STOP allo 048 degli Oggetti: il Ripristino nell’Epoca del Consumismo

Creato il 31 ottobre 2011 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Cielo uggioso sopra Catania. Le nuvole appaiono svogliate, stazionano sopra la città mentre un vento severo sospira nelle strade, tra i palazzi. Un sole al suo tramonto, pian piano saluta questo pezzo di terra, lascia spazio alle luci metropolitane. Appena fuori il centro fieristico “Le Ciminiere”, mi si presenta questo spettacolo suburbano, un ultimo fiato sprecato, buttato via, spengo la sigaretta e mi dirigo nel padiglione C1, di lì a poco avrà inizio la conferenza pre-inaugurale dell’evento. In breve tempo la sala si riempie, si accomodano gli organizzatori e alcune figure di spicco del panorama sociopolitico provinciale. La parola passa da una parte all’altra con estrema rapidità, c’è premura, c’è attesa. Qualche foto di gruppo tra enti compartecipanti e organizzatori e ci si dirige verso il padiglione C2; qualche minuto di attesa ed il nastro rosso è tagliato. Saliamo così per le scale, mi concedo qualche minuto di interdizione prima di accedere alla sala. Per natura o per vizio, quando vado ad una mostra, mi riservo l’uso di fare più e più giri, a volte invertendo rotta, saltando qualche opera, per poi ritornarci e ricominciare ancora il cammino.

Do primi sguardi disinteressati, lascio che sia il vezzo estetico al comando, cercando una qualche suggestione tra le opere. Non riesco a soffermarmi davanti ad esse; una per volta le incontro, le saluto e vado subito via, poi ritorno e intrattengo con esse discussioni a senso unico, sgancio biglietti di sola andata per i miei pensieri. È uno 048 onirico senza possibilità di reverse, troppe dichiarazioni, distrazioni, è un piacere che diventa natura della sua stessa miseria. “STOP allo 048 degli oggetti” è il titolo di una mostra coraggiosa, che affronta tematiche trascurate dal progresso, dal consumismo, da una società che mette al bando problematiche delicate, senza affrontarle, malgrado la società medesima ne sia scaturigine. Qui non vi parlerò delle singole opere riducendo la prospettiva, vi accompagnerò all’interno del pensiero, seguendo quel filo rosso che lega tutta l’arte prodotta per questo evento.

Accade allora, che tutta quest’arte messa in disparte, ritorni e rivendichi con le proprie forze questi messaggi omessi, aborriti e rifuggiti dai più. Ci si accorge che non è un automatismo, ma un preciso e rodato meccanismo di difesa del consumismo che copre di oblio i propri ultra-trentennali misfatti, producendo, eccedendo nei consumi, generando viziosamente dei “figli del nulla”, il cui destino è anch’esso orfano. Questo processo è un cancro che logora la società dal basso verso l’alto, non a caso lo “048” in ambito medico, è il codice che si attribuisce a i malati tumorali, le cui cellule, impazzite, si replicano all’infinito, creando, col passare del tempo, metastasi.

Lo 048 degli oggetti è l’immagine nitida e cruda di una società affetta da qualunquismo e disinteresse, in quanto i problemi della società sono problemi dell’uomo, laddove per società s’intenda comunità civile composta da uomini che la organizzano e la costituiscono. Questa psicopatologia del consumismo però opera in maniera tale da render assai difficoltosa un’educazione alla sostenibilità e all’utilizzo sano e intelligente delle risorse, fuori dai consueti e poco etici principi economici.

C’è bisogno di un compromesso virtuoso di collaborazione, occorre abbattere le barriere dogmatiche della massa delineandone definitivamente le origini, e poi cambiare, mutare prospettiva, la maniera dell’esistere e del coesistere. La realtà è problematica, ovunque, osservandola si ha la misura del peso che essa impone al singolo e alla comunità, obbligandoli a tentativi di ripristino necessari o prove di backup sociale, difficilmente attuabili.

Gli emarginati sono dunque tra i protagonisti di questo grande tentativo di ripristino, che essi siano rappresentati da oggetti scartati, resti elettronici, componenti cartacei, che siano barboni o degli “instabili squilibrati”, o tossicodipendenti, fanno tutti parte dell’opera imperscrutabile chiamata vita, e stanno proprio accanto a noi, mentre le vostre radio, le vostre tv private e pubbliche dedicano i propri spazi, il proprio tempo ad intrattenervi.

L’arte ha preso questi attori scartati, queste comparse urbane vive, e ce li ha proposti mettendoci per l’ennesima volta dinanzi alle nostre responsabilità, dinanzi alle conseguenze concrete dell’odierno processo di produzione, di accumulo e di scarto, invitandoci a non tralasciar un dato ineluttabile: non esistono rifiuti, ma solo risorse inutilmente sprecate. Una menzione speciale va all’ideatrice e curatrice del progetto, la dottoressa Daniela Aquilia che, col suo concreto e attivo impegno per il sociale e l’interesse nei confronti dell’arte, si è prodigata per più di un anno affinché tutto ciò da me narrato diventasse realtà.

Fotografie di Giusanna Di Stefano, © 2011

STOP allo 048 degli oggetti

Mostra d’arte contemporanea sul rifiuto e la malattia

Ideazione e cura: Daniela Aquilia – Testo critico: Giuseppina Radice

Organizzazione: Associazione Culturale IdeaAttiva e Associazione Culturale SpazioVitale in

Allestimento: Associazione Culturale SpazioVitale in

Catania, Centro Fieristico Le Ciminiere, dal 22 ottobre al 6 novembre 2011

Ingresso Gratuito


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