Il Rinascimento è conosciuto come un periodo di grande splendore e di grande sviluppo di arte e cultura, non che di apertura mentale rispetto al periodo buio che aveva costituito il Medioevo, caratterizzato da dogmi e costrizioni.
Nel Rinascimento si conoscono in particolare due grandi innovazioni: lo sviluppo della classe mercantile e la prevalenza della linea verticale su quella orizzontale nell’architettura.
Lo sviluppo dei commerci comporta un arricchimento dei tessuti: seta cinese, velluto, taffetà, stoffe tramate di metalli preziosi, bottoni incastonati di gemme. Dall’ altro lato, poi, il costume divenne più “tozzo”: enfasi quasi ossessiva veniva data alle spalle, al petto ai fianchi, imbottiti con ogni sorta di oggetto. Questa moda toccò il suo apice nel periodo di Elisabetta I.
Per quanto riguarda l’abbigliamento maschile, vi erano abiti caratterizzati da spalle larghe, maniche imbottite, giacche attillate e calzoni imbottiti sulle cosce. La novità più caratteristica dell’abbigliamento maschile sono i calzoni, da indossare sopra le braghe, più o meno rigonfi. Iniziò a comparire nei costumi una specie di borsetta legata sul davanti, più che un’utilità pratica assunse un’utilità estetica, tanto che divenne un’ostentazione alla virilità degli uomini.
La calza viene sostituita dai calzini, il mantello diversamente dal secolo precedente, dove era utilizzato generalmente per fini pratici per ripararsi dal vento, viene utilizzato prettamente per fini estetici, assume la forma a ruota e viene realizzato con tessuti splendenti.
I cappelli sono per lo più piatti o a cupola, iniziano ad assumere la forma a trilatero.
Le calzature maschili erano dal taglio d’anatra, molto larghe ed ispirate a quelle di Carlo VI che si diceva portasse sei dita. Gli stivali erano utilizzati più che altro dai popolani e contadini, per la praticità sul lavoro.
Per quanto riguarda l’abbigliamento femminile, si può parlare invece di una vera e propria rivoluzione estetica : la donna rinascimentale doveva mantenere la pelle bianca, con delle punte di colore sugli zigomi ed il mento, in modo da trasmettere una sensazione di benessere. Le sopracciglia erano molto marcate scurite, gli occhi si preferivano neri ed i capelli biondi. Il decolletè era incipriato ed abbondante. L’idea della bellezza femminile cambia radicalmente rispetto al medioevo, si preferiscono infatti le donne burrose con seno e fianchi morbidi.
Gli abiti femminili erano morbidi sulle spalle e sui fianchi, avevano una scollatura quadrata e tirata in sù. Il tipo e l’ampiezza della scollatura dipendeva dalla classe sociale della donna, in genere le cortigiane avevano delle scollature a barca molto ampie.
Inoltre gli abiti femminili erano caratterizzati da maniche ampie e spesso terminanti in triangoli che arrivavano fino alle dita, sulla parte superiore della mano, ed erano sempre molto decorate.
Le gonne inizialmente erano attaccate al corpetto e terminavano in un lungo strascico, in seguito non fu più attaccata al corpetto ed era caratterizzata da un’apertura a V rovesciata sul davanti, che lasciava intravedere la biancheria intima. Le parti del vestito erano unite da laccetti e lasciavano intravedere la biancheria intima. Per dare ampiezza alla gonna si utilizzavano numerose sottovesti e una sorta di cuscino legato sui fianchi. Le dame amavano guarnire la gonna con una fascia ricamata, lasciata morbida sui fianchi.
I copricapi non erano molto amati, le donne preferivano guarnirsi il capo con trecce e boccoli, tra i vari cappelli, il più semplice era il cappuccio, un cerchio rotondo di stoffa che incoronava fronte e testa con una fascia che ricadeva sulle spalle. Ve ne erano anche di rigidi, di forme imponenti. Molto bello il cappuccio francese, di moda dopo il 1530. Era formato di un montante rigido a forma di mezzaluna, ricoperto di velluto che ricadeva su nuca e collo; il velluto era fastosamente guarnito d’oro e pietre preziose. La mezzaluna veniva di solito portata su una cuffia di lino increspato ed era completata da una larga fascia di velluto nero che ricadeva sulle spalle.
Per quanto riguarda le acconciature , costituivano un simbolo delle varie classi sociali, le fanciulle e le giovani donne del popolo portavano capelli sciolti adornati da ghirlande di fiori e foglie freschi.
Le fanciulle e le madonne non sposate della nobiltà potevano permettersi di portare lunghi capelli sciolti sulle spalle. In questo secolo i capelli sciolti erano considerati una potentissima arma di seduzione, un simbolo sfacciato di femminilità e per questo consentito solo a chi in cerca di marito.
Le donne sposate popolane usavano bendare i lunghi capelli arrotolati, generalmente, in due torciglioni successivamente annodati all’estremità del capo o dietro il collo. C’era anche l’usanza, dopo qualche anno di matrimonio, di tagliarsi i capelli molto corti e di tenerli completamente fasciati con una lunga benda come a creare un turbante.
Per quanto riguarda le calzature, le donne indossavano Pattern, delle calzature in tessuto non impermeabili, che successivamente vennero affiancate da un tacco, chiamato chopine.