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Monastero di Lindisfarne, 8 Giugno 793
Verso mezzogiorno i monaci videro delle grandi navi a vele oblique e subito essi pensarono a sfortunati viaggiatori in cerca di aiuto, ma quando gli occupanti delle navi scesero a terra i monaci si trovarono davanti dei guerrieri e vennero uccisi tutti, il monastero venne saccheggiato e i pirati lasciarono l’isola spopolata e distrutta.
Descrizioni al primo impatto per i popoli dell'epoca;
"Mai ho visto uomini così belli, di magnifica prestanza. Sono alti come palme, di un biondo solare, e hanno la pelle chiara. Non usano camicia, ma hanno solo un mantello che si gettano sulle spalle in modo di avere le mani libere da poter mettere su un pugnale, su una scure o su una spada che portano sempre alla cintola. Hanno delle navi lunghe affusolate, nere e silenziose, la poppa si torce a voluta, la prua spalanca le fauci di un drago, gli equipaggi all'attrezzatura, il timoniere al suo posto a tribordo con il remo timone, che apre la strada del nuovo divenire, e queste strade attraversano i flutti su cui scivoleranno quelle navi, sci neri del campo dei cigni"
E' la descrizione di un arabo che ci racconta il suo primo incontro con queste orde di predoni;
I romani della VI legione, quando li vedero davanti a loro la prima volta sul Reno nel 240, questi germani del mare, gli antichi progenitori dei vichinghi di quest'anno, ce li descrissero cosi:
"Adorni delle spoglie di orsi, di vitelli marini e di cinghiali, da lontano parevano una mandria di bestie feroci. Una tunica corta e stretta lasciava vedere tutta l'altezza della loro statura, e non arrivava a nascondere le ginocchia. Gli occhi di questi barbari hanno il colore di un mare in tempesta; la loro chioma bionda, portata in avanti, sul petto. La maggior parte di loro lascia crescere la barba sopra la bocca, così da conferire alle labbra maggior somiglianza col muso dei cani e dei lupi; hanno alla cintola la pericolosa francesca, una specie di scure a due tagli col manico ricoperto da duro acciaio; arma funesta, che il barbaro lancia gettando un grido di morte, e che raramente fallisce il bersaglio che il suo occhio intrepido ha individuato. Quando si dispongono in battaglia il loro ordine abituale, fedele agli usi antichi, è a cuneo, un formidabile triangolo in cui non si distingueva che una foresta di chiome, di pelli di animali e di corpi seminudi, che avanzava con impeto, ma con un movimento uguale, che sfondava la nostra linea romana. Avevano al braccio un anello di ferro stretto, con su scritto in runico dei simboli ieratici; anello o fascia metallica che si toglievano se non dopo aver ucciso un odiato romano.
Quando diventarono poi nostri alleati, aggregati al nostro esercito, come fanteria ai lati della nostra cavalleria che camminava in mezzo, quelle due ali ci davano sempre l'impressione di avere a fianco degli avvoltoi, o dei fantasmi, o quelle figure che si scorgono nelle nuvole quando c'è la tempesta. Alla sera quando si riunivano sembrava di essere in mezzo a un mercato di contadini, di pescatori, coperti di stracci, urlanti, gesticolanti nel raccontare con i loro grugniti le gesta di un giorno dove avevano seminato terrore e morte."
- Origine
La popolazioni dei vichinghi venivano identificati negli abitanti dell'odierna Scandinavia e cioè della Danimarca, della Norvegia, della Svezia settentrionale. Si trattava di tre popolazioni distinte, identificate in una ma avevano influenze germaniche e celtiche.
I vichinghi sono detti anche runii o runici, perchè utilizzavano le Rune. Si tratta di testi che richiamano le incisioni usate dai popoli germanici. Runa significa sussurrare. Si tratta dunque di massime che contengono dei significati di guida e di esempio per la popolazione vichinga.
Un antico detto nordico dice:
"Un uomo non dovrebbe incidere le Rune se non è in grado di leggerle correttamente, perché più di un uomo è caduto su un'asta runica poco chiara. Ho visto 10 aste runiche intagliate su un osso di balena raschiato che prolungavano ulteriormente una lunga malattia".
Queste popolazioni fecero la loro comparsa attorno al 700 d.C. e furono il risultato di una fusione tra indoeuropei, celti e popoli orientali.
Nella Svezia meridionale abitavano i Gauti (Goti), di origine germanica-slava. La Finlandia era abitata dai Finni, mentre i paesi baltici dai Balti, di origine slava. A sud della Danimarca è presente la Sassonia, abitata dai Sassoni, la Frisia (Belgio e Olanda), il regno Franco, la regione degli Slavi (Polonia); più a sud si identificano i Bulgari .
