Magazine Diario personale

Storia di un'amicizia speciale

Creato il 20 dicembre 2011 da Maris

Cara Lilli,

mettiti comoda perchè la storia che sto per raccontarti è lunga, ma vale la pena di leggerla, te lo assicuro.

L'ho conosciuta in inverno, in una fredda giornata del febbraio 2005.

In quel periodo stavo lavorando in un call center (mamma mia che stress, un giorno magari te ne parlerò) per guadagnare un pò di soldini e non stare con le mani in mano in un periodo in cui niente nella mia vita si stava ancora muovendo in nessuna direzione definitiva.

Si trattava di promozioni di prodotti di telefonia e lei fu una delle prime persone che mi capitò di contattare quella mattina. Aveva una voce delicata, dolce, si sentiva che era di una certa età (e i dati che apparivano sul pc della mia postazione me lo confermavano). Le iniziai ad illustrare l'offerta del momento, l'acquisto di un cordless molto speciale ecc.

Lei mi ascoltò e poi mi disse che le sarebbe piaciuto tanto avere questa comodità, ma che non poteva permettersela perchè con la sua pensione riusciva a mala pena ad arrivare a fine mese. Aggiunse: <<Pensate, signorina mia, che oggi per esempio fa tanto freddo ma per risparmiare non ho acceso i termosifoni, mi sono seduta vicino al camino ed ho messo due scialli di lana sulle spalle>>.

Mi si strinse il cuore, Lilli, a sentirle dire quelle cose.

Mi soffermai a parlarle per qualche minuto, anche se di norma non potevo perdere tempo con i clienti, ma in quel caso mi venne spontaneo dirle qualche parola di conforto e ascoltarla ancora un momento.

Alla fine lei mi disse:<<Mi dispiace tanto non poter comprare il telefono senza filo, ma ancora di più mi dispiace che ora questa telefonata finirà e io non potrò mai più parlare con voi, signorina...siete stata così gentile, mi avete fatto un pò di compagnia!>>.

Mi sentii le lacrime agli occhi...non mi aspettavo quelle parole! La salutai affettuosamente e mi venne subito un'idea un pò balzana: prima di archiviare la schermata sul pc mi copiai rapidamente il numero di telefono e il nome della signora, senza farmi notare da nessuno.

Una volta a casa, nel pomeriggio, decisi di richiamarla. Non sapevo bene cosa dire nè come spiegare il fatto che mi ero presa il suo numero....ma seguii il mio istinto. Quando rispose non feci in tempo quasi a dirle: << Salve signora Vincenza, sono Maristella si ricorda di me? L'ho chiamata stamattina per la promozione telefonica...>> che lei esclamò: <<Signorina, che gioia! Mi avete ritelefonato! Grazie, grazie!>>

E da lì, Lilli, non so dirti come nè perchè, nacque un'amicizia speciale. Cominciai a chiamarla con una certa regolarità, almeno una o due volte al mese. Mi sembrava di conoscerla da sempre, come se fosse una di famiglia.

La signora Vincenza era speciale, non era istruita ma aveva intelligenza e sensibilità da vendere e con lei potevo parlare di tutto.

Le raccontavo di me, di ciò che facevo, dei miei genitori, del mio fidanzato...lei mi parlava di sè, del suo paese sul Gargano, di suo figlio che era quasi sempre senza lavoro, di sua figlia che era sposata ma separata e dei suoi due nipoti, un ragazzo e una ragazza. Spesso mi raccontava aneddoti di quando era giovane.

Faceva fatica a chiamarmi per nome e a darmi del tu, nonostante io la pregassi di farlo, ma non so perchè...era come se avesse una sorta di pudore ed era una cosa che mi faceva tanta tenerezza.

Tramite le telefonate la tenevo aggiornata sulla mia vita, che finalmente prese una svolta nell'estate del 2005: seppe quasi "in diretta" di quando il mio amore mi chiese ufficialmente di sposarlo, seguì i preparativi del matrimonio, la scelta dell'abito da sposa, del ristorante, della chiesa, del viaggio di nozze.

