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Storia di mio padre – lotte sindacali e politiche degli anni 60, i valori di una vita
Creato il 06 gennaio 2011 da AsinistraTe ne sei andato in quel dicembre del ‘64 ed io ho salutato dalla finestra quel corteo che, senza croci e preti, ma con una bandiera rossa del tuo partito, ti ha accompagnato in quell’ultimo triste e coerente viaggio.Per queste ragioni il tuo ricordo per me è sempre memoria e ragione di esempio.Tuo figlio, Loris
Ps. Mio padre era un iscritto alla CGIL, forse, ma non ricordo bene, membro di quella che allora era la “commissione interna”. Era un operaio, e, al di là di quelli che erano gli scatti contrattuali, gli fu preclusa ogni possibilità di avanzamento. In compenso ogni lotta che potesse alzare il livello di dignità dei lavoratori fu un suo patrimonio, e le lotte che fece, a volte in solitaria, non avevano ancora la copertura dello “Statuto dei Lavoratori”.Nel 1944 frequentava la scuola professionale ANCIFAP di Sestri Ponente e scampò, grazie all’intervento di un uomo in divisa e armato (vigile o metronotte) ai rastrellamenti degli operai e studenti sestresi destinati ai “campi di lavoro” in Germania. Mia nonna avvertita, delle manovre naziste, si appostò allo snodo ferroviario di Bolzaneto, da dove i carri piombati per la Germania dovevano passare, per potergli dare un po’ di vestiti e generi di conforto. Mio padre arrivò fortunatamente dalla strada e mia nonna vedendolo libero, non esitò, al passaggio del treno “piombato”, a distribuire ciò che sarebbe stato destinato a mio padre, agli sventurati prigionieri dei nazi-fascisti.Mio padre fu attivo sia nella sezione del PSI di Bolzaneto, che in quella di Sestri Ponente. Fondò insieme ad altri compagni socialisti la cooperativa edilizia “Cesare Ricci II” che assegnò case sino alla fine degli anni 60. Cesare Ricci fu un giovane militante socialista, nato come mio padre nel 1927 e ucciso nel 1944 mentre scriveva sui muri sestresi scritte antifasciste. Mio padre non conobbe né Craxi né il Craxismo, ma il Pertini, che tenne il discorso ai Genovesi nel giugno 1960, sì. Questo post non è un ricordo riservato solo a me.Queste righe sono state scritte per sollecitare chi oggi deve scegliere se lottare con i lavoratori della Fiom della Fiat o chinare la testa a raccogliere le briciole dei padroni.E’ stato scritto per ricordare il significato di Antifascismo, è stato scritto per ribadire i valori di laicità e di solidarietà in una vita. Loris
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