La prima presenza vichinga registrata nei documenti storici è datata nel 793, quando alcuni soldati vichinghi assalirono il monastero di Lindisfarne, nella Gran Bretagna settentrionale, saccheggiandolo ed uccidendo alcuni monaci.
Circa l'etimologia della parola "vichingo" vi sono varie ipotesi, nessuna delle quali ha trovato riscontro. Il termine anglossassone wic e quello franco wik significano mercato e richiamano l'attività prevalente di questo popolo. Vik è anche il nome di una provincia norvegese, mentre con il termine vik si identifica la baia. Spesso compare la parola viking, termine riferito ad un'attività di pirateria.
I vari popoli chiamavano i vichinghi in vario modo: per i franchi, erano i normanni; per gli irlandesi erano i lochlannach; per i germani erano gli ascomanni; per gli slavi erano i ruotsi; gli arabi gli avevano dato l'appellativo di madjus.
- Sviluppo
Nel corso di tre secoli, a partire da circa il 700, i vichinghi estesero il loro dominio in tutta l'Europa, utilizzando rotte commerciali e depredando i diversi territori.
I Danesi stabilirono rotte con la Francia, ove fondarono la Normandia, la Spagna, l’Italia (nella zona ligure di Luni - La Spezia); gli Svedesi stabilirono colonie in Russia, presso Kiev, navigando sul Volga ed il Dniepr, con i Paesi Baltici, gli Slavi ed i Bulgari; i Norvegesi stabilirono rotte sulla Gran Bretagna e le isole Faer Oer, Ebridi, Orcadi, Shetland. Si racconta che la città di Luni in Italia venne presa dai danesi attraverso uno stratagemma simile a quello del cavallo di Troia ideato da Ulisse. In questo caso rappresentato da Hasting che si fece chidere in una bara e con la scusa di una sepoltura civile riuscì ad entrare nella città.
Tra l'880 e l'890 venne raggruppato il pericoloso e potente "Grande Esercito" che compì diverse razzie nella Frisia e nella Normandia, conquistando diverse volte Parigi e Londra. Si trattava della prima coalizione raggruppata ed ordinata secondo precise regole militari che costituì una seria minaccia per i Franchi di Carlo Magno.
Tra il 907 ed il 944 i vichinghi, attraverso il Mar Nero, il Don, il Volga, stabilirono una regione di influenza attorno a Bisanzio, al punto che alcuni mercenari bizantini erano runici.
Nel 1030 Canuto il Grande unificò la Danimarca, parte della Scandinavia e l'Inghilterra, fondando un grande impero nordico. Già nel 1045, però, alcune nazioni si separarono dando vita a nuove nazioni.
Dalla Normandia, intorno all'anno 1066, partì una spedizione che con Guglielmo il Conquistatore si impossessò dell'intera isola allontanando il dominio sassone e danese.
Vennero fondate colonie in Islanda, Groenlandia e America, in particolare nella zona tra Terranova e Boston. L'Islanda divenne una florida repubblica, ove partì il concetto del Thing.
La Groenlandia (Terra Verde) venne scoperta da Erik il Rosso, che condannato all'esilio dal Thing di Rejkiavik, si diresse al nord, ove scoprì la regione antartica. All'epoca il clima era più dolce e permise la fondazione di diverse colonie e lo sviluppo di attività agricole. Ricordiamo Herjolfsnes, Brattahlid, Sandnes .
Prima di giungere in America le spedizioni vichinghe si imbatterono in altre terre: Helluland (Terra piatta di sassi), Markland (Terra della foresta) e Vinland (Terra del vino). Quest'ultima è identificabile con Terranova, ove i vichinghi ebbero numerosi scontri con gli indiani locali.
Sembra attendibile che i runii siano stati presso Boston e New York, in base alla tipologia dei territori descritti ed alle caratteristiche degli indiani. Inoltre, presso Terranova sono stati individuati resti di villaggi con caratteristiche vichinghe. Questi territori assunsero la funzione di sede di migrazioni popolari e di esuli sia politici sia condannati. Gli eroi che scoprirono questi territori furono Thorfin Karlsefni, che avvistò l'America, Leif Eriksson, eroe groenlandese, Bjorn Herjulfsson, esploratore americano, Erik il Rosso , scopritore groenlandese.