Era felicissima per me e mi chiese se potevo mandarle una cartolina da Trieste, dove avrei visitato il Castello di Miramare, perchè lo conosceva di nome e avrebbe voluto vederlo in foto. Così le inviai quella cartolina e una volta rientrata dalla luna di miele le spedii anche delle foto del mio matrimonio e lei ne fu entusiasta!

Ricordo la sua gioia quando le diedi la notizia che ero incinta, superata forse solo dalla gioia di quando, una volta nata, le mandai una foto di mia figlia: era commossa fino alle lacrime quando mi disse che secondo lei era la bambina più bella che avesse mai visto.

La signora Vincenza non stava molto bene in salute. Era capitato un paio di volte in quegli anni che l'avessi chiamata ma non l'avessi trovata per più giorni di seguito. Poi lei mi aveva detto che era stata in ospedale per accertamenti vari (cuore, circolazione) e anche in un centro per fare della fisioterapia per i dolori che aveva agli arti. Anche nell'estate del 2008 era capitato. Poi ci eravamo sentite ancora in autunnno e per gli auguri di Natale e buon anno.

E poi...Sai come succede a volte, Lilli, ci sono periodi in cui si è presi da mille cose e si rimanda in continuazione di giorno in giorno, di settimana in settimana qualcosa che invece andrebbe fatta subito. Così, dall'inizio del 2009 non avevo più notizie della mia amica.

Fino all'estate. Ad Agosto 2009 mi arrivò una lettera. Il mittente era semplicemente: "Dalla signora Vincenza Z.". Fui felicemente sorpresa, era la prima volta che mi scriveva e così si era interrotto il silenzio dei mesi passati.

Ma la mia gioia durò pochissimo, giusto il tempo di aprire la busta e leggere le prime righe: a scrivermi non era lei, ma sua figlia...la signora Vincenza non c'era più. Era morta alla fine di febbraio, dopo un ultimo, inutile ricovero in seguito ad un peggioramento delle sue condizioni.

Di quel momento, ti sembrerà strano Lilli, non ricordo nitidamente tutto...è come se le mie emozioni di allora fossero appannate, fossero avvolte da una sorta di nebbia....ricordo però un particolare che non riguarda direttamente me: mio marito, che era accanto a me mentre aprivo la lettera e leggevo, quando vide sul mio volto scemare l'iniziale sorriso e spuntare un'espessione attonita e mi sentì pronunciare sottovoce: <<E' morta...>>, ebbe un sussulto ed i suoi occhi si velarono di lacrime...

Ho ancora quella lettera nel cassetto del mio comodino, le parole della figlia della signora Vincenza mi commuovono ancora oggi, Lilli. C'è scritto che la sua mamma le aveva parlato sempre di me e che mentre lei mi scriveva aveva davanti a sè le mie lettere e le foto mie e della mia monella che la signora Vincenza aveva conservato gelosamente. C'è scritto che la sua mamma avrebbe tanto voluto conoscermi di persona e che le diceva spesso, riferendosi a me, "Sai, io ho un'altra figlia, vive in Irpinia!".

Perchè ti ho raccontato tutta questa storia, Lilli? Non lo so. Certo è che la signora Vincenza mi manca tanto e che il suo dolce ricordo è accompagnato  a volte dal rimorso di non averla cercata in quei mesi fatidici, proprio mentre lei era peggiorta e poi se ne era andata. E anche dal rimpianto di non aver mai organizzato un viaggetto per andarla a trovare...in fondo non era in capo al mondo, anzi, poche ore e l'avrei potuta abbracciare...

Ma oramai è tardi. Nella vita certe cose se non si fanno al momento opportuno non si possono più fare. Il destino a volte sa essere duro e implacabile.

Ad ogni modo qualcosa resta. Qualcosa di importante, di bello. Il ricordo delle tante telefonate, delle lunghe chiacchierate, delle risate fresche e genuine della signora Vincenza e del suo carattere mite ma anche pieno di speranza e di ottimismo pur nei momenti difficili...beh, quel ricordo non mi lascerà mai, Lilli.

 


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