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Step number 2: Turismo responsabile

Creato il 26 luglio 2012 da Sarettajan @girotrottolando

Allora veniamo al sodo!! Che tipo di turisti volete essere? Perché si, partiamo dal presupposto che, nel momento in cui soggiorniamo in un altro luogo che non sia dove abitualmente risiediamo, stiamo facendo turismo. C’è chi si ostina a distinguere tra viaggiatori e turisti e anch’io, devo ammetterlo, amo molto di più la parola viaggiare che fare turismo. Dire: “Io sono un viaggiatore, non un turista” è più bello, più cool e ci aiuta a differenziarci dalla massa di pecore in giro per il mondo seguendo ombrellini. Eppure dobbiamo essere realistici. Di seguito troverete la definizione di Turismo data dall’Organizzazione Mondiale per il Turismo delle Nazioni Unite:

“Un turista è colui che viaggia in paesi diversi dalla sua residenza abituale e al di fuori del proprio ambiente quotidiano, per un periodo di almeno una notte ma non superiore ad un anno e il cui scopo abituale sia diverso dall’esercizio di ogni attività remunerata all’interno del paese visitato. In questo termine sono inclusi coloro che viaggiano per: svago, riposo e vacanza; per visitare amici e parenti; per motivi di affari e professionali, per motivi di salute, religiosi/pellegrinaggio e altro.”

Come potete notare, a parte chi ha la fortuna di viaggiare per più di un anno di seguito, ci siamo tutti dentro!
Inutile dunque alzare il nasino e rifiutare di ammettere che anche quello che facciamo noi è turismo!! Iniziamo a rivalutare un pò di più questa parola, a riattribuirgli il suo significato originale e a non assimilarla immediatamente all’ammasso di giapponesi che fotografano ogni oggetto mobile e immobile che entri nel loro campo visivo! Fare turismo non è solo quello! So che è difficile ignorare alcuni stereotipi (anche per me non credete sia stato facile per es. in Marocco essere considerata alla stregua dei moto-turisti muniti di quad che oltraggiavano solo con la loro presenza il deserto e tutti i suoi abitanti!), ma dobbiamo andare oltre e pensare che possiamo essere si, turisti, ma fatti di un’altra pasta.
Quale pasta? Quella del TURISMO RESPONSABILE.
Probabilmente avrete già un’idea di ciò di cui sto parlando, dato che oggi si parla molto, forse troppo rispetto a quanto si agisca, di sostenibilità, di responsabilità, di pratiche ecologiche etc etc… Tuttavia per darvi un’idea ben chiara vi riporto la definizione ufficiale di turismo responsabile che ha dato AITR-Associazione Italiana del Turismo Responsabile (clicca qui per entrare nel sito di AITR):

“Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture.
Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori.”

Ma come fare concretamente a viaggiare in questa maniera, diciamo, più etica?
E’ innanzitutto fondamentale capire che è necessario cambiare la nostra forma di viaggiare perché al giorno d’oggi il turismo, soprattutto un certo tipo di turismo, quello di massa, sta totalmente devastando intere località e altrettante intere società. Occorre partire proprio dalla consapevolezza dei danni che il turismo può causare per sapere come dobbiamo comportarci al rispetto. Dobbiamo essere coscienti che, volenti o nolenti, la nostra presenza modifica l’ambiente che ci ospita, quindi la questione è: Come fare affinché queste modifiche non siano eccessivamente dannose per l’ambiente e chi lo abita? Come poter viaggiare “in punta di piedi” senza intervenire pesantemente sui luoghi e sulle persone?

"L'orma del turismo dovrebbe essere quella di una gazzella non di un elefante"


Non ce ne rendiamo conto, ma qualsiasi cosa facciamo quando siamo in viaggio ha conseguenze che non immagineremo neanche lontanamente, per questo bisogna muoversi con cautela. Ovviamente più ci spostiamo verso ambienti fragili, soprattutto dal punto di vista sociale e naturalistico, più questa cautela deve essere grande.
Step number 2: Turismo responsabile

Respect!!