Dall'anno 900 all'anno 1000 il commercio si intensificò e sorsero numerose città mercantili. La classe sociale della borghesia, fatta di audaci mercanti, diventava sempre più forte. E' in questo contesto che nasce la Gilda, cioè una sorta di consorteria mercantile, di corporazione che era fatta di un insieme di mercanti e difendeva gli interessi degli stessi. Numerose erano le iniziative che venivano intraprese in difesa di questa classe e dei suoi interessi.
Questo termine non è da confondere con il Vik, che rappresenta il villaggio, il quale veniva costruito attorno ad una fortificazione o ad un porto che aveva il nome di vike. Ogni vik poteva deliberare leggi ed accordi.
Numerose furono le città fondate che costituivano importanti centri di commercio.
Il più importante era Haitabu, nello Schleswig (regione tedesco-danese vicino Kiel). Centro importante, deteneva tutto il commercio del Baltico, del mare del Nord e dei fiumi che penetravano nella Germania. Vi era poi la cittadina di Birka, in Svezia, posta nel lago Maralen, prima dell'odierna Stoccolma. La città svedese di Helgö costituiva un centro strategico del commercio tra l'Europa e l'Asia. Uppsala era un centro religioso. Truso era un'importante villaggio dell'Estonia, distrutta poi dai barbari slavi. L'isola di Gotland, nel Baltico, controllava tutto il traffico navale. Nella Frisia si ricorda la città Dorestad, caratterizzata da piante semicircolari. Numerose, poi, le città costruite sull'Elba: Quentovic, Domburg, Emden, Brema, Amburgo. Altri centri sono presenti in Inghilterra, Scozia, Irlanda, Olanda e Normandia.
Fino alla fine del 1000 le diverse città vichinghe che riempivano tutta l'Europa vissero un periodo di splendore e di floridezza economica. Questa situazione conobbe un netto declino con l'ascesa degli Slavi e degli Estoni dall'est. In questa situazione molti villaggi vennero distrutti ed altri subirono il loro assetto urbanistico, per lasciare il posto a roccaforti, come ad esempio Copenaghen.
- Attività
Il popolo vichingo è passato alla storia per il suo carattere bellicoso, ma sicuramente ha espresso altre caratteristiche. Per quanto riguarda il primo aspetto è evidente che aveva sviluppato un’attività bellica, che lo ha reso invincibile per molti secoli. Non era costituito da un esercito organizzato e regolare. Nel rispetto del costume celtico, tutto era basato sul vigore e la potenza, con strategie molto semplici. Solo negli ultimi anni del loro dominio si sviluppò una regolarità nell'organizzazione dell'esercito, motivata dalla nascita e comparsa delle prime signorie nordiche.
L’elemento di forza era l’assalto via mare, attraverso il quale sono diventati pericolosi predoni. Possedevano delle barche potenti ed agili nelle manovre, con cui potevano risalire i fiumi. Tali imbarcazioni, tuttavia, non erano adatte alle traversate in mare aperto, come hanno dimostrato le numerose navigazioni compiute verso l’America.
Bravi agricoltori, dovevano fare i conti con le condizioni climatiche, come in Groenlandia e sulle isole nordiche. Producevano mele, da cui traevano l’idromele, la bevanda preferita, cipolle, vegetali. La loro alimentazione era molto varia (carne, minestre, pesce..), era comunque priva di vitamina C, in quanto non conoscevano gli agrumi, ma non sono stati segnalati molti casi di scorbuto.
Allevavano pecore e mucche. Queste ultime erano presenti anche nel Valhalla, dunque rappresentavano un elemento fondamentale per l’uomo. Al nord della Scandinavia si allevavano renne, secondo l’usanza dei sami (o lapponi). Nella società civile il potere era dato dalla quantità e qualità del bestiame che si possedeva.
Bravi artigiani, sapevano lavorare i metalli, le cui materie prime venivano importate. Lavoravano utensili e suppellettili. Presso ogni villaggio o fattoria vi era un’officina.
Dal punto di vista artistico non ci fu uno sviluppo classico. In un certo senso furono i progenitori di Picasso. Nelle decorazioni soprattutto svilupparono tre cosiddetti stili animali, dove la natura assumeva un ruolo ispiratore. Le figure appaioni realistiche e stilizzate. Un elemento rappresentato frequentemente è il leone, simbolo di forza. Questi passerà alla storia con il termine di grifone vichingo , che caratterizzerà numerose navi.
Il terzo stile era detto Vendel-E. Si tratta di una sorta di barocco, ove ogni figura è rappresentata con numerosi particolari.
Presso il villaggio danese di Oseberg si identificò una buona scuola artistica. Numerosi sono gli stili artistici identificati presso i runici:
stile Borre : elementi lignei con guarnizioni metalliche;
stile Jelling : elementi zooformi con argento;
stile Mammen : elementi naturali ed animali dalle dimensioni dilatate;
stile Ringerike : elementi floreali numerosi;
stile Urnes : linee flessuose sui particolari.
