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Lui non parla, si fa otto anni di galera cosicchè quando esce ha un po' di occhi puntati addosso in tutto quello che fa perché tutti cercano quei soldi che in realtà sono andati in fumo.
Lo segue l'FBI ma soprattutto lo contatta il suo vecchio complice Vincent, da tutti creduto morto, che nel Mardi Gras di New Orleans ha rapito Alison, la figlia di Will, e se la porta in giro per le strade trafficate rinchiusa nel bagagliaio della sua automobile.
Chiede a Will i dieci milioni di dollari e gli dà dodici ore di tempo per consegnarglieli altrimenti Alison morirà.
Will contatterà un'altra ex complice per procurarsi il denaro e per presentarsi al rendez vous con il suo vecchio amico....
Leggendo la carriera di Simon West, il regista, uno sa bene che non è lecito aspettarsi chissà che , perché il nostro nelle sue regie ha sempre masticato mediocrità più che altro.
E magari la stessa cosa uno la pensa di Nicolas Cage, una volta attore di belle speranze, ora incancrenito in ruoli ingabbiati in mille stereotipi ed entrato nel mito per quella faccia da figliolone scemo che l'età che avanza ( e la parrucca che diventa man mano sempre più abbondante) gli sta consegnando in dote.
E lui ci mette del suo scegliendo sempre ruoli che confermino questo sacrilego pensiero.
Qui fa il rapinatore superprofessionista, come sempre succede nei film americani, il migliore del suo campo o quasi e si ritaglia anche una specie di codice d'onore che lo fa stare zitto e muto in galera per un bel po' di anni.
E se lui non presenta il conto al suo passato , stavolta è il passato che torna prepotentemente a farsi sentire.
Da qui la sua trasformazione in eroe d'azione , un expendable sotto mentite spoglie tanto per rimanere in tema con l'ultimo film decente che ha fatto West, che deve recuperare una figlia e chiudere i conti con il cattivone di turno.
Il tutto con sullo sfondo la coloratissima New Orleans del Mardi Gras ( ma quanti film si sono svolti durante il Carnevale di New Orleans? ormai ne ho perso il conto), una FBI in vena di dabbenaggini che lo segue e cerca di ostacolarlo e un dolce ritorno di fiamma ( leggasi Malin Ackerman, veramente notevole) che rende più dolce il presente.
West aumenta il ritmo ma rimane prigioniero di tutti gli stereotipi possibili e immaginabili del classico thriller d'azione americano e nonostante infarcisca il suo film di un po' di tutto ( la rapina iniziale girata come se ci trovassimo in un heist movie, sparatorie, scazzottate, qualche barlume di ironia qua e là, un villain disabile ma di cattiveria spropositata, forse pure troppo sopra le righe, amore filiale ecc ecc ) si presenta come un film debole e posticcio (come la capigliatura del suo protagonista) un po' su tutti i fronti, indeciso su quale strada prendere e proprio per questo non riesce mai ad appassionare come sarebbe lecito.
Stolen
Neanche lo spettatore di bocca buona che cerca cinema ad impatto zero sui suoi neuroni devastati dalla canicola estiva.
Perlomeno un minimo e invece no: elettroencefalogramma rigorosamente piatto.
Da ricordare il blasfemo cappellino che sfoggia Danny Huston nel film ( lo stesso tipo che portava Gene Hackman ne Il braccio violento della legge) che te lo fa odiare sin dal primo secondo che lo vedi abbigliato così..
Stolen, film da 35 milioni di dollari di budget è stato una debacle con pochi precedenti al botteghino americano incassando in tutto circa 300 mila dollari, più o meno....
Qualcosa vorrà pur dire....
( VOTO : 4 / 10 )
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