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Storia ed origine dell’espressione napoletana.. “Mannaggia ô Pataturco”

Creato il 29 novembre 2014 da Vesuviolive

pataturco

Ognuno di noi, in un momento di rabbia o delusione, ha pronunciato almeno una volta nella vita la famosa imprecazione “Mannaggia ô Pataturco”, ma ci siamo mai veramente chiesti, aldilà di ogni impeto ed istinto, cosa vuol dire -o meglio- chi è davvero ô Pataturco?

Ad una prima impressione, ognuno di noi potrebbe legittimamente pensare che questa espressione vada letteralmente tradotta come “Maledizione al padre dei turchi”, rimandando il concetto all’invasione dei Turchi del 1558. Ma la spiegazione etimologica del termine, sembra non essere in realtà così semplice ed immediata.

In uno studio pubblicato sul suo blog, Raffaele Brancale spiega che numerose sono le scuole di pensiero che ad oggi fanno risalire l’espressione al “Padre dei Turchi” presto a pretesto per evitare di scivolare in imprecazioni e bestemmie legate al cristiano Padre Divino. Eppure Brancale, sembra non essere di questo avviso, facendone risalire l’origine, ad un personaggio risalente al 1915, tale PATATUCCO!

Sembra infatti che in origine l’espressione corretta fosse: “MANNAGGIA Ô PATATUCCO” trasformata poi, dai reduci della guerra nel corso del prima dopoguerra, in “mannaggia ô Pataturco”. Ma cosa lega i fanti reduci della grande guerra a questo mitologico personaggio?

Sembra che questo “Patatucco” provenga dalla fusione “di patat(a) + (cr)ucco), uomo che designò nel nord est dello stivale una sorta di giocosa offesa rivolta contro i soldati austro-tedeschi considerati sciocchi e minchioni adusi a mangiar patate, da cui l’attacco patata di patatucco, mentre la voce crucco donde la seconda parte di patatucco fu il nome dato dai soldati italiani a quelli tedeschi durante la prima e poi la seconda guerra mondiale; all’orig. era appellativo dato agli slavi, derivato dalla voce serbo-croata kruh ‘pane‘ (così come spiegato sulla pagina lellobrak.blogspot.it.)

Il racconto giunse poi all’orecchio dei soldati napoletani che iniziarono ad utilizzare l’espressione per insultare i soldati nemici. Una volta poi tornati a Napoli, quel famoso mannaccia ô patatucco= traducibile con “accidenti al tedesco“, venne trasformata dal popolo partenopeo, ignaro delle dinamiche belliche con il crucco ed il patatucco, nell’assonante “Pataturco” facilmente comprensibile dai napoletani che, con il popolo Turco, avevano avuto svariati contatti.

Ricordiamo infatti che Napoli ha subito numerosi contatti con i turchi, intesi tali (saraceni), il cui padre fondatore e presidente della prima Repubblica Turca prendeva il nome di Mustafa Kemal Atatürk, da qui Pat-Aturk.

Mustafa Kemal Atatürk

C’è chi dice che in realtà il personaggio menzionato  non fosse nemmeno Ataturk ma bensì il profeta Maometto. Insomma, dietro a questa espressione apparentemente dalla spiegazione così semplice e immediata, si nascondono in realtà una lunga serie di aneddoti, contaminazioni linguistiche e giri semantici che ci aiutano a comprendere meglio la grandezza e la creatività della lingua napoletana.


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