Le armi accompagnavano i vichinghi durante l'arco della loro vita: giavellotti, lance, spade, asce, scudi..... Era anche in questo settore che si rifletteva l'attività artistica. Le spade, gli scudi ed altre armi erano decorate con elementi che richiamavano la natura. Numerose erano le raffigurazioni animali che avevano lo scopo di aiutare l'uomo nella battaglia.
Dal punto di vista urbanistico le città erano originariamente dei villaggi di capanne, ove gli animali convivevano con gli uomini in un’unica stanza soprattutto per una questione termica. Le case avevano un fuoco al centro delle stanze che diffondeva fumo dappertutto. Non vi erano finestre, l’unico ricambio di aria avveniva quando si apriva la porta. Successivamente, soprattutto al nord, le case vennero costruite in pietra, con stanze diverse. Gli animali vennero portati in un altro edificio.
Non venne sviluppata un’arte funeraria particolare. Ci si limitò a realizzare urne e monili che accompagnavano il defunto. Casi particolari erano le tombe dei re o dei nobili, ove si spendevano più tempo e denaro.
I vichinghi svilupparono un sistema legislativo che non era all’avanguardia, ma comunque superava la legge del taglione vigente in quel momento in altre culture. Era il Thing che stabiliva il corrispettivo in denaro da pagare per un reato. In alcuni casi veniva decretato l’esilio, come nel caso di Erik il Rosso che, esiliato dall’Islanda, scoprì la Groenlandia. Spesso si era autorizzati alla vendetta, come nel caso in cui veniva ucciso un signore: il figlio poteva vendicarlo uccidendo un parente dell’assassino. Si innescava un meccanismo di faide e stragi senza fine.
Dunque non siamo di fronte ad una società civile, basti pensare a certi usi e costumi, ma ci avviamo verso la civiltà occidentale. Il grande merito dei runici fu l’aver permesso la nascita di uno stato unitario.
Abili manager, avevano il senso degli affari. Grandi costruttori navali, stabilirono rotte commerciali numerose che li resero noti dappertutto.
Tra le imbarcazioni impiegate ricordiamo:
- le sniggen : moderni incrociatori veloci (100 uomini di equipaggio - 20 doppi remi);
- le skeidhs : navi di linea delle flotte guerriere;
- i draken o drakkare : le navi con il drago.
Inoltre non avevano concorrenti nelle imbarcazioni degli altri popoli.
Fonte: Visit Norway
Ricordiamo inoltre che le imbarcazioni erano dotate di forti e robuste vele, adatte a fronteggiare i tempestosi mari nordici. Nella navigazione i marinai non impiegavano la bussola, che verrà inventata dal Positanese Flavio Gioia alcuni secoli dopo, ma utilizzavano degli strumenti che si basavano sull'altezza del sole e sulla sua posizione.
I vichinghi colonizzarono numerose località allo scopo di estendere i loro commerci.
L'attività commerciale era varia: dalle materie prime (come l'ambra, i preziosi, i metalli) ai generi alimentari; dagli schiavi (molto numerosi a causa delle continue conquiste) al legname, l'argento e la ceramica. I vichinghi avevano il controllo d varie zone geografiche. In particolare avevano l'influenza della via tra la Cina, l'Oriente e l'Europa.
La lingua scritta più diffusa soprattutto nelle saghe era il runico. Si trattava di incisioni che richiamavano l'intaglio impiegato per la scrittura germanica. In particolare riconosciamo:
- la runa comune usata in Danimarca, Svezia occidentale, Norvegia orientale;
- la runa norvegio-svedese , Svezia orientale, Norvegia meridionale ed occidentale, colonie norvegesi in Europa;
- l'alfabeto-Helsinge , Svezia settentrionale.
Questi vengono impiegati per lo più nelle scritture importanti e nei documenti ufficiali. In Islanda viene impiegato l'alfabeto latino.
Religione
La religione vichinga presenta numerose commistioni con il mondo reale vissuto da questo popolo nordico. Vi sono infatti numerosi riferimenti alla vita quotidiana ed agli elementi naturali che accompagnavano la popolazione. Sicuramente essa ha subito delle influenze celtiche, quindi indoeuropee con origini relative all’area scita-iranica.
- LE RUNE
I sacerdoti vichinghi, o rusii, erano detti attiba e svolgevano i riti sacrificali durante le cerimonie. Questi avevano luogo all’aperto, in pieno stile celtico, e venivano costituiti da sacrifici animali ed umani, i cui cadaveri erano esposti appesi ad alberi. Questa pianta, che richiamava le pietre megalitiche su cui venivano apposte scritture runiche, rappresentava la continuità tra la terra ed il cielo, luogo di residenza degli dei.
