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Stefano CardarelliDue poesie

Da Ennioabate

morte-di-cleopatra-part

16 marzo 78

addentano le brezze i bivi
già slabbrati di marzo
le volte degli etruschi decimati altrove
virate con lasciti di gesso
dai loro fazzoletti rossi
e dentro chiese stipate
tra le montagne rocciose degli addii
esonerati nel sangue
come se il Paese non fosse mai stato
se non questo prestito di voce
e sonno di patine biancastre
in Piazza San Giovanni
quando la folla raccolta non sapeva
che del volo le era rimasta
soltanto la rincorsa

Anima suicida

non sono riusciti a fermarti
ragazza che scrivevi poesie pasticciate
ma questo ancora prima
che ti vedessero staccarti
dal cornicione della loggia e transitare
verso un luogo di quiete
ancora prima molto prima
non sono riusciti a fermarti
non hanno potuto vederti
quando la mente galoppava in torsioni di paludi
con i garretti bianchi di stelle e di gesso
e attraversavi le strade in diagonale
attenta a non salvare te stessa
ma solo gli animali
del tuo serraglio fantastico
le prove invisibili
sul cuore dell’uomo
la mongolfiera in fiamme che esauriva
il suo compito lasciando il segno
perfetto del suo cielo
e tutto durava come una bava asciutta
come un vascello fantasma in carne e ossa
da questa parte del mondo alla tua acuta vista
l’indelebile assenza
ancora prima quando ti sentivi spartita
tra una richiesta di aiuto e un orgoglioso silenzio
tra l’amore universale e la misantropia
quando le scatole che aprivi contenevano anfore
che andavano subito in pezzi
quando la parola che pronunciavi
era un trauma di vento
dall’altra parte dell’universo
che arruffava i pianeti
come un sordo petardo
prima molto prima
quando i tuoi libri si sfarinavano
esattamente come le tue palpebre
quando i fratelli non riuscivano a raggiungerti
e tu piangevi per loro
più che per te stessa
dietro un muro di sale
e il traffico era la tua
circolazione sbagliata
la segnaletica indicava
soltanto luoghi di villeggiatura
a lettere maiuscole
e ogni forma era un peso
un volgare e sgangherato imperio
il cattivo gusto della vita
spietato sulle trombe del pensiero
all’inizio del mondo avevi messo un biglietto
dalla carrozza su cui nessuno
avrebbe potuto mai saltare
a deviare il cavallo che non avevi preso
a toccare i sedili
dove non c’eri

12.1.2014


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