FINALMENTE MULTE SALATISSIME E RECLUSIONE FINO A TRE ANNI, oltre all’obbligo di rimuovere a proprie spese e con i propri mezzi gli Ogm: sono questi i provvedimenti decisi dal Governo per stoppare in via definitiva i tentativi di coltivazione di Ogm in Italia e sottolineare la propria posizione davanti a tutta l’Unione Europea.Il decreto legge, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 24 Giugno, riempie una falla giuridica creatasi dopo l’emanazione del decreto del 12 luglio 2013, adottato dal Ministro della Salute di concerto con il Ministro della Politiche Agricole Alimentari e Forestali e con il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare recante “Adozione delle misure d’urgenza si sensi dell’art.54 del Regolamento CE n.178/2002 concernenti la coltivazione di varietà di mais geneticamente modificato MON 810″ (che vietava la coltivazione del Mon 810 su tutto il territorio italiano, ma non descriveva sanzioni in materia).
SLOW FOOD DICHIARA : «Siamo pienamente soddisfatti del passo avanti fatto dal nostro Governo: l’inserimento delle sanzioni a integrazione del decreto dello scorso anno era stato da noi più volte sollecitato sia al precedente Esecutivo che a quello attualmente in carica. In questo modo, oggi è inequivocabilmente chiaro che in Italia non si possono coltivare Ogm e chi lo fa sa a quali conseguenze va incontro. Ora però occorre fare un passo ulteriore, dato che il decreto scadrà a gennaio 2015. La palla passa a Strasburgo e Bruxelles, dove durante il semestre di presidenza italiana della Ue si discuterà della possibilità per gli Stati membri di avere autonomia nelle decisioni in materia di Ogm. Esiste un testo, licenziato pochi giorni fa dal Consiglio dei ministri dell’Ambiente della Ue, che non ci piace ma che sicuramente ha cambiato lo scenario e ora è al centro del confronto. Speriamo che le precise prese di posizione a favore di un’Italia libera da Ogm, assunte dai nostri Ministri in più occasioni, siano il preludio al completamento di un cammino europeo che veda affermarsi una vera libertà di scelta degli Stati membri e non una presunta sovranità minacciata dallo strapotere delle multinazionali che – checché ne dicano i promotori degli Ogm – sono il vero dominus in questa vicenda, sin da quando – nell’ormai lontano 1996 – è iniziata la commercializzazione di semi geneticamente modificati. Slow Food continuerà il proprio lavoro, sia a livello italiano che europeo, per promuovere le buone pratiche di una agricoltura che può fare a meno degli Ogm e può affrontare con soluzioni più efficaci e sostenibili i problemi che gli Ogm sostengono di poter risolvere».
Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org