Salvatore è solo un nome di fantasia, la storia che lo riguarda, invece, è vera anche se, a ben vedere, va oltre l’immaginazione. Salvatore ha tredici anni ed è di Napoli. È affetto da una disabilità cromosomica. Ed è affetto da questa disabilità dal momento in cui è uscito dal corpo di sua madre che da allora lo accudisce e lo venera.
Salvatore è diverso perché, per un buffo scherzo del destino, il suo dna al momento della formazione ha fatto i capricci segnandolo nella mente e nel corpo. Perché tutte le diversità del cromosoma si vedono ad occhio nudo. Come per i bambini affetti da downismo anche per Salvatore questa malattia, per la quale i medici non hanno trovato ancora un nome, lo ha segnato nelle forme del viso. Salvatore, dunque, è al primo sguardo differente. È differente nelle fattezze ma non solo. Lo anche, nel linguaggio, nella comprensione di concetti apparentemente semplici per i suoi coetanei. Ha un ritardo mentale, un linguaggio approssimativo, ma a modo suo è un bambino sveglio e intelligente.
Salvatore è un bambino diversamente abile, appassionato tifoso del Napoli, pigro come tanti bambini e timido come me quando si aveva la sua età. Alla sua mamma hanno comunicato che, nonostante la sua evidente disabilità «genetica» e «multifattoriale» suo figlio non avrebbe avuto nemmeno un’ora di sostegno a scuola. Questo perché anche l’Inps voleva essere sicura che non si trattasse di un falso invalido.
A Salvatore ed alla sua mamma, poi, come ha denunciato l’avvocato Antonio Nocchetti dell’associazione «Tutti a Scuola» «qualcuno ha consigliato di fare un po’ di scena al cospetto di questa zelante commissione per il sostegno scolastico. Si, proprio così, hanno suggerito ad un bambino “diverso” di esserlo ancora di più, di non rispondere alle poche domande alle quali Salvatore sa rispondere con orgoglio e senza arrossire come ad esempio: come ti chiami, quanti anni hai, vai a scuola».
Salvatore non ha risposto mostrando solo quel sorriso, a suo modo solare e bellissimo, che il suo dna capriccioso gli ha regalato.
La commissione ha annuito, preso nota e forse così Salvatore potrà avere meno di due ore di sostegno scolastico al giorno. Forse.
Al ritorno a casa è stato festeggiato dalla sorellina.
«Salvatore ha vinto – ha detto Nocchetti che il 13 di settembre porterà l’associazione in piazza a Montecitorio per manifestare contro «la politica miope del governo sulla disabilità» e ha già pensato allo striscione: «AAA cercasi partito deciso a difendere i diritti dei disabili» – tutti ma proprio tutti noi, abbiamo perso».
Anche se Salvatore figlio di un dna capriccioso e alle prese con una burocrazia lunare, non lo saprà mai.
L'Unità