alimento musicale, con spirito di vera amicizia o di vicinanza empatica, sempre imparando da loro qualcosa di importante.
Qui sopra Stefano Bollani in una recente esecuzione di Luz Negra, brano appartenente al cd "Carioca", durata 6,33 min.' Il cd che il pianista ha dedicato alla musica latino americana, per la quale egli ha una particolare predilezione, dovuta tra l'altro ad una sua solida amicizia coi maggiori protagonisti del suo ampio repertorio, è stato registrato il 23 luglio 2009 al Festival di Villa Arconati (Milano). Con Bollani suona Marco Pereira alla chitarra.
Le considerazioni più minute e divertenti dell'autore (le quali costituiscono la vera sostanza del suo argomentare) sono espresse senza un ordine preciso nel corso dell'intero libro, e perciò esso risulta tanto meno didascalico, a partire dai titoli dei capitoli, fino all'improvvisazione estemporanea, riferita ad episodi emersi dal suo ricordo, di eventi musicali classici, jazz, ma anche di musica leggera, esattamente come avviene nell'improvvisazione delle sue migliori performances alla tastiera. E' interessante ad esempio, in tal senso, quanto emerge dalle stranamente poche righe del capitolo intitolato "Comporre". Qui Bollani sprizza autoirona ed anche autocritica. Egli, a un certo punto, dice: "In veste di compositore posso dire che mi complico la vita. La complico anche ai musicisti che suonano con me. Cerco l'originalità a tutti i costi: vengono trantadue battute, come in uno standard americano... e allora ne devo aggiungeree una in modo che siano trentatré! Viene una conclusione logica su un certo accordo e allora devo per forza trovarne uno più improbabile".
Questo modo di pensare e fare vale però anche per l'improvvisazione interpretativa, la quale, per quel tanto che conosciamo di Bollani, che da tempo ascoltiamo nei suoi i CD, ma anche da molte sue presenze sul palco, dal vivo, alimenta le proprie esternazioni su analoghi processi mentali, in parte inconsci, ma in parte ormai anche quali elementi d'una sua consapevole particolare costruzione.Prima ancora di leggerne il pensiero, tra le sue frasi più interessanti ed acute riportate nel libro, ne avevamo capito anticipatamente lo spirito, l'impostazione, e gli stessi contenuti, semplicemente ascoltandolo nei non pochi concerti da lui offerti e da noi ascoltati dal vivo: una interpretazione tesa e vibrante, una improvvisazione piena di fraseggi estemporanei, frizzanti, inaspettati, una partecipazione all'evento come dialogo coi suoi protagonisti, ma soprattutto col pubblico, che il pianista sente estremamente presente, tanto da dialogare spesso con esso, rendendosi disponibile in toto, con la musica ma anche col corpo e con lo spirito, esibendo ironia ed a volte perfino, comicità, con i quali strumenti egli affina lo strumento principale che è il piano, per un dialogo totale capace di fare del pubblico il vero protagonista delle sue serate. Questo il suo "segreto". Il segreto del suo successo, della sua rapida scalata alle classifiche, della sua fulminante carriera di uomo del suo tempo.
Ora, con "Sostiene Bollani", la trasmissione televisiva da Bollani ideata e condotta assieme a Caterina Guzzanti, avviatasi in questi giorni in sei puntate per Rai 3, rappresenta una ulteriore fase esplorativa, per il grande pianista e compositore, finalizzata ad aprire ulteriori spazi alla comunicazione musicale e di dialogo col pubblico, che sia questo colto e preparato, o che sia ancora tutto da acquisire all'interesse per l'arte che più di ogni altra è capace di parlare con tutti. E' questo il profondo credo di Bollani, un credo che lo porta a non lasciare inesplorato alcun ambito che possa metterlo a contatto con il pubblico ed a fare di questo dialogo un viatico per una vita più intensa e gioiosa.
Enrico MercataliLago Maggiore, settembre 2013
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