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Stoccaggio di gas a Bordolano, troppe domande senza risposta

Creato il 18 settembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Nella foto allegata vedete la “grande” Strada Provinciale 25
Bordolano-Castelvisconti e sullosfondo alle mie spalle
il “Cluster B pozzi 1-21″ di Stogit a Bordolano, ampliati nel 2008-2009
su terreno agricolo senza alcuna variante di PRG attualmete in vigore (!).
I lavori per conto della società Stogit (ex gruppo?) ENI, sono stati
realizzati dalla Ditta
Bonatti di Parma.
Dunque siamo di fronte ad un “Cluster B” costruito abusivamente su terreno
agricolo? Ma, il Sindaco di Bordolano avrà visto qualcosa, oppure no?
Con questo scenario alle spalle, ci domandiamo, sempre più stupiti, chi ha
avuto la brillante idea di far passare il traffico per il cantiere per i
nuovi pozzi al Cluster B – Stogit a Bordolano (Progetto stoccaggio metano
e centrale a metano di Stogit – Bordolano-CR-), su queste stradine:
50 TIR-giorno (moltiplicato per due viaggi andata e ritorno = 100
TIR-giorno…) per un cantiere che, secondo la Provincia di Cremona (il Dirigente
Responabile della Viabilità),
dovrebbe durare 100 giorni: per cui 50TIR x100gironi = 5.000 TIR, oppure
100TIR x 100 giorni = 10.000 TIR! E questo è solo pr la costruzione dei pozzi: nulla è
stato previsto per il traffico di TIR per il loro smantellamento, nè per lo
smantellameteo
dell’abusivo “Cluster B”.
Su questo tratto di strada interessato dal futuro traffico si affacciano:
l’accesso di un privato cittadino, tre accessi dell’agriturismo “La Corte
dei Semplici”, due
accessi all’azienda agricola “La Colombara”: evidentemente i progettisti
del traffico di cantiere, di questa situazione esistente non ne hanno tentuo conto anche se la
cascina
“la Colombara” è nota alle cronache del 1500, mentre l’agriturismo risiede
nella parte
padronale della cascina “la Colombara” “solo”… dal 2005.
Dobbiamo credere, evidentemente, che gli zeri non contano nè in Comune a
Bordolano, nè in Provincia Cremona, nè in Regione Lombardia (Delibera
Giunta
Regionale n. 9604 del 11
giugno 2009), nè al Ministero dell’Ambiente, nè al Ministero dei Beni
Culturali, nè al Ministero dello Sviluppo Economico! Centrale e
Eppure abbiamo proposto fino dal 31 maggio 2012 (oggi 18 settembre 2012
siamo ancora in attesa di una risposta!…) una soluzione alternativa per
rendere indipendenti i movimenti per il Cluster A e nuovi pozzi, per la
(non)costruenda centrale di stoccaggio da 52 MW, per il Cluster B e nuovi
pozzi, soluzione alternativa viabilistica (in parte già in costruzione) che
permette un collegamento diretto dalla SP 86 “Quinzanese Brescia-Cremona”,
attraversso la “strada Comunale della Moja”, con le strutture metanifere,
le operazioni di manutenzione e gli interventi in casi di emergenza rendendo
indipendente questa mobilità, dalla mobiltà di tipo locale, di mezzi
agricoli, di ciclisti e di pedoni di passaggio sulla SP 25
Bordolano-Castelvisconti, una provinciale stretta ricca di curve e di
saliscendi, che segna il confine con il Parco Oglio Nord, da e per il
Santuario della Madonna della Neve protettrice dei ciclisti e già
danneggiato dal terremoto di Soncino del 12 maggio1802 (sisma Mag 5.9).
Si sono dimenticati he questa attività durerà 40 anni come il tempo della
concessione dello stoccaggio di metano, e che ogni anno utilizzeranno
3.000tonnellate di metanolo, nota sostanza infiammabile e pericolosa, per
le operazioni stoccaggio-utilizzo in rete del metano.
Dunque sulle strade provinciali di Brescia e Cremona è programmata la
circolazione di 120.000 tonn. di metanolo.
Nonostante sia tutto scritto nel “Progetto stoccaggio Bordolano”, “i
nostri”
si sono dimenticati di costruire la rotatoria fra la strada provinciale 86
“Qunzanese” Brescia-Cremona e la strada “comunale della Moja” diretta alla
centrale di stoccaggio: essendo una zona ricca di nebbie e di ghiaccio, il
rischio incidente stradale è del tutto aperto e plausibile senza le dovute
precauzioni…tanto vicino a questo incidente c’è il polo industriale -
artigianale di Bordolano con operai e impiegati che ci lavorano…
Perchè in queste zone già segnate da eventi sismici, gli uomini della
Stogit, di Eni, (società private cone Edison, Enel Stoccaggi, Ital Gas
Storage, Erg Storage, Vega Oil, ecc.impegnate in altri progetti sul nostro
territorio) delle istituzioni Comuni, Province, Regione, Governo, insistono
per stoccare
1miliardo 200milioni di metricubi di metano a ciclo semestrale
(immettendolo nello stoccaggio dei vecchi pozzi dimetano esausti, da aprile a settembre e
prelevandolo da ottobre a marzo così per i 40 anni di durata della
concessione…) con una centrale di immissione da 52 MW (potrebbe dare
corrente ad una città di 75-80.000 abitanti..) che brucerà 120 milioni di
metricubi di metano per buttare metano nel sottosuolo, con pesanti
emissioni di PM2,5, NOx, CO, CO2 ed altro particolato ultrafine e con miliardi di
