Sto diventando australiana…..

Creato il 25 novembre 2010 da Lamagadioz

Ormai non posso più nascondervelo.

Mi sto trasformando.

…sto diventando come loro, gli Australiani, quelli che se ne fregano, che prendono tutto alla leggera…

Che si godono la vita, si rilassano, non si stressano, bevono come i matti e fanno party per ogni cosa, anche quando non c’è nulla da festeggiare (Come Il Cappellaio Matto e il buon non compleanno….che avviene 364 giorni all’anno…. )

ma soprattutto…che non si incazzano se si mozzano un dito tra le ante di un armadio e schiacciano “per sbaglio” il proprio Iphone nuovo di pacca e ne frantumano lo schermo…tutto nello stesso giorno…
Si ragazzi…mi è successo tutto questo …e non mi sono incazzata….

Esatto. Ormai sono una di loro. Mi hanno preso….

E’ successo tutto in un giorno.
La sfiga quando arriva deve fare in fretta e deve devastarti in poco tempo…altrimenti che gusto c’è? Guai a farti capitare un disastro ogni tanto, non sia mai….ti deve colpire in così poco tempo che devi alzare gli occhi al cielo e domandarti se per caso hai ucciso qualcuno per meritarti questo delirio…
Ma io gli occhi al cielo non li ho alzati…ho tirato dritto per la mia strada. Se la sfiga vuole insistere, che si accomodi. Adesso, dopo un anno e mezzo immersa nella cultura Aussie del “Don’t worry, mate!”, la sfiga deve impegnarsi di più per farmele girare a dovere… ;-D

Allora, ieri mattina decido che di andare a scuola proprio non ne ho voglia. L’estate è arrivata, c’è un sole magnifico, vedo gente con tavola da surf e infradito ovunque…e l’idea di prendere il treno e chiudermi in un’aula per otto ore proprio non mi attira.

Chiamo una mia carissima amica, Valentina, da poco ritrovata dopo una serie di litigi, fughe, incomprensioni…
Tra parentesi, è una delle persone più belle che ho incontrato in Australia e, mi spiace per gli Aussie, è italiana.
Ci accordiamo per vederci nel primo pomeriggio a Bondi Beach. Lei abita a Leichardt, quartiere italiano di Sydney, dove vive la vecchia generazione di italiani e dove prova a vivere pure quella nuova. Le differenze con gli italiani d’Italia e gli italiani nati in Australia è, secondo me, siderale. Sono davvero diversi, parlano un italiano dialettale (sono quasi tutti figli di immigrati provenienti dal sud Italia) misto a inglese e davvero il più delle volte non si capisce una mazza.
Hanno anche una cultura diversa. Una cultura appartenente agli italiani degli anni 60-70. La cultura dei loro genitori immigrati che una volta stabiliti in Australia non hanno, come dire, avuto modo di aggiornare. E questa cultura è stata trasmessa ai figli. Così mi capita spesso di parlare con italiani nati in Australia e avere l’impressione di stare intrattenendo una conversazione con mia nonna.
Tutto questo risulterà forse offensivo e me ne scuso. Non voglio generalizzare, non parlo di stereotipi, riassumo solo quella che è stata la mia personale esperienza a Leichardt. Magari in altre comunità italiane la situazione è diversa.
Io ho deciso volontariamente di non vivere a Leichardt perché volevo immergermi e integrarmi con la cultura aussie e penso di aver fatto tutto sommato bene.
E lo consiglio pure a voi, miei pargoli.
Se venite Down Under, sistematevi in altri sobborghi come Bondi Junction, Paddington, Surry Hills, Pyrmont, Glebe…tutti vicini al centro, tutti abitati da culture diverse, ben serviti e davvero molto carini.

La mia amica non appartiene a questa generazione di immigrati, è arrivata come me con un Working Holiday Visa e per puro caso ha trovato lavoro a Leichardt. E mi conferma che gli italiani australiani sono effettivamente un po’ strani…

Ma torniamo a noi.

Prima di andare in spiaggia decido di farmi una bella corsetta: so già che io e la Vale ci mangeremo il mondo quindi decido di arginare il danno calorie ,bruciandone un po’ prima.

Mi dirigo verso l’armadio ad ante scorrevoli per prendere i pantaloni e la t-shirt che uso per fare ginnastica.
Faccio per aprire un’anta, ma è incastrata da qualcosa.
Non mi preoccupo di capire che cosa ostruisce il binario su cui l’anta scivola e, da vera cretina, spingo più forte pensando: se insisto, vedrai che prima o poi sto coso si apre.
Per farvela breve, il mio dito indice sinistro si è incastato fra le due ante e si è piegato così tanto da squarciare la pelle. Non si è rotto, ma ho un taglio incredibile.
Il sangue inizia a scorrere come un fiume in piena…corro in bagno, faccio scorrere acqua fredda sulla ferita (che dicono che faccia peggio, ma tant’è…), tampono con carta igienica (ma la carta normale no? Direte voi….no, la Maga usa la cartaigienica….la Maga non è normale…), poi torno in camera.

