E’ stata una settimana impegnativa. parecchio impegnativa. fisicamente, ma soprattutto emotivamente.
fisicamente perchè ho deciso di non darmi per vinta alle prime difficoltà. un esempio ? l’altroieri ho stirato. non accadeva da tempo immemore. era lì in bella vista, il ferro da stiro, insieme a una cospicua catasta di panni. ed era incustodito -diciamo così. ai miei occhi era come la mela di Eva. una tentazione a cui non ho saputo resistere. mi son detta chissenefrega se non ci riesco. l’importante è provarci almeno. beh, è stato facile. semplice. lineare. reggevo il ferro con una naturalezza, nemmeno fossi Gervaise Coupeau! vabbè a dirla tutta, non erano camicie ma tovaglie e asciugamani. roba quadrata, niente pieghe e risvolti. però insomma, I did it! e dopo, nonostante avessi le gambe effetto purè di patate, ero soddisfatta di me stessa. e continuiamo pure parlando di soddisfazioni personali. finalmente dopo tanto tergiversare, dopo tanto ma tanto tempo che a me è sembrato infinito, finalmente!, dicevo lui è tornato a casa! lui, il mio pianoforte! ammaccato, scordato, impolverato, ma a casa. mi si è allargato il cuore dall’emozione. ormai disperavo di poterlo riavere di nuovo qui, anzi molto a malincuore ci avevo messo una pietra sopra. e invece il mio desiderio è stato esaudito. adesso ho soltanto bisogno di recuperare i miei spartiti che chissadove sono finiti, e di un buon accordatore. un’altra bella sorpresa l’ho ricevuta oggi per email. una risposta che aspettavo fiduciosamente è arrivata a destinazione. ricca di suggerimenti e con un bel complimento su come scrivo. son cose che veramente fanno bene all’autostima personale della scrivente, per cui ringrazio la persona che si è presa la briga di rispondermi e soprattutto di leggere i miei racconti! grazie! e sempre a proposito di stima, sempre oggi ho ricevuto un complimento inaspettato, fatto da una persona che a mia volta ammiro e stimo…cose dette così, fanno sempre bene all’anima!
poi c’è il risvolto della medaglia. il pensiero di non essere mai abbastanza all’altezza della situazione è costante. non posso farci nulla. e poi a volte spesso mi perdo alla ricerca di me stessa. perchè come Mafalda, mi capita di sentirmi indefinita. inquieta e indefinita. che sia un’inguaribile perfezionista? non credo. in realtà vorrei soltanto avere più voce in capitolo e prendere delle scelte decisive, una volta per tutte.