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Storia di un viaggio che quest’estate non ho fatto

Creato il 16 ottobre 2014 da Storiediritratti @GianmariaSbetta
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Ebbene sì. Questa è la storia di un viaggio che quest’estate non ho fatto.

Pare strano anche a me non raccontarvi di tramonti lontani, di aerei presi oppure di treni persi. Ma andiamo con ordine. Dapprima credevo di partire verso la Francia, nel Sud. Avevo in mente la Provenza. Terra ricca di colori e scorci che si tuffano talvolta nel Mediterraneo. Volevo andare a vedere i campi di lavanda in fiore, visitare gli atelier di artisti sconosciuti nell’entroterra e ricoprirmi di souvenir profumati da portare alle persone a casa. Ci si poteva fermare nelle vecchie locande per poi sostare la notte ad ascoltare il frinire dei grilli nelle campagne di grano.  Mi immagino una terra generosa, baciata dal sole lungo le sue tenui colline. Sfrecciare in compagnia lungo le campagne, sorridere e ridire a dismisura ascoltando vecchie canzoni francesi di cui non ricorderemo mai i titoli.  In Francia volevo andarci davvero. Ma poi?

Poi è successo che semplicemente non sono partito. Con la sfioritura della lavanda si allontanano sempre di più le sfumature ed le tonalità. In ogni caso, so che potrò andarci l’anno prossimo, quando le giornate torneranno ad allungarsi ed il sole sarà nuovamente lassù, in alto nel cielo.

Nel frattempo cerco comunque un’altra meta. Talvolta è difficile da spiegare, forse si tratta di un sentimento innato quello che ci spinge verso il mare, verso l’orizzonte. E allora,  che fare? Dove andare? Sfoglio un vecchio atlante di casa. Sapete, uno di quelli che qualche ex rappresentate degli anni ’90 vendeva ai vostri genitori raccontando loro che sareste diventati Marco Polo, Cristoforo Colombo oppure Robinson Crusoe. Insomma, decido che forse è la volta volta buona del Portogallo. Non le città, ne Porto ne Lisbona. Preferisco pensare al Sud. Ecco quindi che spunta la regione dell’Algarve. Me lo sento, già il nome promette bene, assomiglia a qualcosa di esotico, che non conosco. Una regione abbastanza grande da scoprire che emana una sensazione di libertà e spensieratezza. Immagino le grandi spiagge a metà fra l’oceano ed il Mediterraneo, la sabbia calda che accarezza i piedi e lo starsene lì, seminudi in riva al mare, senza curarsi di pensiero alcuno. Magari poi perdersi la sera in qualche locale ed ascoltare una lingua differente, divertente. Provare a sbiascicare qualche parola banale in un portoghese inevntato, mischiato all’estasi di qualche tequila di troppo. Mi sembra già di essere lì. Non so dove, ma proprio lì.

Lo ammetto, il solo pensiero mi esalta. In queste cose mi ci lascio proprio trasportare. Riesco ad immedesimarmi in un luogo oppure in una semplice situazione. Basta chiudere gli occhi ed avere ben impressa l’immagine. Poi vabbè, riapri gli occhi e ed quasi metà ottobre, tu ti ritrovi ancora nel tuo paesino in alta montagna (ndr Masi di Cavalese per intenderci) e del Portogallo nennemo l’ombra.  Ma questa è tutta un’altra storia.. :)

Gian

P.S.: “Non esiste viaggio che non possa essere fatto, almeno con la mente”


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