Ora, un italiano  come avrebbe reagito?
Quanti cristi avrebbe tirato? Quanta rabbia, insulti e maledizioni avrebbe pensato o detto?
Con il dito conciato a quel modo, un italiano sarebbe andato lo stesso a correre subito dopo? O avrebbe magari aspettato qualche ora per dare tempo alla ferita di rimarginarsi a dovere senza correre il rischio di riaprirla correndo o facendo qualche altro sforzo?

Esatto. Un italiano avrebbe:
- Urlato e insultato mentalmente o apertamente tutto il mondo
e
- Aspettato che la ferita si rimarginasse

Come avrebbe agito un australiano?
- Avrebbe fatto spallucce e cercato un bel cerotto
e
- Sarebbe andato a correre lo stesso

Come ha agito, secondo voi, la Maga?
Provate a rispondere prima di continuare a leggere…

Lo so, anche io ero scioccata.

Una piccola parte di me avrebbe voluto insultare la signora con il cagnolino che stava passando proprio in quel momento davanti alla mia finestra, uscire per strada e continuare a urlare ai passanti, sbattere le porte e farsi venire delle vene gonfie come Stallone in Rambo…ma la parte più grande, quella dominante, ha invece causato un leggero movimento delle spalle verso l’alto….le spallucce, appunto.
Ho guardato il mio dito avvolto nella cartaigiencia che ormai stava diventando sempre più rossa….e ho emesso un “Pazienza”….
non ho urlato…non ho fatto niente di quello che avrei certamente fatto in passato, a Genova.

Ho tamponato la ferita e quando il flusso di sangue ha cominciato a rallentare, ho messo un bel cerottone, ho pulito la mano insanguinata in stile film horror, ho messo le mie scarpe da ginnastica e sono andata a correre con un bel sorriso stampato in faccia.

Ma si può?

Si, si può. In Australia tutto è concesso. In Australia riesci a sorridere alla sfiga. Diventi più forte. Te la prendi di meno. Io mai avrei pensato di arrivare a tanto, io che in Italia insultavo fino alle lacrime il computer quando la connessione internet era troppo lenta o davo i pugni alla lavatrice perchè i miei calzini bianchi erano “stranamente” e “inspiegabilmente” diventati rosa…
In Italia dividevo i bianchi dai colorati, qui in Australia mischio tutto perchè tutti fanno così e pazienza se poi la roba esce di un altro colore. Viva la varietà!
Internet è lento? E pazienza, vado a farmi un giro e quanto torno di sicuro la connessione si è ripresa…

Mi taglio un dito e perdo sangue prima di andare a correre? Pazienza, metto un bel cerottone e vedrai che con la corsa passa tutto….

In sostanza: chissenefrega…..

Ma pensate che per quel giorno la sfiga, visto la mia totale indifferenza, si sia arresa?

Ma figuriamoci!!!

Piccola premessa: ho da poco comprato un Iphone, il 3G. L’ho comprato poco prima che uscisse quello nuovo (che furba, eh?) e in realtà il cellulare è gratuito, ho un contratto con la Vodafone Australia e pago un tot ogni mese.
Io amo questo telefono, mi dà davvero tante soddisfazioni…lo so che è strano parlare così di un telefono, ma che posso farci…

L’Iphone è anche un ottimo lettore mp3. Lo uso sempre per fare ginnastica.
E ieri non ho fatto nessuna eccezione.

L’ho sistemato nel mio marsupio (con il dito mezzo massacrato) nella tasca davanti, la più piccola.
E ho iniziato a correre.

Il dito non mi faceva male, anche se pulsava un pochino. Ma il sangue si era fermato del tutto….le mie piastrine sono troppo avanti!!

A metà percorso, presa dall’estasi della canzone (We are young di Mika….mi mette un’allegria indescrivibile) ho tirato il filo degli auricolari e ho fatto volare il telefono a circa mezzo metro di distanza…è caduto per terra e io, ormai in preda alla corsa,  l’ho letteralmente schiacciato con il mio piedino di fata….

Mi sono fermata di colpo. Ho guardato il mio iphone per terra, schermo rivolto sul pavimento. Ho fissato la mia custodia rosa tutta tempestata di brillantini.

Non riuscivo a muovermi. Era come fissare un cadavere.

Ma come sto??