metricubi di fumi a 550° nell’atmosfera estiva della torrida Pianura Padana
lombarda?
A chi giova questa operazione? Chi ci guadagna? Chi paga i danni provocati
da una attività considerata arischio di incidente rilevante soggetta alla
Direttiva Seveso DLgs 334/1999, a subsidenza, a sismicità indotta da
attività antropiche (Delibera sopracitata n. 9604 Regione Lombardia)?
Eppure nelle Relazioni finanziarie di Stogit 2010, di
Stogit 2011, di Edison 2010, di Edison 2011 si dichiara che per i “Rischi
Operation … le Società sono assicurate… ma… non sono coperti certi
rischi…”: chi tutela i cittadini? In Germania ed in Olanda 24 ore su 24
l’informazione su scosse sismiche provocate da attività indotte sono
disponibili sui siti internet con l’indicazione di dove recarsi per i
rimborsi dei danni: in Italia non solo non si studiano pubblicamente gli
stoccaggi ed i loro effetti, ma i dati vengono girati dalle Società ad Arpa
una volta all’anno: a che serve questo “segreto” di Pulcinella? In Italia ci
sono ancora oggi (18 settembre 2012) cittadini e famiglie che devono essere
rimborsate per i danni
(ed i lutti) subiti nel disastro del Vajont del 9 ottobre 1963…
Perchè i progetti di stoccaggio del metano (fonte fossile non rinnovabile,
gas serra climalterante, gas letale…) vengono proposti a Romanengo (zona
sismica (ITIS 104), a Bagnolo Mella con Capriano del Colle (faglia sismica
del Monte Netto generatrice del terremoto di Brescia del 1117, vicina a
Salò terremoto 2004 e ITIS 069), a Cornegliano Laudense (LO) sisma del 1951 da
eruzione pozzo metanifero? O come a San Felice sul Panaro – faglia sismica
di Mirandola nota a tutti, tranne che “a quelle autorità che negavano fino
al giorno prima del sisma del 20 maggio 2012, la possibilità di un terremto in
quella zona…”.
Perchè i siti di stoccaggio vengono previsti nelle zone a
tutela ambientale: Bordolano – Parco Oglio Nord, Bagnolo
Mella-Capriano del Colle-Parco del Monte Netto, Romanengo-Parco Pianalto
della Melotta, Sergnano-Parco Palata del Menasciutto, tutte zone ricche di
ZPS e SIC?
Ad oggi i Comuni della sola Lombardia coinvolti nei progetti di stoccaggio
sono 116, con centinaia di migliaia di abitanti spesso o del tutto ignari
di cosa sta capitando sotto iloro piedi…Con numerosi Comuni che non hanno
neppure il progetto a disposizione per effettuare commenti o prese di
posizione a difesa dei loro cittadini, che non sono coinvolti in accordi di
programma o di protocolli di intesa necessari per progetti sovracomunali e
sovraprovinciali.
Pensate, cari Amici, che di fronte alla complessità di un progetto di
stoccaggio, abbiamo la testimonianza con lettera scritta di Comuni, come il
Comune di Quinzano d’Oglio e di altri Comuni della zona, dove Sindaco ed
Assessori si sono accontentati della spiegazione orale del “PROGETTO
BORDOLANO STOCCAGGIO” da parte di due tecnici di Stogit e delle
rassicurazioni del Sindaco di Bordolano…
Questo accade a Bordolano e negli altri 15 Comuni coinvolti nel “Progetto
Bordolano Stoccaggio di Stogit” nell’anno 2012!
Siamo a Bordolano, nel Parco Oglio Nord, in Provincia di Cremona, nel Nord
Italia…
Sarà un caso fortuito, oppure è un “normale ” modus operandi per cui basta
un nome e tute le porte si spalancano o si chiudono ermeticamente, come nel
caso del Segretario Comunale (onnipotente, sic!) di Ripalta Cremasca che ci
ha negato la copia del Piano di Emergenza Esterna della centrale di
stoccaggio di Stogit perchè “il plico è arrivato in busta sigillata dalla
Prefettura di Cremona. Se vuole il Piano si rivolga a Stogit”: ma il Piano
di Emergenza Esterna va tenuto nel cassetto oppure va parteciapto ai
cittadini e va praticato con esercitazioni di protezione civile come fanno
nella vicina Svizzera?
Ma il nostro Paese ha proprio bisogno di tutto questo metano quando
i consumi consolidati da anni (ed oggi in calo
del 5-6% per la nota pesantissima crsi industriale) sono dell’ordine di
83-85 miliardi di metricubi di metano-anno (compreso il metano per le
centrali turbogas) a fronte di una disponibilità di circa 120 miliardi di
metri cubi di metano-anno?
E’ una necessità vera della comunità nazionale, oppure è solo un mercato
fatto di dare-avere, di costi all’origine e prezzi di vendita?
Perchè non si sviluppano politiche e si finanziano ricerche per promuovere
il risparmio energetico dall’edilizia abitativa a quella industriale, per
la mobilità sostenibile, per le
attività libere dalle energie da fonti fossili?
Gridiamo il nostro “STOP” alle nuove trivellazioni da Bordolano,
all’Adriatico, alla Sicilia!
Gridiamo il nostro “Sì!” alla salvaguardia
della natura, del Creato, dei Beni Comuni patrimonio di tutta l’Umanità da
salvaguardare per le future generazioni!
Se voelte darci una mano, fate girare questa notizia!
Fatto? Avetre impegato nel modo migliore 10 secondi della vostra esistenza!
Grazie!
A presto!

Ezio Corradi
Vicepresidente Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia

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