Il poema Voluspa ci racconta come è avvenuta l’origine del mondo e come era fatto il mondo degli dei. Il primo essere animato a comparire fu il gigante Ymir, nato dallo scontro tra il ghiaccio del mondo settentrionale, detto Niflheim, ed il fuoco del mondo meridionale, detto Muspelheim.
Ymir abitava nella Terra di Nessuno ed ebbe come compagna una mucca, Audumla. Da questi nacque la prima coppia di giganti che ebbero come figlia Bestla. Questa si unì a Bor, nato da Audumla.
Dai due nacquero Odino, Vili e Ve, che uccisero Ymir e fecero il mondo. Con il cranio del gigante fu fatta la volta celeste, con il cervello le nuvole, con il sangue il mare e con la carne e le ossa la terra. Essi andarono ad abitare tra il cielo e gli inferi, nel Midgard (Terra di Mezzo), mentre ai giganti assegnarono l’Utgard (Terra alla Periferia).
Gli dei risiedevano nell’Asgard, dove c’era una sala enorme, ove si poteva fumare, bere idromele, giocare a scacchi e da cui potevano osservare il mondo. Nella sala inoltre si trovava un enorme frassino che aveva le radici negli inferi e la sommità nel cielo. L’Asgard era unito con il Midgard da un ponte bellissimo.
Gli dei soffiarono in un albero e nacquero i primi esseri umani: Askr ed Embla, alla cui prole affidarono il mondo.
L’Olimpo nordico, il Valhalla, era continuo teatro di lotta tra due famiglie divine: gli Asen, che detenevano il governo, e i Vanen che avevano guadagnato il rango attraverso le battaglie vinte. Il Valhalla era abitato anche dagli eroi caduti in battaglia e dalle Valchirie, vergini da combattimento e cameriere degli dei, che proteggevano il regno degli dei.
Nell’ambito degli Asen ricordiamo alcune delle seguenti divinità:
· Odino, venerato come Wotan dai germani, signore dell’Asgard. Risiedeva su un trono intagliato ed ai piedi sedevano due lupi, Geri e Freki. Era considerato signore del cielo, don giovanni, duce nelle battaglie con il suo cavallo Sleipnir, dio dei morti, poeta, mago, conoscitore dei misteri.
Quest’ultima caratteristica costò un’occhio al dio, perché aveva dato uno sguardo alla fonte della conoscenza.
Da quel momento egli verrà sempre rappresentato con un mantello ed un elmo che gli copre un occhio.
E’ comunque un personaggio cupo e malinconico, amante della poesia e della musica.
· Frigg, moglie di Odino.
· Thor, conosciuto come Tur dai normanni, il dio più venerato dai nordici, perché era vicino alle loro esigenze e non appariva aristocratico come Odino. Uomo possente, con la barba rossa, dimorava in un palazzo di 140 sale, mangiava molto e beveva barili di idromele. Facilmente irritabile, aiutava molto i contadini e tutti i lavoratori, nonché i marinai. Era reso invincibile da una cintura che gli raddoppiava la forza, guanti di ferro ed un martello di ferro, detto Mjolnir. Era molto venerato presso i runii, anche più di Odino: essi si chiamavano i figli di Thor. Ne sono prova i santuari di Uppsala e Trondheim. Ancora oggi nello sport ne sopravvive la leggenda attraverso la disciplina olimpica del lancio del martello.
· Tyr, presidente dell’assemblea dell’Asgard. Molto venerato in Danimarca. Veniva invocato nei Thing, durante la stesura dei contratti, nei matrimoni e nei tornei.
· Loki, personificava il male. Era conosciuto come "mezzo dio e mezzo diavolo", a cui ci si rivolgeva per avere idee malvagie. Venne adottato nell’Olimpo perché fratello di Odino. Aveva come figli: Hel, dea degli Inferi; il serpente del Midgard, che neanche Thor aveva sconfitto; Sleipnir, lupo di Odino. Senza cuore e senza morale, venne tollerato fino a che uccise il dio buono Baldr. Da questo momento venne incatenato ad una rupe.
· Baldr, era l’esatto contrario di Loki. Tutti gli esseri viventi avevano giurato di non fargli male. Rappresentava la bontà e la purezza.
Tra gli Asen ricordiamo:
· Njord, l’anziano della famiglia. Comandava al vento, alla pioggia. Proteggeva gli uomini.
