Oggi vi darò alcuni consigli per risolve e prevenire la stipsi.
I fattori che caratterizzano la stitichezza (stipsi) sono molteplici e complessi e alla loro base vi possono essere meccanismi fisiologici, psicologici o patologici.
Innanzi tutto vorrei fare una precisazione, la stitichezza, per definizione, è un disturbo della defecazione che consiste nella difficoltà a svuotare in tutto o in parte l’intestino e che riduce la frequenza delle evacuazioni a meno di 3 episodi nella settimana. Chi va di corpo regolarmente ma prova fastidio a causa della eccessiva consistenza delle feci ha un problema di “pseudo” stitichezza per il quale spesso è sufficiente modificare l’alimentazione aumentando l’apporto di fibre e di acqua. In tutti i casi i consigli che leggerete potranno aiutarvi non solo a risolvere completamente o parzialmente il problema ma sopratutto a prevenirne la comparsa.
Primo consiglio: mangiare ad ogni pasto principale una quantità di verdure abbondante ed associarvi almeno 2 bicchieri d’acqua. Le verdure sono alimenti ricchi di fibre che il nostro apparato digerente non è in grado di assorbire, se non in minima parte; le fibre non assorbite faranno aumentare la massa fecale e questo provocherà una distensione del canale intestinale che a sua volta indurrà una contrazione della muscolatura intestinale che farà proseguire le feci in modo più rapido lungo il canale intestinale.
Esistono due tipi di fibra alimentare; quella solubile, di cui sono ricchi ad esempio legumi, patate e riso integrale, che si lega con il contenuto intestinale formando un composto gelatinoso viscoso il quale, se non associato ad una abbondante assunzione di acqua, può rallentare il transito intestinale e quindi causare stitichezza. L’altro tipo di fibra è quella insolubile, che troviamo ad esempio nella maggior parte dei cereali integrali, nelle verdure a foglia verde, nelle carote, nelle cipolle e nelle pere, che invece, assorbendo grandi quantità di acqua, tende a far aumentare il volume delle feci, riduce la loro consistenza e accelera il transito intestinale.
Per quanto riguarda l’acqua è di fondamentale importanza assumerne, oltre che durante i pasti (un paio di bicchieri), anche durante il resto della giornata ad intervalli regolari; bisogna cioè bere poco ma frequentemente e consumarne almeno 1,5-2 litri al di.
Secondo consiglio: fare attività fisica. È dimostrato che le persone più dinamiche hanno meno probabilità di soffrire di stitichezza. Una camminata a passo svelto per almeno 50 minuti al giorno, anche se non consecutivi, può stimolare la motilità intestinale e, agevolando il transito, aumentare la probabilità di avere un alvo più regolare.
Terzo consiglio: provare quotidianamente, che ci sia o non ci sia lo stimolo, ad evacuare in un momento della giornata prestabilito in cui non si abbiano fretta o distrazioni. Durante queste “pause” che devono essere della durata massima di 5 minuti (a meno che non sortiscano l’effetto desiderato) è fondamentale non spingere (meccanismo del ponzamento) per evitare alla lunga la comparsa di emorroidi. I benefici apportati dal fatto di “sedersi” sono sia psicologici che fisico-anatomici. Da un lato il nostro cervello inizia ad elaborare un pensiero che è diametralmente opposto a quello che spesso, nella evoluzione psicologica dell’individuo, è visto come una “perdita di tempo”. I bambini, che passano la loro giornata a giocare, percepiscono lo stare seduti in bagno come una perdita di tempo e un allontanamento dai propri divertimenti, tenderanno quindi a ritardare l’evacuazione dando origine ad un meccanismo ciclico caratterizzato dalla formazione di feci più dure (poiché nel colon si verifica un maggior riassorbimento dei liquidi) che risulteranno più fastidiose da eliminare e quindi ancor più dolorose e da evitare. É importante che i bambini imparino ad andare di corpo quotidianamente e per fare questo spesso è necessario che i genitori rendano le “sedute” in bagno più interessanti per i loro figli (leggere una storia o fare una chiacchierata può essere sufficiente).
L’altro motivo di ordine fisico-anatomico è dato dal fatto che sedendosi sul water si verifica una sorta di rettilinearizzazione del tratto terminale del colon con conseguente disposizione più ordinata delle feci. Spesso tra la porzione terminale del colon (sigma) e l’ampolla rettale (sede di accumulo delle feci) è presente un angolo che a volte è tale da limitare il passaggio delle feci. La posizione che si assume stando seduti sul water facilita questo passaggio, permette un più regolare riempimento dell’ampolla rettale, da cui nasce lo stimolo, e rende più semplici e frequenti le evacuazioni.
Per concludere vorrei darvi alcuni ragguagli sulle sostanze e farmaci che possono aiutare a risolvere questo fastidioso problema. Possiamo utilizzare integratori di fibre che vanno assunti con un abbondante bicchiere d’acqua, che poi assorbono, e si vanno ad unire alle feci aumentandone la massa e diminuendone la consistenza. Altri farmaci hanno un effetto osmotico e richiamano acqua nel canale alimentare distendendolo e stimolando quindi l’evacuazione. Poi esistono i lassativi emollienti che lubrificano le feci e rendono le evacuazioni più semplici per chi deve evitare sforzi (come nelle donne dopo il parto).
In ogni caso alla base del buon funzionamento intestinale c’è la flora residente che se è indebolita (da terapie farmacologiche ad esempio) o in disequilibrio può influenzare in modo significativo le evacuazioni. In questo caso é fondamentale aumentare l’apporto di fermenti lattici, probiotici e prebiotici ed eventualmente ripristinare la flora residente con l’uso di farmaci specifici.
Dott. Pablo Belfiori
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