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Stoneflay e l’arte di Serena Vestrucci

Creato il 15 maggio 2012 da Glieventidelmarchese

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Vogliamo porre a tutti i nostri lettori una domanda provocatoria: e se il futuro della moda stesse non solo nell’eccellenza e nella qualità ma anche in un connubio sempre più stretto con l’arte?

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Con questo pensiero e con grande curiosità abbiamo accettato l’invito a partecipare ad un evento che ha messo insieme Stonefly, azienda italiana leader nel campo delle calzature, e Serena Vestrucci, giovanissima artista milanese.

Crediamo che Stonefly non abbia bisogno di presentazioni, quindi ci piace concentrarci su Serena raccontandovi qualcosa di lei: classe 1986, ha conseguito il Diploma in Pittura presso l’Accademia di Brera a Milano.

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Dopo due anni trascorsi a Berlino, dove ha collaborato con un centro d’arte no profit, ha deciso di iscriversi al corso di laurea specialistica in Arti Visive presso l’Università Iuav di Venezia. Nel nostro interessarci a lei ci siamo imbattuti in una sua dichiarazione che ci è molto piaciuta: “mi piacciono i coriandoli perché per farli funzionare devi mandare tutto all'aria”.

Vi chiederete a questo punto come la strada di Serena si sia incrociata con quella di Stonefly. L’azienda è da tempo una convinta sostenitrice del fatto che esista un forte parallelo tra attività artistica ed attività d’impresa: la cultura, la conoscenza e la ricerca innescano la scintilla in tutte le menti fertili, siano esse dedicate alla creazione pura o all’innovazione produttiva.

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E così, forte di questi ideali, l’azienda promuove da tre anni il progetto “Stonefly Cammina con l’Arte” che consiste nel dare un sostegno concreto ai giovani artisti che fanno parte degli atelier della Fondazione Bevilacqua La Masa, fondazione che agisce nel Triveneto e che ha la sua sede a Venezia.

Con la sua opera “Forme di passeggiata con qualcuno”, Serena ha vinto il premio “Cammina con l’Arte” edizione 2011 ed è stata quindi invitata a presentare la sua opera all’interno del flagship store milanese di Stonefly.

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L’operazione di integrazione tra l’opera e lo spazio di vendita, ci ha raccontato l’artista, non è stata un’impresa né facile né scontata, ma piuttosto una sfida interessante che ha appassionato Serena che, con molta intelligenza e grande sensibilità, ha voluto trovare una modalità di esposizione ed allestimento che non cancellasse o sovrastasse lo scopo principe del luogo. Il negozio è rimasto tale, è rimasto uno spazio di vendita, e l’opera di Serena si è integrata alla perfezione pur mantenendo tutto il suo carattere.

Il progetto è stato diviso in due momenti ed in due luoghi.

La prima parte del progetto ha avuto come teatro gli spazi del negozio. Alcuni grandi disegni sono stati inseriti nelle vetrine che si affacciano su Corso Europa, facendo sì che lo spazio interno del negozio venisse celato ai passanti.

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Questo gesto ha creato uno scarto tra il dentro e il fuori: Serena non ha modificato in alcun modo l’architettura preesistente, ma con un delicato lavoro che non ha intaccato in maniera permanente il negozio ha creato delle strutture sospese alle quali sono state appese le sue opere. Questa scelta di celare è stata tutt’altro che casuale: Serena ha studiato molti negozi importanti e le loro vetrine per capire come dare spazio alle sue opere ed è rimasta affascinata dall’idea di usarle per dividere lo spazio interno da quello esterno, rendendo l’interno quasi un segreto prezioso. Una piccola curiosità: lo studio degli spazi e la realizzazione delle strutture sospese è stato fatto da Serena stessa con l’aiuto del padre e del fidanzato architetto.

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La seconda parte del progetto ha avuto luogo al piano superiore, in uno spazio abitualmente adibito ad ufficio. Serena ha chiesto ed ottenuto il permesso di usarlo e l’ha così trasformato nel suo studio con l’idea di accogliere gli spettatori lì invitati dopo il passaggio in negozio. L’ufficio trasformato in studio ha permesso di vedere i disegni durante la realizzazione, rendendo così il pubblico spettatore di una mostra che in un certo senso si andava ancora producendo nel momento stesso in cui veniva anche esibita. E nello studio ci è stato anche svelato il meccanismo di realizzazione dei disegni: Serena utilizza infatti dei macchinari, costruiti da lei, in grado di disegnare autonomamente. “I macchinari – ci ha spiegato Serena – continuano a lavorare concedendomi, nello stesso tempo, la possibilità di farmi una passeggiata e pensare ad altro.” “Il ritorno in studio – ha concluso poi Serena – determina di volta in volta la durata della posa del colore. Ogni singola forma è allora la misurazione di una geografia in cui la distanza viene pensata in ore e non in chilometri: il disegno del passaggio del tempo, come se il tempo stesso passeggiasse.” Ecco così spiegato il titolo dell’opera!

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Le due visioni di Serena sono geniali ed al tempo stesso si compensano: da una parte chiudere l’interno a chi guarda da fuori e dall’altra aprire uno spazio privato al pubblico. La creatività e l’originalità di questa giovane artista non si limitano all’opera ma pervadono il modo di realizzarla – l’invenzione delle sue geniali macchine – fino ad arrivare al modo di presentarla!

Siete curiosi di conoscere le macchine di Serena? Noi siamo rimasti affascinati da un gattino orientale che, posto davanti ad un grande foglio appeso che dondola leggermente, abbassa e rialza il braccio senza sosta, producendo un disegno che dipende dal movimento stesso. C’è un cavallo la cui lunga coda è stata prolungata da Serena con dei pennarelli che vengono poi messi a contatto con un foglio. C’è uno scimmiotto che abbraccia un fascio di pennarelli. Ci sono dei pezzi di cartone ondulato nella cui struttura sono inseriti altri pennarelli: la distribuzione e la posizione dei pennarelli e la loro pressione sul foglio determinano la quantità di inchiostro rilasciato e quindi il disegno. Come avviene la pressione? Serena usa dei libri e così abbiamo scherzato sul fatto che la cultura abbia davvero un suo peso, specialmente certe opere della letteratura russa!

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Le macchine non finiscono qui perché la fantasia di questa giovane artista è davvero inesauribile. Ringraziamo di cuore Stonefly per avercela fatta conoscere e ricordiamo che Milano è la prima tappa di un tour che porterà le opere di Serena Vestrucci nei negozi Stonefly delle maggiori città italiane.

Vi invitiamo anche a seguire il prossimo Premio Stonefly: l’appuntamento con l’edizione 2012 è per il prossimo 8 novembre nella splendida cornice della Galleria di Piazza San Marco a Venezia, sede principale della Fondazione Bevilacqua La Masa.

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Ringraziamo l’agenzia Domingo Communication ed in particolare Sonia e Luana per averci dato la possibilità di partecipare a questo evento particolarmente stimolante, vivace e curioso.

E. Pirrè


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