Tra le mille esperienze uniche che si possono fare a Roma ce n'è una che non deluderà mai, che si può fare da soli o in compagnia, con il bello e il brutto tempo: una passeggiata tra i mille vicoli che costituiscono il nucleo della città, uno scivolare quasi involontario tra piccole vie dai nomi curiosi e dal sapore antico. L'ideale sarebbe togliersi l'orologio e decidere di perdersi, per poi stupirsi quando, dopo molti e molti minuti, giriamo in un angolo che ci suona familiare e ci accorgiamo con stupore di essere in un luogo mai visto.
Vogliamo presentarvi alcuni dei vicoli più caratteristici di Roma, cercando di ricostruire insieme la loro storia e la curiosa origine dei loro nomi, vagando tra i quartieri più antichi del centro storico.
Iniziamo dalla zona più interna dove ancora oggi molte vie ripercorrono esattamente strade di epoca romana, come ad esempio Via dei Coronari, l'antica Via Recta, che conduceva da Campo Marzio fino al Tevere, all'altezza del luogo dove poi sorse il Mausoleo di Adriano, oggi Castel Sant'Angelo. Dal Medioevo in poi venne ricordata come Via Papalis, perché percorsa dal pontefice quando dal Vaticano si recava in Laterano per la presa di possesso della cattedra vescovile. Fu contemporaneamente usata come via dei pellegrini, in quanto era il percorso più veloce per giungere dal centro della città alla Tomba di Pietro: Il suo nome oggi si riferisce infatti ai numerosi negozi di corone e rosari che sorsero qui nei secoli passati.
Dall'altro lato di Corso Vittorio Emanuele II corre Via Giulia, un altro rettifilo realizzato agli inizi del XVI secolo da Donato Bramante per volere di papa Giulio II della Rovere, da cui prende anche il nome, vero gioiello del Rinascimento italiano con i sui palazzi sontuosi e le sue particolari chiese. Qui doveva sorgere anche il Palazzo dei Tribunali, il più grande e più bello edificio di tutti i tempi, che però non venne mai portato a termine a causa della morte del papa e dell'architetto. Oggi dell'imponente struttura resta solo parte del basamento denominato dai romani "il sofà di Via Giulia".
Sempre in questa zona di Roma si trovano le note Via dei Banchi Vecchi e Nuovi, in ricordo dei banchi di notai e contabili che si trovavano in passato lungo di esse, e Via del Governo Vecchio e Nuovo, anche queste così denominate per la presenza dei palazzi politici e amministrativi dello Stato Pontificio. Sempre nella zona compresa tra Piazza Navona e il Tevere sorgono numerosi vicoli dai nomi assai bizzarri come Vicolo delle Vacche, così denominato per la presenza di numerose stalle, Vicolo del Fico, dove sembra si ergesse una grossa e lussureggiante pianta di fico appunto, Vicolo della Vetrina, dove sembra per la prima volta un commerciante ebbe l'idea di esporre i propri prodotti alla vista dei passanti.
Nel Rione Ponte sono numerosi i vicoli che raccontano una storia o che ricordano edifici ormai scomparsi o ancora esistenti come nel caso di Vicolo dell'Orso, che prende il nome da una delle più antiche locande della città, ancora oggi esistente anche se trasformata in un rinomato locale mondano, così chiamata a sua volta forse per lo stemma che aveva in facciata. Anche Vicolo della Campana prese il nome da un'antica osteria, mentre Vicolo della Tinta si rifà alle vecchie tintorie che sorgevano nei paraggi.
Intorno alla rinomata Via del Pellegrino, che alcuni ritengono avere questo nome per via di una nota locanda e non perché percorsa dai fedeli (in effetti a Roma sarebbero state davvero molte le vie del pellegrino!), dipartono molte stradine dal gusto medievale che conservano nel nome la specifica degli artigiani che la frequentavano, dandoci un suggestivo spaccato dei mestieri di una volta, come Via dei Cappellari, Arco degli Acetari, dai noti venditori di acqua acetosa, Via dei Baullari, dai venditori di valigie e bauli, Via dei Giubbonari fino a giungere verso Largo di Torre Argentina dove troviamo Largo dei Librari, Via dei Balestrari, Via del Monte di Farina e molte altre.
Giungendo nella zona del Ghetto ebraico continuano le vie che associano il loro nome agli antichi mestieri come Via dei Funari, dai fabbricanti di corde, ma si hanno anche nomi connessi alle antichità romane, come Via del Portico d'Ottavia, grande struttura porticata voluta da Augusto per onorare la memoria dell'amata sorella Ottavia. Dal tempio dedicato a Giunone regina degli dei, che si trovava all'interno del portico, deriva probabilmente il toponimo Vicolo della Reginella, anche se i romani preferiscono farlo derivare da un concorso di bellezza che periodicamente si teneva in questi luoghi e che decretava la reginetta del rione.
A Trastevere sono molti i vicoli caratteristici e suggestivi. Tra questi ricordiamo Vicolo della Scala dove si apre la chiesa omonima dedicata a una miracolosa immagine della Vergine, ritrovata proprio sopra una scala; Piazza in Piscinula, dalla presenza di numerose antiche vasche romane; Vicolo dell'Atleta, chiamato così a fine Ottocento quando qui venne ritrovata una preziosa copia romana della celebre statua greca dell'Apoxyomenos, un atleta intento a detergersi la pelle con uno strigile dopo una gara, oggi ai Musei Vaticani. E ancora ricordiamo Vicolo della Renella che, come anche Piazza Arenula, prende il nome dal tipico limo che il Tevere depositava tutto intorno durante le sue frequenti piene.
Anche Monti, il primo rione di Roma conserva ancora nei nomi dei luoghi la sua lunga storia: si hanno così molte strade con i nomi di papi che hanno contribuito al suo sviluppo come Via Urbana e Via Leonina, e ancora nomi che richiamano potenti famiglie come Salita del Grillo, dove sorge il palazzo appartenuto a questa nobile casata romana, giunta a notorietà grazie alle burle scanzonate di uno dei sui rappresentanti. Oppure anche Via Tor de' Conti, caratterizzata dai resti di una delle principali torri medievali in città.
Nel centro vero e proprio di Roma, a ridosso di Piazza di Spagna, troviamo la famosa Via Margutta, sede di artisti e meta di appassionati e turisti: il suo toponimo assai originale sembra derivare dal nome di un commerciante dell'epoca divenuto ben presto molto facoltoso, anche se altri vorrebbero farlo derivare dalla storpiatura della parola "goccia di mare", in riferimento forse a un antico rigagnolo che scorreva alle pendici del Pincio. Via Ripetta è ovviamente una derivazione di "ripa", cioè riva del fiume, mentre Via del Babuino, fu denominata in questo modo per via della statua di fauno che ancora oggi giace qui e che per la sua bruttezza venne scambiata per una scimmia. La nota Via del Corso, invece, chiamata in origine Via Lata, sembra prendere il nome dal fatto che per molti secoli durante la festa di Carnevale qui correvano numerosi animali tra cui i famosi cavalli berberi.
Non basterebbero fiumi di inchiostro per raccontare di tutte le strade di Roma e dei loro numerosi aneddoti, per questo vi lasciamo la voglia di esplorare e di gustarvi una rilassante passeggiata tra i luoghi più segreti e incantati della Città Eterna.
Foto di copertina: un vicolo di Roma, di Michele Guida
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