Prima di sviluppare le diverse aree di interesse della biblioterapia nel secondo Novecento, vorrei fare un passo indietro e rispondere a una domanda: perché l'utilizzo della biblioterapia durante le due Guerre Mondiali è stato fondamentale? La spinta a utilizzare i libri negli ospedali militari e negli accampamenti è venuta da apparati extra-militari. Negli Stati Uniti il maggior contributo è venuto dall'ALA (American Library Association) mentre in Gran Bretagna sono la Croce Rossa e l'Ordine di San Giovanni a occuparsene. In entrambi i casi vi è una forte volontà in questa forma di missione parallela a quella di guerra. E gli effetti non mancano. Esistono testimonianze di soldati che ringraziano per aver potuto avere un libro nelle lunghe notti in ospedale, in attesa di guarire e tornare al fronte. I libri circolano e creano ritagli di vita isolati dal dramma dei combattimenti a favore di migliaia di giovani. Apparentemente la diffusione dei libri può apparire semplice. La realtà era tutt'altro. Erano necessarie commissioni che collaborassero con i diversi enti di guerra e che coordinassero l'invio e la gestione dei libri. Tutto questo non si concluse con il giungere della pace. Il ricco apparato organizzativo diede invece un impulso importante a continuare, e non soltanto riguardo i veterani di guerra destinati a essere curati con la biblioterapia per affrontare le difficoltà permanenti che anni di duri combattimenti aveva lasciato nella loro anima. Ci si rese conto che l'utilità dei libri in ospedale poteva davvero fare la differenza, anche in quelli civili, e l'esperienza fatta durante quegli anni poteva essere utilizzata proficuamente in tempo di pace. Non solo negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, ma anche in molti altri Paesi come l'Austria, la Cecoslovacchia, la Francia, la Danimarca, la Germania, la Spagna e la Svezia fu possibile la stessa evoluzione. Ecco quindi spiegato il motivo dei grandi impulsi a favore della biblioterapia nel secondo Novecento. Un'altra domanda da porsi è: perché tra i Paesi citati non compare l'Italia? . Magazine Cultura
Prima di sviluppare le diverse aree di interesse della biblioterapia nel secondo Novecento, vorrei fare un passo indietro e rispondere a una domanda: perché l'utilizzo della biblioterapia durante le due Guerre Mondiali è stato fondamentale? La spinta a utilizzare i libri negli ospedali militari e negli accampamenti è venuta da apparati extra-militari. Negli Stati Uniti il maggior contributo è venuto dall'ALA (American Library Association) mentre in Gran Bretagna sono la Croce Rossa e l'Ordine di San Giovanni a occuparsene. In entrambi i casi vi è una forte volontà in questa forma di missione parallela a quella di guerra. E gli effetti non mancano. Esistono testimonianze di soldati che ringraziano per aver potuto avere un libro nelle lunghe notti in ospedale, in attesa di guarire e tornare al fronte. I libri circolano e creano ritagli di vita isolati dal dramma dei combattimenti a favore di migliaia di giovani. Apparentemente la diffusione dei libri può apparire semplice. La realtà era tutt'altro. Erano necessarie commissioni che collaborassero con i diversi enti di guerra e che coordinassero l'invio e la gestione dei libri. Tutto questo non si concluse con il giungere della pace. Il ricco apparato organizzativo diede invece un impulso importante a continuare, e non soltanto riguardo i veterani di guerra destinati a essere curati con la biblioterapia per affrontare le difficoltà permanenti che anni di duri combattimenti aveva lasciato nella loro anima. Ci si rese conto che l'utilità dei libri in ospedale poteva davvero fare la differenza, anche in quelli civili, e l'esperienza fatta durante quegli anni poteva essere utilizzata proficuamente in tempo di pace. Non solo negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, ma anche in molti altri Paesi come l'Austria, la Cecoslovacchia, la Francia, la Danimarca, la Germania, la Spagna e la Svezia fu possibile la stessa evoluzione. Ecco quindi spiegato il motivo dei grandi impulsi a favore della biblioterapia nel secondo Novecento. Un'altra domanda da porsi è: perché tra i Paesi citati non compare l'Italia? . Possono interessarti anche questi articoli :
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