Magazine Diario personale
Ho conosciuto Carla in occasione di un corso di psicomotricità che i nostri figli hanno frequentato insieme: Chiara, Edoardo e Vittorio. La prima volta un libro, poi una rivista per ingannare quell’ora ad aspettare, poi più nulla, io e Carla chiacchieravamo che era un piacere.
Lei quattro figli e una persa prematuramente a pochi mesi di vita, molti affidi di bambini neonati e poi finalmente l’arrivo di Chiara, anche lei in affido e poi adottata. Chiara è una bambina con la sindrome di down.
Ah, ma non avevo capito che non fosse tua…No, Chiara è mia!Sì, scusa Carla, intendevo…
Ma con lei non c’è bisogno, non ti mette a disagio. Carla è limpida come può esserlo solo chi fa scelte di questo genere. Mi ha spiegato che quando si fa una domanda di adozione ci sono due caselle da barrare, se accetti o no bambini portatori di handicap. Quando sarebbe stato il momento di lasciarla andare, come succede con tutti gli affidi, si è chiesta in quanti avrebbero barrato quella casella per Chiara.
Ho voluto farvi conosce Carla perché non è una persona che incontri tutti i giorni, che hai la fortuna di incrociare nel tuo cammino tanto spesso; ho voluto parlarvi di lei per testimoniare che persone così esistono veramente, persone coraggiose, che vivono una vita talmente semplice da riuscire a nutrirsi di amore, quello puro.
Se per caso, proprio lei, dovesse un domani leggere questo post , spero non me ne voglia… Carla e Chiara esistono davvero, non ho cambiato i nomi, non c’è nulla di immaginario, sono per fortuna persone reali. Spero arrivino a Carla tutta la mia stima e i miei grazie per avermi dato la possibilità di conoscerla.