“Lo snobismo si può definire all’ingrosso il piacere di guardare gli altri dall’alto al basso”.
Foto the past tends to disappear, CC BY-NC-SA
Degli innumerevoli atteggiamenti tipici dell’essere umano, lo snobismo è certamente uno dei più disprezzati ed invisi; l’affettazione –vera o presunta tale- suscita unicamente irritazione, spregio, scherno ed è sovente percepita come un vero e proprio “marchio d’infamia”.
È, perciò, del tutto comprensibile il fastidio che si genera in coloro che, a torto o a ragione, vengono etichettati come “snob”.
Snob, già. Ma cosa significa esattamente questa parola, a dire il vero oggi un po’ inflazionata? Siamo sicuri di usarla correttamente?
Partiamo dall’etimologia.
Anzitutto, è bene precisare che “snob” non è l’abbreviazione della locuzione latina sine nobilitate (senza nobiltà), bensì un termine inglese che significa “cittadino di ceto basso”, “persona rozza, non adeguata ad un ambiente colto e raffinato”. Tale vocabolo, inizialmente impiegato per definire i ciabattini e solo in un secondo momento utilizzato per indicare le persone grezze ed ineleganti, valica i confini dell’Inghilterra nella seconda metà dell’ottocento grazie al romanzo“Il libro degli snob” del Duca di Bedford, tale William Thackeray, e approda rapidamente in tutta Europa, dove viene usato per riferirsi a tutti quelli individui che, nel ridicolo tentativo di mostrarsi molto più colti ed istruiti di quanto non siano effettivamente attraverso l’imitazione di condotte ed atteggiamenti propri delle classi sociali più elevate, finiscono con l’apparire “rozzi” e gretti.
In Italia, col passare del tempo la parola ha perso il tratto semantico della “rusticità” e ha assunto quello della “intenzionale ed ostentata distinzione dalla massa” e del “disprezzo nei confronti di ciò che si considera plebeo, triviale ed inferiore”; spesso il termine viene impiegato come sinonimo di radical chic: si tratta, in realtà di un uso improprio del vocabolo, in quanto, dal punto di vista strettamente semantico, il radical chic è esattamente il contrario dello snob.
Altezzosi, sprezzanti, saccenti, dai modi ostentatamente aristocratici e propri degli ambienti più elevati: gli snob appartengono a quella categoria di persone, che, date le sovramenzionate caratteristiche comportamentali, si tende in genere a “snobbare” (ossia a tenere a distanza e trattare con indifferenza).
Tuttavia, prima di giudicare una persona snob e di decidere di tenersi alla larga dalla stessa, sarebbe bene tenere presente due aspetti: in primo luogo, il fatto che l’apparenza inganna, e che, pertanto, non necessariamente chi è raffinato, elegante, di classe, riservato, sarà certamente anche snob; in secondo luogo, la circostanza che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha peccato di snobismo.
“Siamo tutti degli snob da far paura e abbiamo la tendenza a odiare si può dire ogni cosa tranne noi stessi”, dice uno dei personaggi di “Scandalo al sole”: in fondo, ammettiamolo, siamo tutti un po’ snob.
Articolo di Dalila Giglio