Gela nasce come città industriale nella seconda metà degli anni 50, quando sotto la spinta della scoperta nel 1956, da parte di Agip Mineraria, di un giacimento di petrolio(Piceo) di scadente qualità per l’alto contenuto in zolfo e l’alta viscosità, si decise di costruire il Petrolchimico, un grosso insediamento industriale, quasi una risposta al polo industriale a carattere privato già sorto del siracusano. La posa della prima pietra del Petrolchimico avvenne il 19 giugno del 1960 alla presenza del Presidente dell’ENI Ing. Enrico Mattei (Morto nel disastro aereo di Bascapè il 27 ottobre 1962. Dichiarò Taviani: “La mattina del 28 ottobre 1962 siamo stati a due ore dalla guerra”. In quel frangente era essenziale conoscere la posizione dell’Italia nel quadro dell’Alleanza Atlantica. E le idee neutraliste di Mattei, data l’influenza che egli esercitava sulla politica estera e sul Governo, rappresentava un rischio . Forse qualcuno temette, in quelle ore convulse, che un suo discorso potesse destabilizzare l’Alleanza in un momento così cruciale per le sorti del mondo).
Mattei, comunque fù un pioniere che aveva voluto con forza e determinazione la costruzione del petrolchimico nella zona di Gela. La struttura produttiva del Petrolchimico fù dotata anche di una centrale termoelettrica propria(ancora oggi funzionante a pet coke, prodotto di scarto della raffinazione del petrolio). Il polo industriale di Gela ha basato i propri proventi nella raffinazione del petrolio, nella chimica organica (fertilizzanti) e nella petrolchimica, con la produzione di etilene ed acrilonitrile (prodotto base per la produzione delle fibre sintetiche), e quella inorganica con produzione di acido solforico, ammoniaca, cloro, soda, solfato di ammonio, urea e concimi complessi.
A partire dagli anni ’75 entrava in produzione un impianto di dissalazione di acqua di mare, di proprietà della Regione siciliana e gestito dall’Eni, che ha fornito acqua dolce, per gli usi potabili, industriali ed agricoli a tutta la fascia costiera che va da Gela ad Agrigento. Una grande speranza nata negli anni 60 che doveva attraverso i grandi insediamenti industriali, rigenerare il tessuto economico-sociale diffondendone così i benefici nel territorio ma anche nelle zone vicinori. Tutto questo purtroppo, non è sicuramente avvenuto e a distanza di 50 anni la fisionomia del territorio in termini di forza lavoro e di attività industriale ,collaterali al petrolchimico ,non ha avuto il suo naturale e promesso sviluppo . Tutto questo è avvenuto sia a gela come anche ad Augusta-Priolo-Melilli, gli stabilimenti ,quindi,non sono riusciti a cambiare la fisionomia del territorio.
In queste zone dove si è vissuto per decenni nella speranza dell’industrializzazione, dello sviluppo, del benessere, della ricchezza oggi troviamo l’incertezza di un domani . L’insediamento industriale infatti fu visto a suo tempo come un fenomeno rivoluzionario che avrebbe potuto aumentare a dismisura il reddito pro capite e realizzare quindi il sogno degli uomini del sud, quello di lavorare nella propria terra senza il bisogno di espatriare, limitando,così, il fenomeno dell’emigrazione collettiva del dopoguerra , certamente una visione ingannevole che nel tempo ha dato le sue risposte.
Cinquant'anni di industria ha infatti portato a Gela nel corso degli anni il trasferimento di manodopera dall’agricoltura,fulcro trainante dell’economia di un tempo, all’industria. Ma i maggiori redditi, il benessere, il modo di pensare e di vivere, ha favorito anche lo sviluppo di una delle piaghe importanti di Gela “la Mafia”. Oltre alla motorizzazione di massa che ha visto negli anni 60 la nascita della Vespa della Piaggio, della 500 della Fiat, della lavabiancheria, della cucina a gas,abbiamo anche notato un netto aumento di malattie professionali(cloro soda), di neoplasie, di nati malformati, di inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo,dell'entrata di metalli pesanti nella catena alimentare quali il, mercurio,l’arsenico,un insieme di patologie che possiamo annoverare tra patologie da industrializzazione.