· Skadi, moglie di Njord. Era la Diana nordica, amava la caccia tra i boschi e portava gli sci.
· Freyr, capo della famiglia. Si interessava di tutti i bisogni dell’uomo ed era amante della magia. Era venerato come dio della fecondità, rivestendo un ruolo fondamentale presso i vichinghi.
· Freyja, sorella di Freyr e capo delle Valchirie. Assegnava il posto alla tavola del Valhalla ai dei appena arrivati. Dea dell’amore e della bellezza, si intratteneva con qualche dio guerriero.
L’Olimpo divino non è destinato a sopravvivere a lungo. La perfidia e la menzogna fanno in modo che Loki possa operare e liberare le sue terribili creature. Il Valhalla diventa un accampamento militare. Vi sono numerose battaglie che producono l’effetto di sterminare tutti gli dei. Sopravvivono solo Baldr, che risorgerà dalla cattiverie di Loki, Vali, Vidar e Hodr (tre figli di Odino). Essi riporteranno ordine nel caos e nascerà un modo di amore e bontà.
E’ evidente che la religione runica è molto personalizzata. Il popolo sente il bisogno di avere delle divinità vicine. Per questo gli dei presentano delle imperfezioni, sono mortali e fanno le stesse cose degli uomini.
Come detto prima, numerose sono le contaminazioni con altre religioni. Tyr richiama il dio indiano Dyauh e lo Zeus classico, Thor sembra molto simile ad Ercole, in Odino si identificano il dinamismo e la forza dei nordici.
Baldr richiama i concetti orientali di resurrezione e di rinnovamento. La lotta tra Asen e Vanen si riallaccia alla struttura sociale runica. Essa richiama la lotta tra la classe aristocratica, detentrice del potere, e quella contadina che ne vorrebbe di più.
Per i vichinghi il mondo era il palcoscenico della magia. Credevano di essere guidati da esseri arcani e avversati da spiriti maligni, spesso veicolati dal sangue, segno di incantesimo. Pensavano che nei capelli e nelle unghie, come in tutte le parti sporgenti del corpo, si celava una fonte inesauribile di energia. Credevano che le mani avessero un immenso potere taumaturgico. Spiriti buoni proteggevano i pascoli ed i raccolti.
Numerose le presenze di elementi naturali nella religione: cavalli, lupi, draghi e leoni accompagnavano gli uomini nelle saghe e nelle leggende. La testa di tutte le navi vichinghe aveva un animale rappresentato che guidava l’equipaggio nella difficile vita sul mare.
Elfi e gnomi abitavano i boschi e regnavano nella notte, apportando sventura e paura, nonché tempeste e terremoti. Alcune donne, le Disen, proteggevano dai malanni e dalla morte e venivano venerate in pubbliche feste.
Il solstizio d’inverno e il solstizio d’estate erano le feste più seguite. In particolare il primo era visto come simbolo di rigenerazione, di vigore, di forza nel combattimento, della fecondità. Si offrivano doni agli dei, spesso sacrificali, condividendo in alcuni casi il sangue, in base ad uno stile dionisiaco; ci si ubriacava e si mangiava in abbondanza.
I guerrieri caduti in battaglia erano raccolti negli Inferi, dove regnava la dea Hel, che gestiva un’enorme camera che portava il suo stesso nome. I marinai morti in mare venivano raccolti nella rete dalla dea Ran. La strutturazione cielo-inferi trova influenze nella cultura islandese e nella religione cristiana.
Potevano salire al cielo solo gli eroi e chi si era comportato secondo le leggi della società. In questo caso si credeva che il defunto, una volta morto, saliva su un cavallo sacro ed entrava nel Valhalla, dove veniva accolto dalle Valchirie.
I morti venivano inumati in camere di varia forma e di varia ricchezza, a seconda della condizione sociale del defunto. Se il defunto era un nobile, veniva accompagnato nel suo viaggio eterno dalla moglie o anche da servi volontari, che venivano uccisi in apposite cerimonie.
Alcune camere avevano la forma di una nave; spesso i cadaveri venivano deposti in barche che erano bruciate. Anche le pietre tombali venivano poste a forma di nave, per richiamare il profondo legame che univa questo popolo con il mare.
Ancora oggi lo spirito dei vichinghi sopravvive nelle favole raccontate ed ambientate nelle regioni nordiche. Si rivivono così le saghe e le Rune che venivano diffuse in tutto il paese.
- Società
La società vichinga si presenta molto semplice. All’origine della cultura runica si assisteva alla presenza di signori locali, di lavoratori della terra, di artigiani e di servi, tutti legati ai primi, in base ad una struttura profondamente medioevale.
