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A questo punto metto il riso. Superfino Baldo. Due manciate a testa più una per la paella, ho intenzione di mangiarla un paio di volte. Primo errore, è troppo presto. Ci volevano altri 4/5 minuti in più di cottura per il coniglio, alla fine per cuocere a puntino il coniglio il riso non era proprio al dente come piace a me. Secondo errore: NON è un risotto. Due manciate a testa vuol dire che mangerò paella per quattro volte abbondanti. Meno male che esiste il freezer.
Insomma metto il riso, la prossima volta qualche minuto dopo il momento in cui pensi andrebbe messo, e faccio tostare velocemente, molto velocemente. La paella di acciaio brucia subito. Ho pronto del brodo caldo, quello della crema di zucca e porri dell'altro giorno, dolce e con qualche anellino di porro intrappolato dentro.
Svuoto due bustine di zafferano, ma ci vorrebbero due cucchiai di curcuma non lo zafferano. Lo miscelo con il brodo, mescolo per portare il brodo giallo ad avvolgere ogni parte del riso e poi non si tocca più. Non bisogna più smuovere il riso, deve cuocere con ogni chicco racchiuso nel suo spazio.
Ogni tanto si scuote leggermente la pentola, cullandola per un manico.
Metto il pesce. Ho scelto dei ciuffetti di moscardini, li affondo nel brodo, e aggiungo ancora un pochino di acqua calda. Avessi avuto delle cozze, le avrei disposte sopra pulite benissimo ma ancora chiuse e si sarebbero aperte rilasciando la loro acqua sul riso.
Il riso cuoce sobbollendo e asciugandosi più da una parte che dall'altra, la paella è grande e non rimane centrata sul fuoco, la giro e cullo.
Quando il riso e la carne mi sembrano cotti, aggiungo una manciata di piselli direttamente dal freezer, li inglobo, cullo la paella e spengo. Copro con un canovaccio. Meglio sarebbe passare la paella in forno già caldo un sette, nove minuti. Si asciuga e fa ulteriormente la crosticina sul fondo.
Se non fosse stato un esperimento, a questo punto avrei disposto degli spicchi di limone tutti intorno come piccoli raggi e avrei portato in tavola questo sole giallo delizioso.
Ho iniziato alle 13,00 pensando di fare una paella per due, ho mangiato alle 15,00 ritrovandomi una paella per sei affamati.
Che dire, ho il fuso orario spagnolo.
Con la Paella in tavola, ognuno si serve di quante porzioni vuole, ci spreme sopra il succo del limone, e alla fine tutti grattano il fondo della paella.
Lì, dove c'è la parte più buona.
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