Una condizione globale che nel tempo ha portato inesorabilmente al peggioramento della qualità della vita. I principali valori di vita come la salute e l’ambiente sono stati colpiti inesorabilmente,”beni ai quali non possiamo rinunciare”, perché vogliamo ancora oggi avere la dignità ed il diritto ad una salute migliore è questo il valore aggiunto per Gela ed i Gelesi. Negli anni ci si accorse che il danno provocato era immenso ed allora furono varate le prime leggi di riferimento quali la legge 349/86 che sanciva il diritto di alcune aree della Sicilia tra cui Gela e Priolo ad essere annoverate tra quelle ad elevato rischio di crisi ambientale,ponendo Gela tra i primi 5 siti a rischio in Italia. Certamente un quadro complessivo irto di ombre e di luci che ha caratterizzato lo sviluppo sociale di questi territori industrializzati dove si doveva fin dall'inizio pensare anche ad uno sviluppo eco-sostenibile ed in questo senso parlo della tecnologia (BREF) o di un’alternativa ai vari combustibili di scarto utilizzati nella centrale elettrica da 240 megawatt del petrolchimico.
Le esigenze del territorio però si sono basate sulla necessità di lavoro e quindi in riferimento alle esigenze della collettività nel 2002 fu varata dal governo Berlusconi il DL 22/2002 importante in questo senso l’impegno del nostro rappresentante On. Ventura che ha agito solo e soltanto a favore del popolo,che in quel momento, chiedeva solo posti di lavoro. La salute dei cittadini di Gela ha, quindi, dovuto sopportare nel silenzio le sue grandi perdite ,infatti le morti bianche per tumore oggi non sono quantificabili si parla di una percentuale del 50% in più rispetto alla media nazionale. Le varie denunce mirate a trovare una connessione tra tumori, malformazioni ed un grave impatto ambientale, ancora oggi, non hanno dato dei risultati concreti.
Un bisogno di salute che quindi andava preso in considerazione fin dall’inizio di questa, lunga storia, specie per quanto riguarda le patologie tumorali. Tra i tanti gruppi e movimenti che si sono accorti di quello che stava succedendo possiamo ricordare il movimento polo oncologico di Gela. Uno dei primi passi è stato quello di guardare la nostra costituzione che all' art.lo 32 recita “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e nell’interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. E' stato proprio il rispetto della persona umana legata alla salute che assieme ad alcuni studi e dati epidemiologici ci hanno fatto capire quale pericolo incombeva sulla nostra salute.
Nel dettaglio infatti i vari studi sulle esposizioni ambientali dei residenti nei comuni con grandi insediamenti industriali effettuate dal Dipartimento osservatorio epidemiologico della Regione Siciliana* - in collaborazione con l'E.S.A Epidemiologia Sviluppo Ambiente e con l'ASL ROMA/E che hanno interessato periodi che vanno dal 1995 al 2003 hanno evidenziato attraverso appositi parametri tecnico-statistici rispetto alla popolazione residente l’evidenza nell'area di Gela di «un eccesso di patologie tumorali sia negli uomini che nelle donne; che si registra in particolare un aumento dei tumori dello stomaco, del colon retto, della laringe, dei bronchi e polmoni, della vescica e dei linfomi non-Hodgkin; un eccesso di ricoveri per le malattie cardiovascolari, per le malattie respiratorie e in particolare per le malattie respiratorie acute, per le malattie polmonari croniche, per l'asma bronchiale e per l'asma nei bambini». Contestualmente si è rilevato anche un eccesso di ricoveri negli uomini per la pneumoconiosi e nelle donne per le malattie del rene. Va evidenziato, inoltre, che a Gela sono migliaia i casi di malformazioni congenite vedi spina bifida,palatoschisi ecc. Sempre in tale studio si è notato che «è verosimile che gli eccessi di mortalità e morbosità osservati nelle aree di Augusta-Priolo, Gela e Milazzo sono attribuibili ad esposizioni professionali ed ambientali legate ai numerosi impianti industriali ed al conseguente inquinamento delle matrici ambientali».
