Stefano Cecchetto. Memorie ritrovate: Ezio Gribaudo e Giorgio de Chirico. Milano, Skira, 2014
All’edicola sotto i portici di piazza San Carlo a Torino
Di VICTORIA SURLIUGA (Texas Tech University)
Questo volume ricostruisce il fruttuoso sodalizio tra i pittori Ezio Gribaudo e Giorgio de Chirico, sfociato in diverse pubblicazioni e progetti espositivi, a partire dall’incontro dei due artisti nel 1968, quando de Chirico presenziò all’inaugurazione di una mostra di Gribaudo alla Galerie de France a Parigi. Nel ricordare il notevole lavoro di Gribaudo come figura guida di artisti a lui contemporanei nel ruolo di editore e conoscitore del loro lavoro, riemerge un importante episodio dell’arte italiana del Novecento. I documenti di archivio riportano alla luce un testo di de Chirico del 23 gennaio 1969, riguardante I bianchi di Ezio Gribaudo, dove il pittore torinese viene definito leucofilo per via della sua la passione per il bianco, in opposizione a Tintoretto, che invece amava il nero e le tonalità scure, ed era quindi un melanofilo.
Gribaudo, destinatario di numerosi riconoscimenti tra cui il premio per la grafica alla XXXIII Biennale di Venezia del 1966, viene qui presentato come imprenditore, promotore di artisti, editore d’arte, artista e artefice di una serie di quadri che ripropongono diversi temi di de Chirico attraverso l’uso di alcuni tratti iconici della pop art. Il volume traccia le tappe fondamentali della collaborazione tra i due, sfociata nella pubblicazione di tre volumi, 194 disegni di de Chirico (Edizioni d’Arte Fratelli Pozzo, 1968), la monografia Giorgio de Chirico, curata dalla moglie dell’artista, Isabella Far, nella collana Grandi Monografie di Fabbri Editori (1968, poi ristampata nel 1988), nonché De Chirico com’è, sempre per i tipi della Pozzo nel 1970. Questi libri ideati da Gribaudo portarono a una ripresa dell’interesse per de Chirico, contribuendo a superare una fase relativamente lunga di stasi nell’evoluzione della sua presenza nel canone artistico italiano moderno. Alla fine degli anni sessanta, de Chirico iniziava ad essere trascurato dalla critica, più interessata alle avanguardie che ai ritorni alla tradizione. Gribaudo riuscì quindi a riposizionare de Chirico in un momento in cui le sue immagini più iconiche erano diventate puro oggetto di imitazione, storicizzate e non considerate più attuali.
Gribaudo propone una rilettura delle opere di de Chirico che riecheggia la pop art e i cromatismi di Warhol. Cecchetto evidenzia come la sacralità delle opere originali venga decontestualizzata da una rilettura che privilegia i loro tratti emblematici, e come la resa pittorica di Gribaudo del 1968 conduca de Chirico al di fuori dal feticismo museografico. Gribaudo cattura l’assenza di prospettiva e le qualità di superficie di alcuni lavori di de Chirico, disponendo gli oggetti in un unico primo piano orizzontale senza gerarchie. Ne risultano dei dipinti perfino più attuali degli originali da cui traggono i temi, superando la dicotomia di de Chirico tra antico e moderno, spesso irrisolta all’interno della sua opera. La trasposizione pittorica dei temi di de Chirico ad opera di Gribaudo non risulta né in adattamenti né in imitazioni, ma in una sintesi che produce un lessico pittorico assente nel punto di origine a cui dovrebbe ispirarsi. I dipinti di Gribaudo vanno letti come un unicum. Si spiega così la mancanza di titoli individuali nonché la presenza di un’unica, sfaccettata sequenza, dal titolo complessivo Omaggio a de Chirico. Fa eccezione nella serie dei titoli la figura di Apollo, dove si trova un’eco, nella capigliatura, delle classiche teste di Medusa. Complessivamente, la traduzione pittorica di Gribaudo assume un’autonomia e originalità che traslitterano gli originali proprio in quella dimensione contemporanea abiurata da de Chirico.
- Stefano Cecchetto Memorie ritrovate: Ezio Gribaudo e Giorgio de Chirico
- Milano, Skira, 2014
- ISBN: 978-88-572-2638-5. pp. 138
- € 22,00
Omaggio a de Chirico, 1968 – olio e acrilico su tela – 70 x 100 cm
Omaggio a de Chirico, 1968 – olio e acrilico su tela – 70 x 50 cm