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Storia di una caponata

Da Elle_lx
La caponata siciliana è un piatto tradizionale che sa di pranzi in famiglia, di giornate estive e di donne chine in cucina a friggere le melanzane il cui odore si spande per le strade assolate.Per me è però molto di più. Negli ultimi anni di università le cene bolognesi si aprivano  e venivano scandite immancabilmente a colpi di mitici vasetti sottovuoto provenienti proprio dalla Sicilia e prodotti dalle amorevoli e sapienti mani di una zia che aveva ereditato l'arte da una nonna che conosceva tutti i segreti della cucina palermitana.Aprire un vasetto di caponata voleva dire tuffarsi in un mondo di profumi generosi, era come sciogliersi negli abbracci da cui non vorremmo staccarci mai.
Gli amici ne andavano tutti matti, con le loro grosse cucchiaiate nel barattolo (altro che nutella).Al punto che qualcuno ci fece anche indigestione...ma, nonostante le sofferenze, al solo pensiero di un unico, piccolo, minuscolo cucchiaino di caponata c'è chi ancora va in visibilio.
Oceanstwo ha la missione di diffondere il culto della caponata sicula, e quindi ne lascia traccia al suo passaggio. Ricordo una trasferta di lavoro in Spagna con vasetto al seguito da lasciare all'amica dell'indigestione, vasetto che raggiunse i segreti uffici universitari madrileni dove sopravvisse poche ore all'assalto di palati spagnoli intenditori.
Ricordo altre trasferte in Baviera col pingue vasetto per deliziare un'amica che era un po' triste e che aveva bisogno di essere tirata su.
Ricordo cene in Toscana con gli amici di Siena ad insinuare l'amore per la magica mistura di verdure, al punto che poi loro stessi provvedettero a produrla in casa.
E altrove, a farla conoscere persino a due simpatici coniugi del Camerun, che volevano imparare a cucinare italiano.
Poi venendo qua lo spaccio di vasetti è stato interrotto.Stavolta tocca proprio a me in veste di esecutrice diffonderla in terra lusa, così mi ci sono cimentata in vista di una delle ormai famose (!) cene della Domenica, sapendo in cuor mio che non avrei mai uguagliato l'inarrivabile, ineffabile Caponata della zia Rossella.
RICETTA
3 melanzane non enormi (ideali le tunisine)
1 gambo di sedano
2 cipolle
una 10ina di olive verdi
un cucchiaio di capperi piccoli dissalati
200 ml di passata di pomodoro (ideale sarebbe un po' di estratto)
aceto e zucchero (bianchi) secondo la propria sensibilita'
olio evo
Tagliate le melanzane in piccoli cubetti che farete stare ammollo in acqua e sale per un'oretta.
Asciugateli, friggeteli in olio caldo, salateli e mettete da parte.
Sbollentate il sedano tagliato a pezzettini piccoli in acqua e sale. Preparate nel frattempo una pentola con 1 cucchiaio di olio e le cipolle a fettine e fatele appassire con un po' di acqua fino a quando saranno morbide, quindi aggiungete il pomodoro e fate andare per una 20ina di minuti.
In una padella mettete 1 cucchiaio di olio, le olive snocciolate e i capperi e accendete il fuoco. Dopo 5 munuti aggiungete il pomodoro con le cipolle.
Momento topico: la creazione dell'agrodolce. Molto della riuscita del piatto sta in questo passaggio, ma è proprio qua che non ci vogliono le bilance, ma si va a occhio. Indicativamente versate un po' di aceto e 2  cucchiai rasi di zucchero, mescolate ed assaggiate per vedere se vi soddisfa. Altrimenti poco alla volta aggiungete altro aceto e zucchero.
Unite le melanzane mescolando per amalgamare il tutto.
Servite fredda. Possibilmente a cucchiaiate!


Storia di una caponata
Alla fine ha superato la prova.  E se lo dice uno che è cresciuto con quella vera, io mi devo fidare.
Eh sì, forse sarò anche riuscita in parte a catturare qualche nota...ma il dolce cloc del vasetto che si apre... quello è un suono irriproducibile.

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