Importante anche la validazione di questi dati fatta nel 2007 nella risoluzione N. 8-00023 della XII commissione della camera dei deputati del parlamento Italiano. A tutto questo possiamo aggiungere lo studio dell’OMS e del CNR presentato il 5 giugno 2007 su Ambiente e Salute nelle aree ad alto rischio dalla VIII commissione permanente Ambiente, territorio e lavori pubblici, in occasione della giornata mondiale per l’ambiente e nell’ambito dell’ Indagine conoscitiva sulla valutazione delle conseguenze ambientali provocate dall'inquinamento urbano, dallo smaltimento dei rifiuti e dalle aree ad alto rischio’. Una specificità descrittiva che fa vedere come in Italia sono presenti migliaia di siti inquinati di cui 54 Siti di interesse nazionale ,da attenzionare per le bonifiche (SIN).
I dati in tal senso hanno evidenziato come in 32 città di maggiori dimensioni ,tra cui Gela, ci sia una media all’anno di morti di 8.220 persone tra il 2002 ed il 2004. Tra le possibili cause le alte concentrazioni di PM10 ,particelle superiori ai 20 micron grammi/m3 e la variabile polluzione atmosferica. Guardando la salute dei cittadini di Gela possiamo ancora oggi notare come le centraline di rilevamento della provincia in alcuni casi non presenti o obsolete fanno registrare valori di inquinamento che sono il doppio rispetto alla norma, i 200 mg/mc di carbonio , stabiliti come limite di legge, vengono sistematicamente superati e nelle ore che vanno dalle 10 alle 12 e dalle 18 i valori raggiungono i 500 micron grammi per metro cubo. Riguardo gli idrocarburi aromatici invece riescono a superare limiti superiori alle 5 volte rispetto alla norma ,mentre le polveri sottili sono 12 volte superiori alla norma. Gli sforamenti di soglia sono innumerevoli e sicuramente superano i 35 l’anno che sono stabiliti per legge, ma mai nessuno ha bloccato il traffico a gela. Nessuno dà indicazioni precise sulle PM 2,5 e sui metalli pesanti .Questa è realtà!!.
Tra gli altri studi voglio ricordare lo studio sullo stato di salute della città di Gela e paesi vicinori fatto da Sebiomag ed eseguito dall’istituto di fisiologia clinica del CNR che ha appurato come il tasso di arsenico nel sangue dei cittadini di Gela era superiore alla norma e che l’origine di tutto questo poteva essere ricondotto ad alimenti ,acqua ed aria. Tra i metalli presenti ,inoltre,è stata notata la presenza di rame ,specie nelle donne, oltre che di piombo,cadmio e mercurio. Un corollario di mancate certezze che però ci danno certamente l’ipotesi del dubbio. A Gela esistono le patologie da industrializzazione? Altra pietra miliare di cui è necessario parlare è rappresentata dalla nascita del registro tumori nella provincia di Caltanissetta nel Marzo del 2010 ad istituirlo secondo la nuova legge regionale 5/2009 che ha indicato la obbligatorietà della nascita del registro tumori Ragusa-Caltanissetta. Tra i patner la Provincia Regionale di Caltanissetta,l’Asp 2 di Caltanissetta ed altri consorzi universitari. Tra le fonti dei dati ricordiamo:
• UU.OO. Oncologia Ospedali Caltanissetta e Gela
• U.O. di anatomia patologica Osp. Caltanissetta e archivio di anatomia patologica Osp. di Gela
• Anatomie Patologiche prov. di Catania
• Uffici di Esenzione ticket
• Radioterapie expraprovinciali
• Uffici di mortalità
• SDO (schede di dimissione ospedaliera)
• ReNCaM (registro nominativo cause di morte)
I primi dati sono stati resi pubblici la fine del 2010 e sono riferiti agli anni che vanno dal 2004 al 2008
• Abitanti qualificati n° 77636
• Dati provenienti dalle SDO con diagnosi di tumore maligno: 2004-2008
2004 2005 2006 2007 2008 Totale Media Anno
825 788 851 787 832 4083 816
A Gela si ammalano di tumore l’1,1% della popolazione ogni Anno, negli anni di riferimento da 2004 al 2008
A Gela ogni mese si ammalano di tumore 68 persone ,A Gela ogni giorno si ammalano di tumore almeno 2 persone
• Dati di mortalità Uomini + Donne per gli anni 2004-2007
2004 2005 2006 2007 Totale Media Anno
152 147 166 153 618 154
A GELA MUOIONO DI TUMORE 13 PERSONE AL MESE
A questi dati dobbiamo aggiungere altri dati significativi che provengono dalla validazione delle ricette in relazione ai due codici di esenzione per patologia oncologica 010-048 per il 2010, alle attività del reparto di oncologia medica di Gela,alle attività territoriali dei poliambulatori e ad alcuni dati correlati ai trasporti dei malati oncologici nelle strutture di catania.
