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Stoccaggi di metano, Francesca Berardi (Etico a sinistra, con Ambrosoli) spiega il no alla speculazione: “Questi impianti vanno bloccati”

Creato il 08 febbraio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

All’interno del questionario consegnato dal Comitato Acqua Pubblica del Territorio Cremonese ai candidati alle regionali di Etico a sinistra, PD e SEL presenti all’assemblea tenuta all’ARCI qualche sera fa, una delle domande poste riguardava proprio la questione “Stoccaggi gas”. Questa era la domanda: “Come pensa che la Regione si debba muovere in merito alle attività di stoccaggio gas?”
Questa è la risposta della sottoscritta Francesca Berardi candidata nella lista ETICO a Sinistra.

L’attività di stoccaggio va ripensata e collocata in un quadro complessivo cioè in un piano energetico regionale che ad oggi non esiste. Fare questo piano energetico deve essere una delle priorità per il nuovo consiglio regionale e per la nuova giunta che governerà la Lombardia dopo le elezioni. La produzione di energia deve essere vincolata al fabbisogno effettivo della collettività e non può essere considerata una merce da vendere per fare profitto. La produzione di energia deve essere funzionale alla domanda, a basso o nullo impatto ambientale e non deve mette a rischio la popolazione. Vanno per queste motivazioni avviati percorsi di informazione e di partecipazione sui territori su cui si ipotizza di intervenire con la creazione di nuovi impianti di stoccaggio e su quelli dove si sta già intervenendo. Gli stoccaggi esistenti sul nostro territorio e quelli in progetto vanno bloccati in quanto nati senza percorsi partecipativi (nonostante la normativa europea lo imponga) rispetto alla popolazione che vive nei territori dei siti, senza una corretta ma soprattutto indipendente informazione preventiva fatta agli amministratori locali e ai cittadini. Inoltre spesso i progetti presentano lacune in materia di sicurezza: assenza o mancata pubblicizzazione dei piani di emergenza, sottovaluzione degli effetti sul clima, sull’inquinamento atmosferico, sulle falde acquifere e sulle acque superficiali, sugli effetti della sismicità indotta non meno pericolosa della sismicità “naturale”; i progetti coinvolgono anche siti ambientali protetti o soggetti a tutela, oppure sono previsti nelle vicinanze di aziende a rischio di incidente rilevante, o in zone sismiche. Sono tutti elementi che comportano pericolosità diretta per la popolazione e danni ambientali. Non c’è opera di mitigazione che tenga quando si tratta della sicurezza e della salute dei cittadini e dell’ambiente.
Abbiamo bisogno di una Lombardia che sappia fare scelte sagge e lungimiranti e non che massacri irrimediabilmente i propri territori.

Francesca Berardi per la lista Per un’altra Lombardia – Etico a Sinistra

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