Con lo sviluppo della cultura nordica, comparve il Thing , simbolo del progresso legislativo e sociale. Si trattava di una assemblea pubblica a cui tutti i cittadini partecipavano.
Essa si teneva in vallate, almeno due volte l’anno. Molto conosciuti sono stati i Thing che si tenevano in Islanda, nella vallata del Thingvellir. In questa assemblea si prendevano le decisioni più importanti che riguardavano la comunità.
In particolare venivano giudicati anche i colpevoli di crimini contro la società secondo il codice runico. Il popolo che partecipava al Thing si divideva tra accusa e difesa e faceva il tifo per la parte sostenuta; si passava poi alla votazione ed il verdetto dipendeva da dove si schierava la maggioranza.
Tuttavia il Thing non aveva la forza di far rispettare il verdetto, si trattava solo di un sostegno morale. Appare chiaro che un uomo era ritenuto colpevole o innocente in funzione delle persone che lo sostenevano. Dunque, più peso sociale aveva, più uomini si schieravano dalla sua parte. Si trattava di una democrazia subordinata alla struttura sociale.
La società vichinga si basava sul concetto della centena(estensione del terreno di circa 100 hugen, cioè 3.000 iugeri). Una centena svedese, ad esempio, comprendeva 12 villaggi. La centena era retta dall’hersir, capo politico-amministrativo incaricato del popolo attraverso il Thing.
L’unità immediatamente superiore raggruppava varie centene (dieci, otto, quattro….). Si trattava dello jarl, termine che significa "uomo di prestigio" che designava i capi dei piccoli reami che dal principio segnavano la civiltà runica, i cui rappresentanti erano i comandanti delle temibili truppe nordiche.
Nel corso del tempo i piccoli reami lasciano il posto ad un’unità nazionale. I funzionari popolari sono sostituiti da agenti reali. Le figure dell’hersir e dello jarl scomparvero, mentre rimane il ruolo della centena.
Si giunse così all’unità dei tre paesi runici:
- 872, Aroldo Bellachioma conduce all’unità la Norvegia, costituita in precedenza da numerosi jarl, che si identificavano in fiordi o baie;
- 950, Gorm il Vecchio porta avanti l’opera di Gottrik ed unifica la Danimarca;
- 970, la famiglia degli Ynglinge unifica la Svezia, composta da tre jarl.
Anche l’Islanda passò da una forma di governo repubblicana ad una oligarchica, sempre di più sotto il controllo di un’aristocrazia locale. L’Inghilterra, che si trovava sotto il dominio normanno, di origine danese e norvegese, costituì una forma di governo che, in parte, sopravvive ancora oggi.
Dunque i popoli nordici si rivelano come inclini alla sottomissione, all’organizzazione ed alla pianificazione. I vichinghi inoltre, accanto al loro temperamento sanguigno e bellicoso, mostrarono grandissime doti manageriali.
L’elemento fondamentale della società runica era la Sippe. Questo termine richiamava il concetto di famiglia, di comunità. Era tale mini-assemblea a stabilire le regole a cui ogni membro doveva sottostare. Tipico era il caso dei matrimoni, considerati come veri e propri contratti stipulati ad interesse delle famiglie. In tutte le cose che riguardavano la comunità si considerava l’aspetto pratico, finalizzato alla sopravvivenza degli individui in un ambiente reso duro dalle condizioni naturali. Chi era fuori della Sippe, non aveva alcuno peso sociale. Essa aveva anche un significato religioso che accomunava un certo numero di individui. Occupava un ruolo predominante in tutte le saghe della letteratura nordica.
Presso i runici era innato il senso della proprietà. Questo si rifletteva moltissimo sui servi, che costituivano lo stato più popolato della struttura sociale. Questi appartenevano al signore, che poteva disporre della loro vita e di tutto quello che li riguardava. Spesso i servi si occupavano dell’educazione dei giovani.
La presenza di numerosi schiavi, il cui valore sociale era ancora più inferiore di quello dei servi, testimonia il fatto che la società vichinga aveva compiuto numerose conquiste e sottomesso altri popoli.
Vi erano poi i contadini liberi, la cui forza veniva data loro dalla proprietà che avevano. Essi potevano partecipare alle assemblee e votare.
In realtà la società runica si fonda sulla contrapposizione tra contadini ed aristocratici. Di questa situazione seppero approfittare alcuni signori che costituirono la monarchia.
Un ruolo importante nella società spettava ai militari, che non costituivano un esercito regolare, ma erano un gruppo di uomini che rispondevano alle esigenze sociali, economiche e religiose della propria comunità. Alla fine dell’epoca vichinga li troviamo come mercenari presso la corte di Bisanzio, in lotta contro i Sasanidi.