Vi faccio un esempio attinente al Marocco che possa aiutarvi a capire cosa intendo.
In Marocco molti bambini non vanno a scuola e altri ci vanno per miracolo. In ogni caso hanno molto tempo da spendere per le strade e, chi per noia, chi per vizio, chi per aiutare la sua famiglia, chiede l’elemosina. Quello che accade la maggior parte delle volte è che il turista, dinanzi a quei grandi occhi lucidi e a quella manina tesa, si sente in colpa, si impietosisce (capisco benissimo questi sentimenti, sono comprensibili e anche ammirevoli da una parte!) e ripone in quella manina quelli che per lui sono pochi spiccioli. Cosa succede con quel gesto?

Possibilità numero 1: Il bambino, che sosteneva di essere povero e di dare da mangiare ai 15 fratelli con quei soldi, in realtà non è povero (per fortuna in Marocco le condizioni di vita non sono tanto precarie come in altri paesi africani) e userà quei soldi per andare al bar a giocare a biliardino, per comprare caramelle o qualche altro dolce che aiuterà i suoi denti già abbastanza neri a cariarsi ancora di più. Il pensiero di quel bambino sarà:”Perché mai studiare e poi lavorare se posso ricevere soldi senza fare niente?” e così inizierà a non andare a scuola e a correre dietro ad ogni turista.

Possibilità numero 2: La famiglia del bimbo è veramente povera. Lui tornerà a casa e consegnerà al padre quell’euro che noi turisti inconsapevoli gli abbiamo regalato. Quell’euro è più di quanto il padre guadagna in un ora di lavoro, quindi quale meccanismo scatta? Il padre capirà che suo figlio può guadagnare molto più di lui grazie al suo semplice essere bambino (un uomo di 40 anni non ottiene certo lo stesso effetto quando chiede l’elemosina!) e deciderà di togliere il figlio dalla scuola per impegnarlo a tempo pieno nel nuovo fantasmagorico lavoro di elemosinante. Quel bambino crescerà totalmente ignorante, insegnerà ai suoi tanti figli ciò che è stato insegnato a lui (cioè a cercare soldi facili senza lavorare) e così via…

In entrambi i casi, che lo facciano per divertimento o per lavoro, stiamo contribuendo a trasformare i bambini in mendicanti. Non solo, stiamo creando un’immagine del turista come ricco elargitore di tesori, quando invece dovrebbe essere quella di una persona che vuole conoscere altre culture, comunicare con altre persone, e non lasciare i soldi e tornare a casa con l’anima in pace. E non ci sono altre possibilità. Non ci sono casi in cui dare l’elemosina ai bambini in Marocco abbia un risultato positivo. E’importante specificare bene i soggetti (i bambini) e il luogo (il Marocco) perché stiamo parlando di comportamenti da contestualizzare. Non è la stessa cosa fare l’elemosina ad un bambino piuttosto che ad una donna, e non è la stessa cosa fare l’elemosina in Marocco o in India. Dunque ricordate che io sto parlando del caso specifico!
In conclusione se non volete aumentare il tasso di analfabetismo stringete i denti e tenete i soldi in tasca! Avete molto di più da offrire a quei bambini credetemi! ( Cliccate qui per leggere un post precedente in cui spiego la mia arma segreta per relazionarmi con i bambini superando il problema elemosina.)

Step number 2: Turismo responsabile

Non dategli soldi, dategli il vostro tempo!! (Deserto Erg Chebbi, Marocco 2012)

Questo è solo uno degli errori molto comuni che i turisti fanno credendo di fare la cosa giusta. Certo poi ci sono i casi assurdi. Ricordo benissimo la testimonianza di un membro dell’UNICEF a Roma, durante una conferenza sul problema del turismo sessuale in Thailandia, in cui raccontò di un “turista” che abitualmente si recava nel paese per avere rapporti sessuali con delle minorenni. Ebbene questa persona rivelò che era orgoglioso di aiutare, con quella sua grande generosità, l’economia nazionale.
E questo è quello di cui parlavo quando citavo i danni che il turismo purtroppo reca al mondo.

