“Storia d’Amore”, una silloge poetica di Rosario Tomarchio – recensione di Cristina Biolcati

Creato il 12 aprile 2013 da Alessiamocci

Con Storia d’Amore, Rosario Tomarchio, giovane scrittore siciliano alla sua seconda raccolta poetica, ha inteso cantare l’amore in ogni sua forma, in modo puro ed incontaminato, come farebbe un uomo d’altri tempi, che ancora crede nell’importanza dei sacramenti e dei sentimenti.

Sia esso fra un uomo e una donna, per i bambini, per la nonna, per i genitori, per gli amici, e per tutto ciò che è ultraterreno. Animato da una grande fede cristiana, l’autore infonde un forte senso di speranza, trattando sentimenti belli e tristi, con le parole semplici proprie della poesia.

Cosa sia l’amore, Rosario lo dice subito, infatti l’opera si apre con la poesia “Amore è”, dove per amore, in questo caso fra un uomo e una donna, è inteso il fulcro di una vita insieme, senza di esso non potrebbe esserci unione.Amore è un bacio alla mattina per dire sei bella, un bacio alla sera per portare via la stanchezza del giorno”.

C’è un’idea di quotidianità, in questo amore. Può essere anche un “dolce rimprovero, e guardarsi negli occhi per tutta la vita insieme”. Sentimento quindi che non si esime da nulla, ma che è forte, è per la vita. Lo stile di Rosario è semplice, scorrevole, egli non ricerca parole difficili che molto spesso male si addicono alla poesia. La scrittura presenta termini che a volte si ripetono, per dare modo al lettore di tornare indietro, e di metabolizzare i concetti.

Nella poesia “Piove”, in particolare, la ripetizione delle erre e delle esse crea un effetto sonoro, e al lettore, pare di udire veramente la pioggia cadere : “Piove nel roseto di rose rosse e profumate, piove sui vestiti bagnati, piove sul tuo e sul mio corpo. Piove e balli con lei sulle note dell’amore”. L’amore narrato quindi con eleganza, si colora, e nella poesia “Il verde, il bianco e il rosso”, assume i toni del verde come la speranza e la pace, del bianco perché è amore puro,del rosso come un fuoco che brucia.

Questi colori torneranno nelle sue liriche, accostati al giallo, colori delle favole che raccontava “Nonna Vincenza” , il cui aiuto, nonostante sia diventato adulto, egli continua ad invocare. “Ho paura” è la poesia dove maggiormente si evincono le incertezze del poeta, quelle fragilità, tipiche dell’essere umano. “ Tremo, ho paura” dice “niente mi conforta. Solo tu mi dai conforto. E l’amore che mi dai”.

Amore visto come rifugio, come ancora di salvezza, come cura per tutti i mali. Come “nido sicuro” nel quale ritornare e dimenticare le brutture della vita. Bellissime le poesie dedicate ai bambini, dove traspare un profondo rispetto per la vita. “Benvenuto caro amico. Gli angeli per te fan festa” è la chiusa di “Battesimo”. In particolare, colpisce la poesia SOGNO, dove l’autore dice “Voglio vivere il tuo sogno, ma non essere il tuo sogno”, quindi si evince che l’amore non è soltanto qualcosa di platonico da “cantare”, ma è concreto.

Il poeta vuole essere compagno di vita per l’amata, uomo reale, e non appunto, soltanto il suo sogno. “La donna della vita” e “L’uomo del silenzio” sono le poesie dedicate ai genitori. Questo amore è espresso senza falsi pudori e, in una società dove ci si vergogna a dire qualunque cosa, e molto spesso si “delegano” i mezzi virtuali, rende il poeta un uomo puro, non corrotto dalla società “Mamma non piangere più, sono qui a raccogliere le tue lacrime” e al padre, “Tu uomo del silenzio, uomo del silenzio di mille parole. Nel silenzio mi hai amato e nel silenzio parlo al tuo cuore per dirti ti voglio bene”.

“Non avere paura” dice Rosario, citando una celebre frase di Giovanni Paolo II, che egli ha riportato nella poesia “In ricordo di un grande uomo” . Questo sembra anche essere il filo conduttore dell’opera. Ed a noi, egli lascia il suo messaggio finale. Non abbiate paura di amare e di esprimere il vostro amore.

Written by Cristina Biolcati


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