Vi era anche una classe sacerdotale che gestiva un fortissimo potere a livello di Sippe, presiedeva tutte le cerimonie e, spesso, controllava la maggior parte dei contratti.
La donna svolgeva un ruolo fondamentale. L’uomo spesso era in mare o in guerra, per cui era lei che comandava nella casa. Fedele, rimaneva all’interno della Sippe fino al giorno del matrimonio. Successivamente gestiva il controllo di tutte le attività domestiche. Inoltre, secondo un costume celtico, incitava l’uomo in battaglia, infondendo coraggio. Rimaneva separata dall’uomo durante le cerimonie religiose. Quando l’uomo invecchiava, si ritirava da tutte le attività e diventava dispensatore di saggezza, mentre era la donna che continuava a gestire il potere.
L’età dello svezzamento per la società era di circa 12 anni. Già a questa età l’uomo doveva pensare al suo futuro ed avere molti figli, perché costituivano mano d’opera per la sua casa. L’uomo aveva il potere di riconoscere il proprio figlio il giorno della nascita, mettendolo sulle ginocchia, altrimenti, se questi era deforme oppure era femmina, poteva scartarlo. Avevano comunque un peso maggiore i figli legittimi rispetto agli altri, anche perché era ad essi ed in particolare al primo che veniva lasciata tutta l’eredità familiare.
Nei confronti del sesso il runico aveva un rapporto molto aperto. Non lesinava di fare all’amore in pubblico. Si racconta che prima di comprare delle schiave, queste venivano provate in pieno mercato. Dietro questa mentalità c’era una motivazione religiosa per cui l’uomo era espressione del vigore e della forza, nonché della fecondità. Ben diversa era la situazione che riguardava la donna della famiglia con cui c’era un atteggiamento di fedeltà e di quasi venerazione.
- LE RUNE
Molto importante è il ruolo svolto dalle Rune. Si tratta di morali o pensieri impiegati come monito, come guida per il popolo nordico. La tradizione ci tramanda 9 rune che recitano:
1- Gebo. E’ il dono degli dèi, l’offerta, il Calice. Questi Calice prevede un sacrificio che porta a miglioramento, progresso, evoluzione. Significativo che questa sia la prima Runa raccolta da Odino.
2- Hagalaz. Rappresenta il ghiaccio come 5° elemento della Tradizione nordica. E’ legata all’essenza del cosmo e alle radici dell’essere. E’ la dominante delle Rune Hog.
3- Naudhiz. Runa della Notte, della Grande Madre che genera la vita. Simboleggia anche il dio trafitto sull’Yggdrasil. Runa di grande potere magico.
4- Isa. La colonna di ghiaccio. L’ostacolo che si scioglie. Isa rappresenta la volontà dell’uomo, che si trasforma in sciamano. E’ colonna di luce, diamante-folgore, asta magica. Isa è il cristallo, quello stesso che veniva posto fisicamente all’interno del corpo affinchè potesse pregnarsi di tutte le conoscenze dell’Uomo di Potere, per essere poi tolto nel momento della sua morte e trapiantato nel corpo del suo successore.
5- Jera. Il ciclo delle stagioni, la continua evoluzione delle cose, dell’universo. E’ la luce dell’anima, la consapevolezza, l’aspetto duplice delle cose, la comprensione del ciclo universale.
6- Eihwaz. La morte necessaria, la continuità della vita. Morire per rinascere. Il passaggio obbligato. E’ connessa con l’albero del tasso, albero questo che veniva utilizzato per produrre potenti magie. Il suo incenso, inoltre, fortemente tossico veniva aspirato con estrema cautela dagli sciamani per produrre i Viaggi agli Inferi.
7- Sowulo. La folgore che scende dall’alto. L’illuminazione, il dono della Sapienza e della Consapevolezza. E’ Runa solare collegata con i chakra e con la loro apertura.
8- Inguz. Rappresenta la Porta verso nuovi mondi, verso nuovi spazi, nuovi dimensioni dell’essere, nelle sue tre composizioni: materia, mente-energia e spirito.
9- Dagaz. Coscienza cosmica. E’ il nuovo giorno che si manifesta a chiusura del cammino percorso. Indica una nuova era colma della luce della Coscienza.
Questo articolo non e' farina del mio sacco, ma e' tratto dal libro di Garzanti, un'ottima introduzione e sintesi della storia Vichinga, meritava qualcosa di dedicato.
Bibliografia:
"L’epopea dei vichinghi", Rudolf Portner, Garzanti 1972
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