Non preoccupatevi non è difficile evitare di sbagliare! L’unica cosa che dovete fare è davvero semplicissima ed è informarvi sulla vostra meta, prima di partire. Conoscerne la storia, la società, gli usi e i costumi.
Ovviamente non possiamo essere perfetti, né sapere sempre come comportarci al meglio, ma sbagliare è umano e fa parte dell’esperienza. C’è infatti una grande differenza tra sbagliare per superficialità e sbagliare per…sbaglio! Dobbiamo cercare sempre di rientrare nella seconda categoria e utilizzare i nostri errori come materiale prezioso da cui imparare.
Vi racconto un aneddoto in cui il mio istinto mi fece fare un errore clamoroso. Stavo facendo colazione in un campeggio di un caro amico ad Agoudal nel Marocco del nord-est. (Se volete, in molti post parlo di Agoudal, cliccate qui o qui o qui ad esempio).
Ero nel cortile che dava su strada. Mentre addentavo una fetta di ciambellone è arrivato un ragazzino che me ne ha chiesto un pò. Normalmente è meglio evitare di elargire dolci per il problema sovracitato dei denti, ma in quel momento per me era impensabile continuare a mangiare da sola mentre lui mi guardava! Neanche a parlarne, impulsivamente quindi mi sono alzata, sono uscita dal cancelletto e mi sono messa a fare colazione con il ragazzino. Risultato non calcolato del mio innocente altruismo?? In 30 secondi sono arrivati tutti i bambini del villaggio e io, ovviamente, non avevo abbastanza ciambellone, quindi alcuni bimbi sono rimasti senza a guardarmi tristi cercando di capire perché fossi stata buona con tutti meno che con loro. Potete immaginare le loro facce?? Come spiegargli in berbero che non era mia intenzione far differenze, che non volevo mancare di rispetto a nessuno di loro? Che era stato un caso e non un’azione premeditata? Impossibile… Meno male che poi tutto è finito a tarallucci e vino, o meglio a fogli e colori (tenete sempre una scorta, vi salveranno molte volte in molteplici situazioni!!) ma il peso di quell’errore è rimasto ed ho imparato a pensare 20 volte prima di fare un gesto che istintivamente mi sembrava giusto e normale. Da quel giorno o mangiavo dentro o mi assicuravo prima di avere scorte di cibo a sufficienza per tutti. Qual’è il punto? Dobbiamo abbandonare il nostro punto di vista ed assumere quello degli altri, dimenticarci di tutto ciò che pensiamo sia giusto o sbagliato per noi e cercare di capire cosa è giusto o sbagliato per loro. Quando si viaggia tutto diventa relativo, non ci sono più punti fermi, nè certezze, tu ti sposti e con te deve spostarsi necessariamente la tua mente! Non è possibile continuare a pensare di essere nel proprio paese e comportarsi secondo gli stessi criteri, ma essere flessibili e modellarsi, adeguarsi, trasformarsi! Ciò che abbiamo sempre pensato fosse giusto in alcuni contesti può essere totalmente sbagliato e viceversa. Prima di agire, dobbiamo metterci nei panni degli abitanti, cercare di guardare il mondo con i loro occhi, e solo allora decidere. Questa è la chiave della responsabilità: essere coscienti delle nostre azioni, delle loro probabili conseguenze ed assumercene la responsabilità. In altre parole: auto-valutare il nostro impatto sul territorio e limitarlo!
Un altro esempio?
La maggior parte dei turisti in Marocco preferisce bere acqua in bottiglia piuttosto che dal rubinetto per evitare sgradevoli problemi intestinali. Al di là del fatto che basterebbe solo prendere, durante 2 settimane prima della partenza, dei fermenti lattici per evitare qualsiasi problema, accetto comunque che voi vogliate avere la totale tranquillità di passare in salute le vostre vacanze. Fin qui tutto bene.
Questo vostro comportamento avrà delle conseguenze? Se vi informerete sullo smaltimento dei rifiuti in Marocco, in particolare della plastica, vi renderete immediatamente conto che c’è un problema. Tutta la plastica che lascerete non viene smaltita, soprattutto nei villaggi. A questo punto, essendo coscienti di questo limite, potrete decidere di cambiare direzione e prendere delle precauzioni per bere l’acqua del rubinetto oppure di mantenere la vostra posizione, decidendo però di non lasciare le bottiglie vuote lì a marcire per decenni bensì di riportarle con voi. Questo se, come credo, volete evitare di essere tra i responsabili delle dune di plastica che poco a poco si stanno formando accanto alle dune di sabbia del bellissimo deserto marocchino. Ad ogni problema, c’è una soluzione, l’importante è essere consapevoli che quel problema esista! Non mi sembra complicato, no?

