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Storia dell’ebreo errante. Parte seconda: gli ebrei nell’età imperiale e nell’alto Medioevo.

Da Aquilanonvedente

ebreo erranteParte prima: la dispersione e l’esilio.

Gli ebrei, nella dispersione e nell’esilio, assimilarono ben presto la lingua, gli usi e i costumi dei paesi che li avevano accolti; spesso anche i loro nomi diventarono latini o greci. Solo il loro credo monoteista li distinse e impedì ogni atto di culto verso altri dei oppure verso quei monarchi che avevano assunto connotati divini. Anche la celebrazione del sabato fu un elemento di dissonanza  e la pratica della circoncisione suscitò ironia e sarcasmo.

Se pare che i rapporti con i cristiani nella vita quotidiana fossero buoni, non si può dire la stessa cosa dei rapporti tra i rabbini e i vescovi.

Quando il cristianesimo, da setta perseguitata e minoritaria, diventa la religione ufficiale dell’impero grazie a Costantino, rescinde anche l’ultimo simbolico legame con le sue origini ebraiche: il conciclio di Nicea del 325 adotta per la celebrazione della Pasqua una data diversa da quella ebraica. Agli ebrei viene vietato di contrarre matrimonio secondo la loro legge e viene negata ogni autonomia alla loro giurisdizione.

In Arabia, prima della nascita di Maometto, le relazioni tra ebrei e arabi erano state buone. Maometto infuse nel Corano molte idee già presenti nella Bibbia e nel Talmud. In un primo momento i suoi rapporti con gli ebrei furono cordiali, poi mutarono radicalmente.

Intanto anche all’interno del giudaismo si svilupparono polemiche, anche violente, sull’interpretazione della Torah.

Proprio in questo periodo avvenne un fatto unico nella storia del Medioevo: un re pagano, capo di un popolo barbaro, abbracciò il giudaismo con tutto il suo popolo. I kazari, che si erano stabiliti in un piccolo reame sul Caspio, alla foce del Volga, vennero in contatto con cristiani, arabi ed ebrei. Pare che uno dei loro capi, Bulan,abbracciò la religione giudaica e proibì l’idolatria in tutto il suo regno. Il regno dei kazari fu per molto tempo un’isola felice.

Ma fu in Spagna che l’esperienza storica degli ebrei  toccò i vertici culturali e sociali più alti. Gli insediamenti giudaici più importanti furono Granada (detta “città degli ebrei”), Terragona, Cordoba, Saragozza e Tortosa. Nei primi secoli la comunità cristiana e quella ebraica vissero senza contrasti, mescolandosi tra loro anche con matrimoni misti. Quando i visigoti si impossessarono della Spagna, gli ebrei conservarono la pienezza dei diritti civili e politici, mentre proprio i cristiani furono trattati con sospetto e subirono discriminazioni. Questa situazione finì nel 589, quando il concilio di Toledo proibì i matrimoni misti e impedì nuovamente agli ebrei l’accesso agli impieghi pubblici e il possesso di schiavi. In seguito, la linea repressiva fu inasprita: o battesimo o esilio. Il concilio di Toledo del 681 stabilì che gli ebrei dovessero essere battezzati con la forza e, in caso contrario, cacciati dal Paese, dopo la confisca dei beni.

Quando la Spagna venne conquistata dai musulmani, dopo il 711, per gli ebrei iniziò un lungo periodo di prosperità. La città di Cordoba divenne il centro della scienza talmudica per tutto il giudaismo. I califfi si mostrarono molto attenti ai lavori degli intellettuali ebrei e si fecero tradurre la Mishnah in arabo, per poterla apprezzare meglio.

Carlo Magno non nutrì pregiudizi verso gli ebrei. Sotto il regno suo, del figlio e del nipote, gli ebrei godettero di buone condizioni di vita e di tolleranza. Potevano costruire nuove sinagoghe, esprimere liberamente le loro opinioni sul cristianesimo, negare le virtù miracolose dei santi e delle reliquie, commerciare e acquistare e vendere terre. Addirittura Carlo il Calvo, resistendo alle pressioni dei vescovi, proibì che si trattassero questioni relative agli ebrei. Le condizioni favorevoli nell’Europa carolingia portarono alla disseminazione di gruppi ebraici da oriente a occidente.

L’anno mille fu un periodo agitato per la cristianità. Si propagarono velocemente alcune leggende, tra cui una sugli ebrei: su loro istigazione il principe di babilonia avrebbe fatto distruggere il sepolcro del Signore e uccidere il patriarca di Gerusalemme. Si stava diffoondendo un’ondata di violenza che di lì a poco si sarebbe abbattuta su tutta l’Europa.

(Mina, quarant’anni fa…)



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