Mi sono fatta coraggio e ho preso il telefono. Sapevo dentro di me cosa era successo. Già tante volte ho visto persone con  Iphone scheggiati, vetri massacrati…e se li tengono così perché a quanto pare la garanzia non copre il vetro e sostituirlo non costa poco…. e perché sono Aussie…se ne fregano, punto.

L’ho girato. E, come temevo, mi è apparso il disastro.

Lo schermo del mio amatissimo e stimato telefonino era in frantumi….

Eccovi una diapositiva….

La vittima....

Ora, un italiano come avrebbe reagito alla rottura dell schermo di un telefono praticamente nuovo, su cui non ha stipulato l’assicurazione a parte che copre proprio tragedie come quella appena compiuta, perchè pensa che a lui queste cose non possono succedere, quindi perchè pagare 50 dollari in più di assicurazione?

Una reazione potrebbe essere questa:

“Ma li mortacci tua, Vodafone, Australia e tutta la compagnia…ma porca di quella @#]***

ma porca di quell’altra…vaff…..ma a me chi me lo ha fatto fare di comprare sto @#]]]] di telefono…..

E tu cos’hai da guardare??? Sai dove te la infilo quella tavola da surf? Te togliti con quel cane che vedi dove volate tutti e due…. ma te possino……..”

Un’altra reazione potrebbe essere quella di piangere silenziosamente, oppure passare le ore guardando l’amato oggetto così orribilmente deturpato, alzare gli occhi al cielo e chiedere a non si sa bene chi cosa mai hai fatto di sbagliato per meritarti una “cattiveria” del genere…

Insomma, in quanto a disperazione platelae e teatrale noi italiani siamo maestri.

E la Maga, invece, che ha fatto?

Una piccola parte avrebbe voluto spaccare in due la tavola da surf  di quel ragazzo che mi ha guardato con lo sguardo interrogativo (senza dire nulla) di uno che non capisce cosa sia successo, ma vede una persona che fissa un telefonino per terra e pensa che ci sia qualcosa di strano….e poveretto, direi che dal suo punto di vista ha pure ragione….  :-D

Ma la parte dominante ha invece stimolato la stessa reazione di fronte al dito trucidato: spallucce!!

Ho giusto controllato che il telefono funzionasse ancora, l’ho pulito, gli ho dato un bacino (sono una pazza) e ho continuato a correre.

Cioè, capite che è grave? Io non ero così. La vecchia Angelica si sarebbe infuocata, disperata, sarebbe tornata indietro, avrebbe chiamato la Apple, fatto segnali di fumo verso Cupertino in California, avrebbe cercato di contattare persino Steve Jobs per trovare una soluzione all’amato telefonino.

E io che ho fatto invece? Me ne sono LETTERALMENTE  fregata!

Non solo. Sono tornata a casa, mi sono messa il costume e sono pure andata al mare con Valentina.

Anche lei ormai è “australiana”. Se ne frega alla grande, dice le cose in faccia a chiunque, non si fa più nessun problema.

Le ho fatto vedere il mio dito e il mio telefonino e abbiamo riso come due  bambine.

Davanti a noi sono passati alcuni surfisti diretti verso le onde dell’oceano…che fisici spettacolari.

Ovviamente ci hanno dedicato la stessa considerazione che normalmente dedicano alle cose o persone al di fuori del “mondo surf”: nulla.

Ma anche li, chissenefrega…..ormai è il mio motto.

Non riesco più ad arrabbiarmi per questi dettagli. E forse è un bene…

Ieri ho provato pure a fare il bagno. Ma l’acqua era gelida e dopo poco i bagnini hanno chiesto via megafono di rientrare in spiaggia perchè si stava avvicinando l’ora dello spuntino degli squali e le correnti erano davvero forti..

Per un momento, le vecchie paure mi hanno fatto correre come i pazzi verso l’asciutta spiaggia…ma poi ho pensato: “Ma si, pure se becco il pescione che sarà mai….in fondo sono gli squali ad avere paura di noi!”.

E con questo direi che la trasformazione è ultimata.

Mi raccomando, non imitate questi atteggiamenti in Italia!!! Può essere pericoloso….reagire come ho reagito io è da neuro, non fatelo!!

Incazzatevi responsabilmente, da veri italiani!!

La Maga Aussie

ps sto guardando il mio telefonino e la tentazione di chiamare la Apple comincia a farsi sentire insistentemente…forse ancora non sono del tutto Aussie…forse c’è ancora un po’ di vecchia passione e incazzatura italiana in me….

Qualcuno conosce il numero di Steve Jobs????

Ed ecco riassunta in una una diapositiva quello che mi è successo ieri….

La maga al mare....


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