Step number 2: Turismo responsabile

Bevete l'acqua del "rubinetto"!!...O portate la plastica con voi! (Khamlia, Marocco 2012)

Viaggiando in questa maniera, responsabilmente, farete la vostra parte per dare la possibilità alle generazioni future di vedere gli stessi meravigliosi paesaggi che voi avete visto, cercando di mantenere intatti, nei limiti del possibile, i luoghi e di non trasformare irrimediabilmente le società. Pensate che il turismo è un settore incredibilmente redditizio che, se gestito in maniera ottimale, può apportare veramente un significativo aiuto economico alle località visitate. Per questo bisogna continuare a fare turismo ma responsabile!
Avete bisogno di un’idea ancora più chiara? Riassumiamo per punti alcune azioni concrete che potete compiere:

  • Preferite il piccolo alimentari locale alla catena internazionale di supermercati. Avrete frutta e verdura sempre fresca e un amico in più
  • Dormite in una struttura gestita da abitanti locali e non in una catena di alberghi identici in tutto il mondo, anzi, ancora meglio, dormite in famiglia!!
  • Quando è possibile fatevi accompagnare da una guida locale, nella maggior parte dei casi è più economica e più preparata!
    Step number 2: Turismo responsabile

    Aziz, super guida locale alle Cascate di Ouazoud (Marocco 2011)


    Ancora qualche consiglio:
  • Mangiate in un ristorante locale e non in uno internazionale frutto del trapianto forzato della nostra cultura in un altro paese! “Assaggiate” la loro cultura!
  • Acquistate oggetti di artigianato locale nei mercati non souvenirs creati apposta per il turista, magari comprati dal rappresentante cinese!

    Tutto questo significa coinvolgere e rendere protagonista la comunità ospitante; significa incentivare il lavoro e la nascita di professionalità occupate nel settore turistico e significa, come già vi accennavo nell’articolo Turista fai da te?Si,grazie., lasciare direttamente in loco il vostro contributo economico evitando che qualche intermediario si prenda la sua fetta di torta, che quasi sempre è tutta.

    E ancora:

  • Se viaggiate con un Tour Operator, assicuratevi che rispetti criteri di giustizia sociale ed economica, che scelga strutture a basso impatto ambientale, che partecipi a progetti di solidarietà locali, che si impegni in campagne contro il turismo sessuale e lo sfruttamento minorile, che abbia prezzi trasparenti etc etc…
  • Preferite i trasporti su gomma o rotaia e se viaggiate in aereo (mai per voli interni almeno!) compensate le emissioni di CO2. Diverse compagnie vi permettono di farlo direttamente quando acquistate il biglietto, oppure andate su uno di questi siti:
    Lifegate
    myclimate
    Oltre che meritevole è anche divertente, potete calcolare le emissioni di anidride carbonica di qualsiasi cosa facciate!
  • Usate comunque trasporti locali.
  • Non consumate troppa acqua e soprattutto rispettate gli orari nel caso in cui ne venga razionata la distribuzione.
  • Rispettate la cultura locale se pur diversa dalla nostra,imparate ad amarla proprio per quella diversità!
  • E soprattutto, come già detto, il presupposto di tutto è l’informazione…Informatevi!!!

    Questo elenco contiene solo alcuni dei molti modi che avete per far si che il vostro viaggio apporti benefici non solo a voi ma a tutti coloro che ne sono coinvolti! Chi volesse approfondire il tema può ovviamente chiedermi! Mi sono specializzata in questo attraverso un master quindi ho molto materiale informativo e tanta voglia di divulgare la conoscenza di questa nuova forma di turismo. Soprattutto non fatevi ingannare da chi si riempie la bocca di parole quali sostenibilità e responsabilità, solamente perché il responsabile del comparto marketing ha suggerito che è la migliore maniera per “accalappiare” i clienti più sensibili a queste tematiche, insomma noi frikkettoni che se non leggiamo la parola GREEN ormai non compriamo più niente!!:) Come sapete, c’è sempre chi cerca di far soldi sfruttando quei principi per cui altre persone combattono realmente. Leggete questo articolo a proposito: Green washing…Cosa è?…(e come difendersi!)

    Mi state immaginando con la bacchetta da professoressa a scrivere sulla lavagna?? Perfetto, altra missione compiuta! Vi lascio con un video divertente che riassume un pò la filosofia che sto cercando di trasmettervi:
    Viaggiatori! e viaggiatori?
    Punto interrogativo o esclamativo? Chi volete essere?

    Step number 2: Turismo responsabile


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