a cura di Tonia Salomè
“I’m an English man in New York” cantava Sting nel lontano 1987.Di tempo ne è passato e di strada questo gentleman ne ha fatta tanta, è riuscito a salire in passerella.Per il prossimo autunno Stella Jean ci catapulta nei ricordi e nel diario di viaggio del suo english man.Partendo da Haiti, terra d’origine della designer, ha attraversato i mari per raggiungere gli antichi territori coloniali. Africa, attraversando l’Asia per giungere in India e poi ripartire verso l’Inghilterra, percorrendo l’antica Via della seta, senza il desiderio di sopraffare, facendo sue le meraviglie incontrate lungo il cammino. Il moderno gentleman ha imparato a superare i confini fisici e territoriali del Commonwealth britannico ed è diventatol’uomo cosmopolita a cui ambiva anche Voltaire.Tessuti come affreschi buddisti di giottiana memoria, stampe con le architetture moresche dei palazzi del maharaja, sartorialità italiana e vibranti cromie si fondono per donare agli abiti un sapore inedito. I forti contrasti si sposano con il principe di Galles, il Black Watch, i tweed, elementi della commistione britannica che passa dalle giacche da camera a quelle da caccia.Il rigore sartoriale dei tagli, le linee impeccabili e l’immancabile camicia a righe della tradizione italiana ed europea, dalla vestibilità lievemente slim, instaurano un avvincente scambio di opinioni alternandosi a trench di inconfondibile ispirazione British e blazer dal taglio prettamente sartoriale, entrambi in stoffa wax o in tessuto canvas, realizzato a telaio a mano, mentre i pantaloni in stampa wax, dalla vita leggermente alta abbinati a bretelle, sono tagliati alla caviglia e lasciano intravedere le mille stampe colorate delle calze.La collezione è una metafora del cammino di evoluzione dell’uomo, evoluzione di generazione e di mentalità che Stella Jean sottolinea impiegando tessuti realizzati in Burkina Faso da cooperative e aziende individuali appartenenti al programma di moda etica Etichal Fashion Initiative di ITC, agenzia dell’ONU e dell’OMC.