La storia della camicia racconta questo intramontabile indumento di grande versatilità nelle sue variegate sfaccettature. Ricostruirne il percorso storico attraverso testimonianze scritte e fonti iconografiche, significa viaggiare tra costumi e tradizioni, per comprenderne forma e utilizzo in rapporto al contesto, ai ceti sociali, agli incontri tra popolazioni provenienti da diversi paesi d’Europa. Nei dodici secoli di storia del costume che vedono questo capo prevalentemente maschile protagonista, la camicia spicca tra i vestiti del Rinascimento, dapprima come indumento intimo da indossare durante il bagno che ha progressivamente assunto il rango di capo elegante da mettere in mostra, importante esempio di moda maschile.
Storia della camicia, indelebile esempio di moda maschile
Nel primo Rinascimento la camicia si fece corta e aderente a fianchi e busto, abbinata ad altrettanto aderenti calze-brache e coprendo solo lievemente le parti intime del corpo. Nella storia del costume rinascimentale, la camicia aveva anche un’importante funzione igienica: indossata sotto agli indumenti di tessuto pesante, assorbiva gli umori della pelle poco pulita. Ma quando il lusso diventa una forma d’ostentazione sociale da mettere in mostra attraverso l’abbigliamento, la camicia viene impreziosita nei materiali e nelle rifiniture. Nella prima metà del 1400, periodo di intensi scambi commerciali e incontri tra culture diverse, forme e stili della camicia si differenziano per la qualità dei tessuti e dei ricami delle maniche e dello scollo; dettagli di raffinata eleganza che traspaiono dalle aperture del saio sul petto e dai tagli sulle maniche.
Il colletto, l’evoluzione dei dettagli
Quale valore ha secondo voi la camicia tra i vestiti del Rinascimento? Quanto ha influenzato la moda maschile, dettandone le caratteristiche o raccontando, attraverso la sua evoluzione estetica, l’incontro tra culture?
Fonte: La camicia. Storia, mito, moda di Riccardo Villarosa, Emanuela Angiuli, Idea Libri, 1999