Pazienti totali che si sono rivolti per esami di laboratori alla struttura pubblica nel 2010 : 42.000
Pazienti che hanno usufruito delle esenzioni 010-048 per prestazioni di laboratorio nel 2010 : 9600
Il 30% circa del totale è correlato a patologie oncologiche.
Pazienti totali che si sono rivolti per esami di laboratori ad una struttura privata nel 2010 presa a riferimento : 100.000
Pazienti che hanno usufruito delle esenzioni 010-048 per prestazioni di laboratorio nel 2010 : 20.000
Il 30% circa del totale è correlato a patologie oncologiche.
*Il reparto di Oncologia Medica di Gela nel 2010 ha effettuato 1218 visite oncologiche , ha erogato 3200 giornate di degenza in DH ed in DS, sono state valutate 260 cartelle cliniche,sono state fornite per la chemioterapia 6000 confezioni di antiblastici. Un grande lavoro che si riduce però alla presenza solo di un servizio che chiude alle ore 15,00 di ogni giorno e che rimane chiuso il sabato e la domenica, alla mancanza di un servizio di anatomia patologica,alla mancanza di un ospice,alla mancanza di un’assistenza domiciliare integrata. ”questa è la realtà di Gela”.
*La navetta dello sportello Emergency Oncology ha fornito tra l’ottobre 2010 ed il marzo 2011, 1200 unità viaggianti verso le sedi di radioterapia con una frequenza giornaliera in media di 10 posti ,nella giornate che vanno dal lunedì al venerdì. Alla data odierna il flusso di viaggi della speranza non è terminato e le richieste sono ancora in permanente evoluzione. Si premette come il costo a carico del cittadino attualmente è gratuito,ma in assenza di tale servizio pesava in termini economici per circa 3000 euro procapite. Nei prossimi giorni attiveremo un mezzo di emergenza per i malati oncologici solo con le nostre risorse personali.
*Altro dato importante che ci indica lo stato di salute del territorio è la fruizione delle attività del poliambulatorio multi specialistico(17 branche specialistiche) di via butera, dove nell’anno 2009 sono state effettuate circa 30199 prestazioni con un calo nel 2010 di 2429 punti e un valore di 27.770 prestazioni annuali. Un dato che ci indica l’inizio di una fuga e di una disaffezione verso la sanità gelese che si può ricondurre a vari aspetti che vedono la mancanza di molti presidi diagnostici,fondamentali come l’(ecografo multidisciplinare) ed il Rinoscopio, oggi presenti a Butera.
*Un corollario di dati che ci dà una visione certa della grave situazione sanitaria che a gela si è creata in seguito sia al processo di industrializzazione e sia anche in seguito al mancato sviluppo di alcune infrastrutture sanitarie. Condizione che quindi ci impone di lavorare per sviluppare una sanità dedicata in gran parte alle patologie da industrializzazione,ma anche per favorire il primo approccio sanitario e di filtro oltre che di l’assistenza territoriale(domiciliare ed altro) che oggi a Gela non esiste.
*Una delle richieste su cui lavorare quindi è la realizzazione della radioterapia , e successivamente porre le basi per la realizzazione a gela di un istituto ad alta specializzazione . Il movimento polo oncologico già fin dal 2009 ha fatte le sue richieste al ministero della salute ed al governo ,ottenendo delle risposte. Occorre portare avanti il progetto assieme alla politica per permetterne la realizzazione. Gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico sono enti a rilevanza nazionale dotati di autonomia e personalità giuridica che, secondo standards di eccellenza, perseguono finalità di ricerca, prevalentemente clinica e traslazionale, nel campo biomedico e in quello dell'organizzazione e gestione dei servizi sanitari, unitamente a prestazioni di ricovero e cura di alta specialità, ai sensi del D.Lgs. 288/93. Il controllo dei risultati di ricerca è effettuato dal Ministero della Salute, Dipartimento per l'ordinamento sanitario, la ricerca e l'organizzazione, Dir. Gen. della ricerca sanitaria e della vigilanza sugli enti, attraverso l'esame tecnico-contabile delle relazioni scientifiche trasmesse.
Alle Regioni, fermo restando il compito del Ministero di vigilanza e controllo, competono le funzioni legislative e regolamentari connesse alle attività di assistenza e di ricerca svolte dagli Istituti, da esercitarsi nell'ambito dei principi fondamentali stabiliti dalla normativa vigente in materia di ricerca biomedica e tutela della salute. Per la vigilanza sugli enti “…. sono costituiti appositi comitati paritetici di vigilanza, in numero di uno per ogni Regione in cui insistono le Fondazioni o gli Istituti non trasformati….” (D.Lgs.288/03) I Comitati esercitano il controllo e la vigilanza sull'amministrazione delle Fondazioni IRCCS e degli Istituti non trasformati. Gli IRCCS sono altresì ausilio agli altri organi del SSN fornendo il supporto tecnico ed operativo perl'esercizio delle funzioni assistenziali, per il perseguimento degli obiettivi del Piano SanitarioNazionale in materia di ricerca sanitaria e per la formazione del personale. Gli IRCCS sono istituzioni particolari e uniche anche nel panorama internazionale; le loro caratteristiche ne costituiscono allo stesso tempo i punti di forza, ma anche le criticità. L’aspetto più rilevante che li contraddistingue è una sorta di dualità diffusa. Hanno, infatti, due compiti principali, quello della ricerca e quello dell’assistenza con due fonti principali di finanziamento, quello nazionale e quello regionale. Sono soggetti pertanto a due tipologie di vincoli derivanti dalla legislazione nazionale e dalla programmazione regionale; hanno caratteristiche di istituzioni permanenti di ricerca ma nello stesso tempo sono a “termine” perché lo status di IRCCS deve essere verificato periodicamente. La rete degli Istituti è suddivisa in due gruppi distinti, pubblici e privati che vivono in modo diverso la dualità evidenziata in precedenza. Il "riconoscimento del carattere scientifico" è la procedura attraverso cui determinate realtà ospedaliere emergenti (che trattano, particolari patologie di rilievo nazionale) sono qualificatecome IRCCS: ciò conferisce il diritto alla fruizione del finanziamento statale (che va ad aggiungersi
a quello regionale), finalizzato esclusivamente allo svolgimento della attività di ricerca relativa alle materie riconosciute. Le modalità procedurali attraverso cui si addiviene a questo finanziamento possono essere lette nel D.P.R. 617/1980 e nel D.P.R. n. 213/2001. Attualmente, gli Istituti che hanno ottenuto tale riconoscimento scientifico, sono in totale 31, di cui 15 di diritto pubblico e 16 di diritto privato (l'IRCCS "Istituti Fisioterapici Ospitalieri" di Roma comprende l'istituto oncologico Regina Elena e l'Istituto dermatologico S.Gallicano).I settori nei quali gli Istituti svolgono la loro attività di ricerca ed assistenza riguardano: Oncologia, Neuroscienze, Pediatria, Dermatologia, Malattie infettive, Ortopedia, Biotecnologia, Trapianti d'organo, Cardiologia, Auxologia, Geriatria, Psichiatria, Gastroenterologia, Genetica, Riabilitazione e la medicina occupazionale.
Di Maurizio Cirignotta
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